Torna dal 19 al 28 gennaio il TRIESTE FILM FESTIVAL, primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale, giunto quest’anno alla 29. edizione, diretta da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo: nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987), il festival continua ad essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.
Due, quest’anno, le aperture: la prima, venerdì 19 gennaio, al Teatro Miela, con SYMPATHY FOR THE DEVIL di Jean-Luc Godard, evento inaugurale (anche) della retrospettiva “Rebels 68. East’n’West Revolution” (vedi sotto). Un film simbolo di un’intera stagione, che “bombarda” la narrativa tradizionale attraverso dieci piani sequenza: metà sui Rolling Stones che registrano il brano del titolo, metà sulla rivoluzione che non decolla, tra Pantere nere letteraliste, scritte sui muri, un libraio nazi che fa malmenare due “rossi” e Eve Democracy intervistata sul ruolo degli intellettuali e poi braccata.
La seconda apertura, che lunedì 22 gennaio segnerà il debutto del Rossetti come sede principale del Festival, sarà affidata a DJAM, il nuovo film di Tony Gatlif: un’opera che, come sempre nel cinema dell’autore di Gadjo Dilo, Transilvania e Vengo, mescola lingue, nazionalità e ritmi, in un viaggio fatto di musica, incontri, condivisione e speranza che – attraverso la storia di una giovane donna dallo spirito libero – racconta l’Europa della multiculturalità e delle migrazioni.
La chiusura segna il ritorno al Trieste Film Festival di Elisabetta Sgarbi, intellettuale a tutto tondo (cineasta, scrittrice, editrice) che in L’ALTROVE PIÙ VICINO accompagna lo spettatore in un viaggio ai confini dell’altrove che ci è più prossimo, una terra, un popolo, una cultura, che è appena oltre una soglia mobile, fatta per essere attraversata e cancellata milioni di volte dalle trasmigrazioni di persone, lingue, abitudini. La Slovenia nelle parole e negli occhi di Paolo Rumiz, nella prima intervista dopo moltissimi anni al grande poeta Alojz Rebula, ormai cieco, ma che continua a scrivere; nei ricordi di Claudio Magris e nei versi della scrittrice Marisa Madieri, che fu sua moglie, esule istriana; nella musica della giovanissima e vivace orchestra diretta dal Maestro Igor Coretti-Kuret, nata per superare ogni frontiera e creare un continente culturale, emotivo; nei brani di Boris Pahor, interpretati da Toni Servillo.
Nucleo centrale del programma si confermano i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari: a decretare i vincitori, ancora una volta, sarà il pubblico del festival.
Nove i film, tutti in anteprima italiana, che compongono il Concorso internazionale lungometraggi. A cominciare da tre “road movie” che sarebbe difficile immaginare più diversi: il croato KRATKI IZLET (Una breve gita / A Brief Excursion) dell’esordiente Igor Bezinović, dove il tentativo di un gruppo di ragazzi di raggiungere un monastero nella campagna istriana si trasforma in un viaggio allegorico verso l’ignoto; OUT dello slovacco György Kristóf, applaudito al Certain Regard dell’ultimo Festival di Cannes, con il protagonista Ágoston che attraversa l’Europa dell’Est – tra incontri bizzarri e inattesi – nella speranza di trovare un lavoro e realizzare il sogno di tutta la vita; e FROST del maestro lituano Sharunas Bartas, con i suoi due protagonisti, Rokas e Inga, impegnati a guidare un furgone di aiuti umanitari da Vilnius all’Ucraina: salvo ritrovarsi abbandonati a se stessi, in cerca di un rifugio tra le terre innevate del Donbass, circondati da un’umanità distrutta dalla guerra.
Più lontani nel tempo, ma tutt’altro che dimenticati, sono i conflitti evocati da due titoli che hanno animato il dibattito politico nei loro Paesi: il polacco ZGODA (Riconciliazione / The Reconciliation) di Maciej Sobieszczański, triangolo amoroso ambientato nella Slesia del 1945, nel campo di lavoro creato dai servizi dell’ufficio di sicurezza comunista sul sito dell’ex lager nazista di Auschwitz Birkenau; e lo sloveno RUDAR (Il minatore / The Miner) di Hanna Slak, storia vera della scoperta, da parte di un minatore di origini bosniache, di una fossa comune in cui erano stati sepolti almeno 4000 corpi di profughi della Seconda guerra mondiale.
