Il Teatrante

“Franco Branciaroli ritorna ospite del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia  in veste di protagonista e regista de Il Teatrante di Thomas Bernhard, inserito nella stagione Prosa. Il debutto venerdì 7 dicembre con repliche fino a domenica 9. Interpreta un artista dall’ego smisurato e altrettanto solo e incompreso dal mondo, tratteggiato con ironia e sagacia dall’autore austriaco”.

foto Umberto Favretto, fornita da Il Rossetti

Non è scontato portare sulla scena un eroe del teatro di Thomas Berhard: l’autore non ha mai reso facile la vita agli interpreti dei suoi ruvidi protagonisti. Rappresentano però sublimi cavalli di battaglia per attori capaci, come Franco Branciaroli. Interprete mai prevedibile, irregolare dona ad ogni sua prova un segno inatteso: basti ricordare le sue apparizioni recenti allo Stabile regionale (l’originalissimo Don Chisciotte o Servo di scena) ma anche i grandi spettacoli di produzione in cui, diretto da Antonio Calenda, ha ottenuto risultati memorabili, protagonista del brechtiano Vita di Galielo e di Edipo Re.
Ora inserisce la figura di Bruscon – protagonista de Il Teatrante bernhardiano – nell’ambito di una riflessione sul Teatro e sul suo rapporto con la società attraverso la Memoria.

Il Teatrante di Bernhard, diretto e con protagonista Franco Branciaroli è ospite del Teatro Stabile regionale nella stagione Prosa, da venerdì 7 a domenica 9 dicembre.

Sia la trama che la stessa struttura del testo di Bernhard isolano il protagonista, come a voler evidenziare ulteriormente la sua già chiara condizione esistenziale e mentale: basti pensare che drammaturgicamente, Il teatrante è costruito quasi del tutto dal monologare di Bruscon, scritto addirittura senza punteggiatura. Un possente fluire in cui le battute, poche e scarne degli altri personaggi, si inseriscono come flash, senza possibilità di sviluppo.

Bruscon è un attore megalomane di origini italiane, in tour attraverso l’Austria con una compagnia composta per lo più da suoi familiari. Ebbene sono loro i primi a non comprenderlo, a preoccuparsi solo della mera sopravvivenza, e a farlo sentire solo con le proprie aspirazioni d’artista, con le proprie frustrazioni e con il proprio ego smisurato d’autore.
Contro ogni accenno di buon senso, s’impunta nel voler mettere in scena un proprio pretenzioso dramma, che nessuno riesce a capire: La ruota della storia. Vi sfilano tutti i grandi, da Cesare a Napoleone, da Stalin a Madame Curie e tutti dalla gloria cadranno nel nulla… Tema pesante da affrontare, soprattutto se ci si ritrova in un paesino di provincia austriaco, dove meno di trecento anime vivono beate fra allevamenti di maiali e ricordi hitleriani; soprattutto se la messinscena non avverrà fra i velluti del palcoscenico, ma in una locanda squallida la cui pista da ballo è stata adattata agli attori.
Depresso da questo scenario, Bruscon ci travolge, come un fiume in piena, con uno sfogo delirante e divertente che nulla risparmia: inveisce contro la famiglia priva di talento artistico, contro la moglie dalla salute malferma, contro l’arte e il teatro, addirittura contro il clima, contro quell’Austria (detestata dallo stesso Bernhard) ipocrita rispetto al proprio passato nazista…

A sopportare tanta mortificazione, lo aiuterebbe di certo una sala piena e plaudente: ma qui – già nei panni di Napoleone – il povero Bruscon incontra il suo inevitabile fallimento. Un fulmine incendia la chiesa del paese, gli spettatori si distraggono, accorrono e l’attore rimane solo davanti alla platea vuota.

Vissuto fra il 1921 e il 1989, l’austriaco Thomas Bernhard appartiene a quella generazione d’autori a cui la Storia, oltre forse alla vicenda esistenziale privata, ha reso impossibile guardare il mondo con una qualche prospettiva positiva.
La sua scrittura – feconda, ironica, intrisa di una vitalità che la rende amata – rappresenta uno degli esempi più alti della letteratura contemporanea europea, ma anche uno dei più pessimisti.
Non c’è salvezza per Thomas Bernhard: non possiamo guardare con speranza all’uomo, né alla bellezza, né all’arte… Nulla: c’è solo l’attesa di una sempre più prossima apocalisse, che paradossalmente si annuncia mentre la società si muove inconsapevole, nei modi grotteschi del vaudeville.
Il suo teatro – che si compone di una ventina di testi, pubblicati fra gli anni Settanta e Ottanta – rappresenta con precisione tale assunto: ha al proprio centro eroi destinati al fallimento, burberi e impegnati in duri soliloqui che denunciano frustrazioni ed insensatezze. Una categoria cui risponde appieno Bruscon, protagonista de Il teatrante.

Il Teatrante va in scena per il cartellone Prosa dello Stabile regionale da venerdì 7 a domenica 9 dicembre: due recite sono serali (20.30) mentre quella di domenica è pomeridiana con inizio alle 16.

Il Teatrante di Thomas Bernhard va in scena per la regia di Franco Branciaroli, nella traduzione di Umberto Gandini, con le scene ed i costumi di Margherita Palli e le luci di Gigi Saccomandi.
È una coproduzione di CTB  Teatro Stabile di Brescia e Teatro De Gli Incamminati.

Nel cast figurano – oltre al già citato Branciaroli nel ruolo di Bruscon – Daniele Griggio (il locandiere), Tommaso Cardarelli (Ferruccio, figlio di Bruscon), Valentina Violo (Sarah, figlia di Bruscon), Valentina Cardinali (Erna, figlia dei locandieri), Melania Giglio (la signora Bruscon), Cecilia Vecchio (la locandiera).

Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511.

La Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste. Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trieste.

L’ufficio stampa

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