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Alla prima dello spettacolo Jackie, sul testo di Elfriede Jelinek, Premio Nobel per la letteratura, tre le attrici sul palcoscenico ad interpretare la stessa donna, Jacqueline Kennedy.
Attraverso la penna di questa grande scrittrice austriaca, Jackie esprime molte verità:
La gente ha bisogno di emozioni, perchè non le vive.
La gente vede noi, ma in realtà vede solo loro stessi.
Troppi parti, metà dei quali inutili.
Il potere si vede e non si vede.
Per catturare gli altri bisogna essere prigionieri di se stessi.
Affermazioni forti che lasciano libero il livello interpretativo.
Lo spettacolo risulta essere scarno in scenografia, sicuramente per dare maggior impatto alla parte recitativa, che si pone in modo da angosciare il pubblico, nel racconto di questa donna che ha vissuto all’ombra di un’uomo e della sua amante.
La scelta registica di regia non ha addolcito l’immagine di Jacqueline Kennedy, che risulta ad oggi comunque molto amata soprattutto da chi l’ha seguita negli anni del suo matrimonio.
Un racconto attraverso l’importanza apparentemente frivola della scelta degli abiti ma che si associa ad un simbolismo, dai quali le attrici si spogliano.
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©Laura Poretti Rizman
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“Elfriede Jelinek – scrittrice austriaca, Premio Nobel nel 2004 – rilegge il mito di Jackie Kennedy. Spettacolo in prima nazionale il 5 novembre al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia firmato da Monica Conti che ne è anche interprete assieme a Daniela Giovanetti e a Francesca Debri. Repliche fino a domenica 10 novembre, in cartellone altripercorsi”
«Per il fluire musicale di canto e controcanto nei romanzi e nei drammi, che con straordinario ardore linguistico rivelano l’assurdità dei clichè della società contemporanea e il loro potere soggiogante» recitava la motivazione del Premio Nobel per la letteratura che Elfriede Jelinek ha ricevuto nel 2004 ed in effetti la sua scrittura particolarissima ed affascinante ha molti pregi, che permeeranno anche la versione italiana del suo Jackie, quarta parte della pentalogia Der Tod und das Mädchen (La morte e la fanciulla).
Il testo della grande scrittrice e drammaturga austriaca, scritto nel 2002, approda per la prima volta sui palcoscenici italiani grazie alla sensibilità di una regista come Monica Conti, che costruisce lo spettacolo con la protagonista Daniela Giovanetti e con Francesca Debri.
Una prima assoluta dunque, martedì 5 novembre alle 21 alla Sala Bartoli, per il cartellone altripercorsi: un testo intrigante e di notevole interesse che s’incentra su un mito del nostro tempo.
Per nulla scontata la chiave di lettura scelta dalla Jelinek per indagare il mito di Jacqueline Kennedy: lontana da qualsiasi stucchevole intento biografico, l’autrice tratteggia attraverso il profilo di Jackie una riflessione sul rapporto tra potere e femminilità, che rivela tutta la potenza espressiva della sua scrittura.
Gli episodi della vita di questa donna-mito scorrono sulla scena come le stazioni di un dramma personale che, a poco a poco, si rivela essere la grandiosa costruzione una leggenda dei giorni nostri. Il racconto di Jackie infatti è filtrato: non è la donna reale a parlare ma il suo involucro, la forma che l’immaginario collettivo ha destinato – forse suo malgrado – all’eternità.
«Grande creatrice di figure archetipiche della nostra epoca – scrive Monica Conti nelle sue note allo spettacolo – Jelinek racconta il mito di una donna in cui persino i sentimenti sono asserviti alla ragion di stato e per cui “l’involucro è il messaggio”» un punto di vista che ben si ascrive nel radicalismo espressivo di questa autrice poco nota in Italia (per lo più per la sceneggiatura del film La pianista interpretato da Isabelle Huppert e diretto da Haneke), che con stile personale smaschera e decostruisce ogni forma di manipolazione del linguaggio, rovesciando modi di dire, stereotipi, forse anche miti.
Daniela Giovanetti – attrice già molto apprezzata al Teatro Stabile regionale, basta citare la sua straordinaria prova in Lei dunque capirà di Claudio Magris, per la regia di Antonio Calenda – donerà dunque a Jackie la sua recitazione intensa e raffinata, sempre lontana dai cliches e assieme alla stessa Conti e a Francesca Debri darà vita a uno spettacolo capace di raggiungere potentemente il pubblico.
Nata a Murzzuschlag, in Sitria, nel 1946, Elfriede Jelinek ha ricevuto nel 2004 il premio Nobel per la letteratura. Diplomata in organo al conservatorio di Vienna nel 1971, dopo aver interrotto gli studi in scienze del teatro e dell’arte, Elfriede Jelinek ha debuttato giovanissima nel 1967 con una plaquette di poesie, a cui hanno fatto seguito numerosi drammi, prose e interventi saggistici. All’impegno civile unisce da sempre una spiccata sperimentazione linguistica, che l’ha portata ad essere vicina ai gruppi dell’avanguardia letteraria austriaca. Tra le sue opere principali si ricordano i romanzi La pianista (1983), La voglia (1989), I figli dei morti (1995) e i drammi Cosa accadde dopo che Nora ebbe lasciato suo marito, ovvero le colonne della società (1977) e Sport. Una pièce (1977).
Jackie di Elfriede Jelinek, per la regia di Monica Conti e nell’interpretazione di Daniela Giovanetti, Monica Conti e Francesca Debri va in scena per la prima volta in Italia nella traduzione di Werner Waas e Luigi Reitani. Le scene e i costumi sono di Domenico Franchi. Lo spettacolo è prodotto da Centro culturale mobilità delle arti.
Jackie va in scena alla Sala Bartoli martedì 5 novembre alle 21, mercoledì 6 alle ore 21.30, e poi fino al 9 novembre alle 21 ed infine domenica 10 in pomeridiana alle ore 17.
L’ufficio stampa