Settimo Premio teatrale Tantadruj

SETTIMO PREMIO TEATRALE TANTADRUJ
 
Sono stati consegnati stasera al Kulturni dom di Trieste i premi teatrali del litorale TANTADRUJ, promossi dal Teatro Stabile Sloveno, dal Teatro di Capodistria e dal Teatro nazionale di Nova Gorica. Il premio alla carriera è stato assegnato all’attrice triestina MIRANDA CAHARIJA, il premio al miglior spettacolo a SHOCKHEADED PETER del Teatro nazionale di Nova Gorica, il premio per meriti artistici ai tre protagonisti dello spettacolo del Teatro nazionale di Nova Gorizia VECCHI CLOWN Radoš Bolčina, Gojmir Lešnjak Gojc e Iztok Mlakar.
Sette anni fa i teatri del litorale -Teatro Stabile Sloveno, Teatro di Capodistria e Teatro nazionale di Nova Gorica- hanno istituito un premio rivolto alla valorizzazione dei meriti artistici di produzioni e personaggi della scena teatrale del territorio di confine. La consegna del premio teatrale Tantadruj ha carattere itinerante ed è organizzata ogni anno da uno dei teatri che collaborano all’iniziativa. I vincitori di quest’anno sono stati selezionati da due giurie di giornalisti, critici teatrali e artisti teatrali. Quella per il premio alla carriera è composta da Meta Hočevar, Teja Glažar e dal regista triestino Igor Pison. I premi Tantadruj per prove attoriali o regie di spettacoli di produzione della stagione che si è appena conclusa sono stati assegnati invece da Matej Bogataj, Marij Čuk e Vojko Belšak che hanno assistito a tutti gli spettacoli messi in scena nella stagione 2016/2017 da Teatro Stabile Sloveno, Teatro di Capodistria e Teatro nazionale di Nova Gorica.
La cerimonia di premiazione, con la presentazione di Mitja Tretjak, è stata ideata da Igor Pison. Sua è anche la regia dello spettacolo in un atto che è stato parte integrante della serata, ovvero Ismene della drammaturga olandese Lot Vekemans nell’interpretazione di Nikla Petruška Panizon.tntd_web-vabilo_ita - copia (2).jpg 
 