A dispetto del titolo, non è invece una storia di guerra quella raccontata in SOLDAȚII. POVESTE DIN FERENTARI (Soldati. Una storia da Ferentari / Soldiers. Story from Ferentari) di Ivana Mladenović: ispirata alle vicende autobiografiche dell’antropologo Adrian Schiop – anche sceneggiatore e protagonista – è un Romeo e Giulietta omosessuale ambientato nella periferia rom di Bucarest: un gioco di desiderio e potere che non ha vincitori, tra un etnomusicologo timido e introverso appena scaricato dalla fidanzata e un ex detenuto che si offre di aiutarlo nelle sue ricerche.
Da Bucarest al Mar Nero con l’altro film rumeno del concorso, BREAKING NEWS (Edizione straordinaria) di Iulia Rugină: Dopo la tragica morte del suo cameraman, il reporter Alex Mazilu deve realizzare un servizio sulla vita dell’uomo, attraverso gli occhi inquieti di sua figlia.
Candidato dall’Albania all’Oscar, DITA ZË FILL (Le prime ore del giorno / Daybreak) di Gentian Koçi è l’intenso ritratto di Leta, sfrattata e costretta a trasferirsi con il figlio neonato nell’appartamento di Sophie, un’anziana signora ormai immobile a letto, a cui la donna deve fare da badante. Per difendere il lavoro e la nuova casa, Leta deve mantenere in vita a tutti i costi la vecchia signora.
Dalla Russia, infine, arriva ARITMIJA (Aritmia / Arrhytmia) di Boris Chlebnikov, storia di una giovane coppia di paramedici che, fra interventi d’emergenza, pause lavorative ad alto tasso alcolico e un sistema sanitario in continua evoluzione, lotta per trovare la forza di rimanere insieme.
Altri sei, oltre ai citati Djam e L’altrove più vicino, i titoli fuori concorso selezionati come Eventi Speciali di questa edizione: a cominciare da KROTKAJA (Una creatura gentile / A Gentle Creature) di Sergej Loznica – già vincitore del Trieste Film Festival nel 2013 con Anime nella nebbia, e a cui il TSFF ha dedicato un omaggio per la prima volta in Italia nel 2011 -, che trae ispirazione da un racconto di Dostoevskij per raccontare un viaggio nell’abisso in una Russia terra di delitti senza alcun castigo. Altro nome ben noto ai frequentatori del festival è quello dell’ungherese Kornél Mundruczó, che con JUPITER HOLDJA (La luna di Giove / Jupiter’s Moon) costruisce un thriller metaforico sulla disillusione e la fede, storia di un giovane profugo clandestino succube del suo potere di levitare, in un mondo dove i miracoli si comprano per pochi soldi…
Vincitore del Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema, THE PRINCE AND THE DYBBUK di Elwira Niewiera e Piotr Rosołowski è un appassionante viaggio cinematografico alla scoperta di un autentico Zelig che cambiava continuamente nome, religione, titolo e paese per scrivere la storia della sua vita come se fosse quella di un film. Ma chi era davvero Moshe Waks, figlio di un umile fabbro ebreo originario dell’Ucraina che morì in Italia come principe Michaeł Waszyński? Un ragazzo prodigio del cinema, uno scaltro impostore o un uomo che confondeva cinema e realtà?
Prosegue la collaborazione del Festival con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), che a Trieste premierà A CIAMBRA di Jonas Carpignano come miglior film italiano del 2017.
Infine, la riscoperta di un “piccolo” (solo nella durata: 12 minuti) ma importante documentario, BORA SU TRIESTE, girato nel 1953 da Gianni Alberto Vitrotti: premiato alla Mostra di Venezia del 1953, il film fu il frutto di oltre due anni di lavoro, coronati da un Leone d’Argento e da un clamoroso successo internazionale.
Il Concorso internazionale Documentari propone nove titoli, tutti in anteprima italiana. Di questi, ben 4 affrontano, pur da prospettive e con accenti diversi, il mondo dello sport: OVER THE LIMIT della polacca Marta Prus offre, attraverso il ritratto della ginnasta russa Margarita Mamun a caccia dell’oro olimpico, un graffiante dietro le quinte sulla fatica fisica e mentale richiesta da una disciplina rinomata per la sua bellezza estetica; l’ungherese ULTRA di Balázs Simonyi racconta la più sfiancante delle maratone, la Spartathlon, 246 km tra Atene e Sparta da correre entro 36 ore; in WONDERFUL LOSERS: A DIFFERENT WORLD, coprodotto e distribuito in Italia da Stefilm, il lituano Arūnas Matelis ha seguito per 7 anni, durante il Giro d’Italia, i “Sancho Panza” del ciclismo professionale: portatori d’acqua, servitori, gregari, che sacrificano le loro carriere per aiutare i compagni di squadra. Tra sport (più o meno) nobili e passatempi da bar si muove PLAYING MEN dello sloveno Matjaž Ivanišin, un “catalogo” dei giochi virili dal sapore arcaico che ancora si praticano negli angoli più remoti del Mediterraneo.
