A lei in Piazza della Libertà, nel giardino davanti alla stazione ferroviaria, è stato dedicato un monumento. realizzato dallo scultore viennese Franz Seifert. La statua è stata tolta dal suo sito nel 1921 a seguito di forti movimenti irredentisti e rimessa alla fine degli anni ’90. La sua effige troneggia sulla pietra del Carso, circondata da bassorilievi che omaggiano i suoi popoli e i simboli di bellezza e libertà che l’Imperatrice perseguì per tutta la sua vita.
Non mi piace il sito anche perchè sembra che lei in città non sia mai arrivata, andava a far visita a Massimiliano a Miramare, non è bella la statua e, soprattutto, la scritta posta in basso: “Elisabetta” non aiuta chi guarda a sapere chi è e non accenno alla qualità del pessimo arredo di quel giardino.
Da quanto ne so, statue a lei dedicate ci sono a Vienna, Budapest, Merano, due a Ginevra, di cui una sul lungolago dov’ è stata uccisa e una, recente, nei giardini del Casino Park Hotel a Madeira. Un suo busto c’è anche nella sua villa a Corfù. Sono sicuramente poche per quello che lei ha rappresentato ma non voglio esaltare la sua figura ma semplicemente dire che, per esempio, in piazza Libertà oltre a sistemarlo meglio, a quel monumento bisognerebbe aggiungere una targa descrittiva che racconti chi è la signora Elisabetta soprattutto alle nuove generazioni e ai tanti cittadini del mondo che passano di lì. Come sappiamo è l’ unica donna che ha avuto la fortuna di avere un monumento che la ricorda anche se è bene sottolineare che purtroppo ha avuto un ruolo solo subalterno in quella monarchia.
Sarebbe bello intitolare a lei quella piazza visto che in tutta la città quello è l’ unico monumento dedicato ad una donna.
A Maria Teresa d’ Asburgo non è stata ancora intestata neanche una via così come a tante altre concittadine importanti. All’ artista Miela Reina è stato intitolato un teatro che viene chiamato Miela tralasciando il suo cognome così come accade ad Elisabetta nella piazza.
Ad altre, nulla! Né vie, né piazze!
Alla partigiana Alma Vivoda un piccolo monumento che ricorda il luogo dov’è stata ammazzata ma non c’è nemmeno il suo viso a mostrarla ed è stata la prima uccisa dal Fascismo in Italia. Qualche raro busto nel Giardino Pubblico è dedicato a donne della cultura.
Altro, mi sembra che non ci sia. Ma siamo invece “ben rappresentate” dalle due sartine senza nome che cuciono bandiere aspettando i bersaglieri arrivati nel 1918 e da due belle ragazze alla fontana di Barcola e alla fine della pineta, ma, anch’ esse “innominate”!.
Concludo dicendo che sarebbe veramente ora di cominciare a scrivere pagine nuove della nostra storia intitolando vie dedicate alle donne, e lo chiedo al Sindaco e a tutto il consiglio comunale convinta che la storia di una città e dei suoi cittadini si scriva anche così e non con l’ oblio.
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