La giuria – composta da Vojko Belšak, Matej Bogataj e Marij Čuk – ha assegnato all’unanimità il premio per il miglior spettacolo in concorso a “Peter Kušter” di Ivana Djilas, prodotto dal teatro stabile SNG Nova Gorica.
L’opera bizzarra del gruppo musicale inglese The Tigers Lillies riprende i temi di un libro illustrato antieducativo del XIX secolo dedicato interamente a ragazzi “problematici” e ai loro episodi di vita vissuta. Dalla regia di Ivana Djilas nasce a Nova Gorica una rappresentazione armoniosa e intelligente, con un’attenta revisione della traduzione e con scene e costumi spiritosi e arguti che richiamano l’epoca del libro. L’animazione è piena di inventiva e la coreografia fa da cornice ad un’atmosfera gotica e tenebrosa. Ma a risaltare sono soprattutto le performance degli interpreti – non solo degli attori – che mettono in scena un ampio ma al tempo stesso misurato repertorio di strumenti interpretativi, tale da far rivivere appieno i loschi individui e le piccole canaglie del testo originale. Lo spettacolo è inoltre arricchito dalle interpretazioni strumentali e in genere artistiche, sicure e al contempo spiritose, del gruppo musicale. “Peter Kušter” è uno spettacolo che riesce a coniugare i maggiori contributi dei singoli interpreti, fondendoli in un insieme armonioso e provocante.
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La giuria – composta da
Vojko Belšak, Matej Bogataj e Marij Čuk – ha assegnato all’unanimità il premio agli attori Radoš Bolčina, Gojmir Lešnjak Gojc e Iztok Mlakar per i loro ruoli nello spettacoli “Stari klovni” di Matei Visniec, regia Jaša Jamnik, prodotto dal teatro stabile SNG Nova Gorica.
Il trio composto da Radoš Bolčina, Gojmir Lešnjak Gojc e Iztok Mlakar ha saputo creare un arco tematico convincente all’interno del quale interrogarsi senza orpelli e metafore barocche sulla caducità della vita, sorprendente nell’inesorabile scorrere del tempo, qui esposta in modo scarno ed estremamente sincero. Gli attori interpretano il tema in modo naturale e privo di pathos, pur mantenendo una tensione amara e repressa; cancellano il confine tra illusione e disillusione, vitalità e rassegnazione, ma senza rinunciare ad una pronunciata critica di questo meccanismo disarmonico dai contorni troppo netti che segna il destino esistenziale di Filippo, Nicolò e Peppino – tre vecchi clown che non vogliono accettare il declino artistico e la vecchiaia. La maestria degli attori ha saputo dare forma all’umanità più essenziale, a quel valore inalienabile dell’uomo e della società che è andato perduto nella fretta caotica della globalità contemporanea.
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MOTIVAZIONE DEL PREMIO ALLA CARRIERA
Miranda Caharija – Tantadruj 2017 per l’attività artistica
L’attrice di teatro Miranda Caharija è una di quelle attrici delle quali possiamo scrivere che si è dedicata totalmente al teatro della minoranza slovena in Italia, alla lingua slovena e al teatro professionale a Trieste. Mettendo da parte il racconto quasi anedottico di come da bambina nel cortile di casa –prima a Santa Croce, poi ad Aurisina- continuasse a ripetere che diventerà un’artista ai genitori che hanno sostenuto il suo desiderio infantile di salire sul palcoscenico, la sua vicenda artistica si intreccia a quella del Teatro sloveno di Trieste prima di tutto durante gli anni di studio.
A differenza di altri colleghi attori triestini, non ha scelto di studiare all’Accademia di arte drammatica di Ljubljana, ma è rimasta fedele al suo luogo d’origine e ha completato lo studio alla scuola di recitazione e ballo del teatro sloveno di Trieste. Già come allieva della scuola si è esibita in ruoli minori, ma nell’autunno del 1961 -a diciotto anni- è diventata attrice della compagnia stabile di questo teatro e nei successivi quattro decenni, con la sua dedizione e creatività e con 160 ruoli, ha contribuito alla crescita artistica del teatro sloveno di Trieste, poi diventato Teatro Stabile Sloveno.
Il pubblico triestino l’ha sempre amata. Nella prima stagione si è affermata con il ruolo principale in Biancaneve di Golja, poi Ofelia nell’Amleto di Shakespeare, Angelina in Gli arcangeli non giocano a flipper di Fo e Desdemona nell’Otello di Shakespeare, ma a causa dell’esiguo numero di attori della compagnia stabile ha dovuto interpretare tutti i ruoli possibili. In alcune stagioni che comprendevano otto o più spettacoli di produzione, era impegnata in almeno sei spettacoli, ai quali andavano aggiunte le repliche di produzioni dalle stagioni precedenti. Nonostante l’entusiasmo giovanile e la proverbiale testardaggine carsolina, non è stato sempre facile, ma non ha mai perso la consapevolezza che l’attore debba stare sul palcoscenico, mantenere la forma artistica, evolversi artisticamente e umanamente e impegnarsi in una continua ricerca per essere all’altezza dei ruoli più complessi. Il duro lavoro ha portato grandi frutti: nel secondo decennio di attività in teatro si è affermata anche come caratterista e ha vinto i primi riconoscimenti: per il ruolo della mendicante nel dramma di Leskovec Gli argini ha conquistato al prestigioso premio Borštnik il premio come attrice emergente, per il ruolo di Enea in Settimo: ruba un po’ meno di Fo tre anni più tardi il premio del pubblico allo stesso festival, mentre il ruolo di Veronika Deseniška nell’omonima tragedia di Župančič le ha fatto conquistare nel 1977 il premio del Fondo Stane Sever. Tutti e tre gli spettacoli portavano la firma del regista Babič.
Gli anni Ottanta non sono stati fortunati e anche se tra i ruoli troviamo grandi interpretazioni – Eugenia in Chicchignola di Petrolini, Nežka nella commedia di Linhart Giorno di festa, ovvero Matiček si sposa oppure Helena in Per il bene del popolo di Cankar –Miranda Caharija aveva un potenziale superiore. La nuova occasione si è presentata nel cinema. Aveva già debuttato in ambito cinematografico negli anni ’60 e ’70 in film di Babič, Klopčič e Hladnik – ma negli anni ’80 è stata interprete del suo film di maggior successo, ovvero Eva nella regia di Franci Slak, con il quale ha vinto il premio dell’XI Settimana del film a Celje nel 1983.
Nella stagione 1989/90 Miranda Caharija ha interpretato magistralmente Serafina Delle Rose nella Rosa tatuata di Williams nella regia di Mario Uršič. A questo intenso ruolo femminile ha aggiunto nel decennio successivo una serie di complessi ruoli femminili, nei quali ha potuto esprimere la propria maturità artistica: Filumena Marturano nell’omonimo testo di De Filippo nella regia di Uršič, Kate Keller nel dramma di Miller Erano tutti miei figli nella regia di Zvone Šedlbauer (entrambi nel 1999). Nel quarantesimo anniversario di attività ha interpretato il ruolo del titolo in Deja Husu, scritto per lei e diretto da Mario Uršič nell’anno in cui è stata anche insignita del premio alla carriera Borštnikov prstan. A questi ruoli va aggiunto un altro spettacolo nel quale dieci anni fa ha riassunto i ruoli chiave della sua lunga carriera: Io e loro, ovvero noi: donne.
L’attività di Miranda Caharija non si è limitata al palcoscenico triestino o al cinema (nell’ultimo decennio ha fatto parte del cast dei film Piran – Pirano di Vojnović e Nutrimi di parole di Turk, 2012). Con l’attore Livij Bogatec è stata coprotagonista delle trasmissioni radiofoniche Za smeh in dobro voljo su Radio Trst A e con lo stesso collega e il regista Mario Uršič ha interpretato diversi spettacoli che andavano in scena nelle sere d’estate a Santa Croce.
Miranda Caharija con i suoi 160 ruoli in spettacoli di generi diversi ha lasciato un segno forte nell’attività del Teatro Stabile Sloveno di Trieste e del territorio e ovunque il teatro di Trieste sia stato in tournée, ma soprattutto ha lavorato con tenacia in questo teatro anche nei periodi di crisi, con la ferma convinzione che l’unica priorità debba essere la professione artistica, svolta con grande passione. Per questi motivi la commissione del premio Tantadruj per la carriera- formata da Teja Glažar, Meta Hočevar e Igor Pison – assegna all’unanimità il premio Tantadruj per l’anno 2017 all’attrice Miranda Caharija.

La giuria per il premio alla carriera: Teja Glažar – Meta Hočevar – Igor Pison

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Teatro Stabile Sloveno
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