Due gruppi di famiglia in un interno: quello di STRNADOVI (Storia di un matrimonio / A Marriage Story) della ceca Helena Třeštíková – a cui il TSFF ha dedicato un omaggio nel 2010 -, che sin dal 1980 segue con la sua macchina da presa la vita di Ivana e Vaclav Strnad; e DRUŽINA (La Famiglia / The Family) dello sloveno Rok Biček, già autore di Class Enemy, esempio di cinéma vérité senza sceneggiatura su un ragazzo nato in una famiglia di persone con problemi mentali che cerca di (ri)costruirsi una vita. Ed è un interno domestico, ma affacciato sulla storia con la S maiuscola, quello al centro di DRUGA STRANA SVEGA (L’altro lato di ogni cosa / The Other Side of Everything) di Mila Turajlić: la regista di Cinema Komunisto ricostruisce, attraverso una lunga conversazione con la madre, la storia dell’appartamento di famiglia, a Belgrado, “nazionalizzato” dopo la Seconda guerra mondiale.
Due i film rumeni: OUĂLE LUI TARZAN (I testicoli di Tarzan / Tarzan’s Testicles) di Alexandru Solomon, su un istituto di ricerca fondato dai sovietici negli anni Venti in Abcasia, repubblica non riconosciuta sulle sponde del Mar Nero, per creare un ibrido tra uomo e scimmia; e ȚARA MOARTĂ (La nazione morta / The Dead Nation) di Radu Jude, documentario-saggio che attraverso fotografie d’epoca e estratti dal diario di un medico ebreo, ricostruisce l’ascesa dell’antisemitismo negli anni Trenta e Quaranta.
Sono 15 i cortometraggi in concorso per il Premio TsFF Corti: tra questi, la prima assoluta del rumeno MISS SUEÑO di Radu Potcoavă, il cipriota ARIA di Myrsini Aristidou e il lituano BY THE POOL di Laurynas Bareiša, entrambi in concorso all’ultima Mostra di Venezia, il greco COPA-LOCA di Christos Massalas, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e il croato INTO THE BLUE di Antoneta Alamat Kusijanović, visto alla Berlinale.
Si conferma anche quest’anno l’attenzione per l’animazione, con una vetrina fuori concorso dove trova posto anche l’italiano MALAMÈNTI, diretto dall’attore Francesco Di Leva e presentato alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia.
Promossa in collaborazione con Sky Arte, che premierà uno dei film della sezione attraverso l’acquisizione e la diffusione sul canale, Art&Sound propone quest’anno 5 titoli in anteprima che esplorano i più diversi ambiti artistici: JA GAGARIN (Io sono Gagarin / I Am Gagarin) della russa Olga Darfy ricostruisce la scena techno della Mosca dei primi anni ’90; SOVIET HIPPIES dell’estone Terje Toomistu è una corsa attraverso il “potere dei fiori” sulle orme del movimento hippie sovietico che sfidò il regime dell’Urss; GLASNIJE OD ORUŽJA (Più forte delle armi / Louder Than Guns) del croato Miroslav Sikavica riflette sul ruolo della musica patriottica nella (ex) Jugoslavia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90; PICTURESQUE EPOCHS di Péter Forgács, maestro ungherese del found footage, è il ritratto di Mária Gánóczy, pittrice e filmmaker nata negli anni 20, la cui opera ha immortalato luci e ombre della storia dell’Europa centrale; il polacco BEKSIŃSCY. ALBUM WIDEOFONICZNY (I Beksiński – Un album di suoni e immagini / The Beksińskis – A Sound and Picture Album) di Marcin Borchardt, infine, racconta – attraverso un accesso senza precedenti ai materiali d’archivio della famiglia – la storia dello straordinario pittore Zdzisław Beksiński, e della sua complicata relazione con il figlio Tomek.
Fuori concorso, prodotto e distribuito da Sky, HANSA STUDIOS: DA BOWIE AGLI U2 – La Musica ai Tempi del Muro di Mike Christie ci guida alla scoperta dei mitici studi di registrazione berlinesi che videro nascere i capolavori di David Bowie, Iggy Pop, Depeche Mode, Nick Cave, U2, Einstürzende Neubauten, Nina Hagen.
Il consueto Focus “nazionale” è dedicato quest’anno non ad un Paese, ma ad un popolo – quello curdo – sparso in quattro Paesi (Turchia, Siria, Iraq, Iran). Con una bandiera ma senza uno Stato, come ci ricorda il titolo di uno dei film in programma, A FLAG WITHOUT A COUNTRY di Bahman Ghobadi (l’autore di Il tempo dei cavalli ubriachi e I gatti persiani), docu-fiction che segue le storie dei curdi Helly Luv, cantante pop curda, e Nariman, pilota. Entrambi cercano di essere un esempio per il loro popolo, un popolo che da sempre affronta condizioni durissime di vita, la guerra e gli attacchi dell’ISIS.
In programma altri tre film, tutti documentari: FILLES DU FEU (Figlie del fuoco / Fire’s Daughters) di Stéphane Breton, sulle donne curde che combattono contro l’Isis in Siria; METEORLAR (Meteore / Meteors) di Gürcan Keltek, che a partire dalla cronaca (la caccia ai militanti del PKK da parte delle forze di sicurezza turche nel 2015) mescola riprese documentaristiche e commenti politici, cose terrene e fenomeni dell’universo, diventando un film sulla memoria e la sparizione di persone, luoghi, cose; GÖZYAŞINA YER YOK (Non c’è posto per le lacrime / No Place for Tears) di Reyan Tuvi, un viaggio di solidarietà, vita e morte tra la Turchia e Kobane.
Confermata anche quest’anno la formula del Premio Corso Salani, che presenta cinque film italiani completati nel corso del 2017 e ancora in attesa di distribuzione: la dotazione del Premio (2mila euro) va intesa quindi come incentivo alla diffusione nelle sale del film vincitore. Immutato il profilo della selezione: opere indipendenti, non inquadrabili facilmente in generi o formati e per questo innovative, nello spirito del cinema di Salani. I titoli: il documentario in prima assoluta COUNTRY FOR OLD MEN di Pietro Jona e Stefano Cravero, ambientato a Cotacachi, Ecuador, dove il paradiso di un gruppo di anziani americani espatriati è minacciato dall’arrivo di connazionali che si portano dietro tic e nevrosi del loro paese di origine; IL CRATERE di Luca Bellino e Silvia Luzi, che dopo l’anteprima alla Settimana della Critica di Venezia sta riscuotendo enorme successo nei festival di tutto il mondo; KARENINA & I di Tommaso Mottola, sulle tracce di Tolstoj attraverso la sfida quasi impossibile dell’attrice norvegese Gørild Mauseth chiamata ad interpretare Anna Karenina in una lingua che non ha mai parlato e nel paese d’origine dell’autore; UNO SGUARDO ALLA TERRA di Peter Marcias, omaggio al lavoro del documentarista (dimenticato) Fiorenzo Serra, e insieme riflessione sul documentario contemporaneo – e sullo stato di salute della Terra – attraverso le testimonianze di autori come Claire Simon, Wang Bing e Brillante Mendoza; L’UOMO CON LA LANTERNA di Francesca Lixi, sceneggiato in collaborazione con Wu Ming 2, che racconta attraverso foto, documenti e filmati inediti la storia del bancario sardo Mario Garau, distaccato in Cina dal Credito Italiano nel 1920.
Essere il primo festival dell’anno ha i suoi vantaggi: ad esempio poter celebrare per primi i cinquant’anni del ’68, protagonisti di Rebels 68. East ‘n’ West Revolution, una retrospettiva che, fedele allo spirito del TsFF, si farà in due, indagando quell’anno cruciale del secondo Novecento da un doppio punto di vista: quello dell’ovest, con autori come Godard, Antonioni, Roeg e Bertolucci, e quello dell’est, con nomi come Pintilie, Dezső, Němec e Žilnik. Senza dimenticare titoli e personalità che – da Bellocchio a Makavejev a Garrel – hanno anticipato il 68, o che del 68 si sono nutriti, prolungandone lo spirito nelle stagioni a venire. “Una stagione breve, eccitante e terrificante di rivoluzione totale – spiegano Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri, curatori della parte “occidentale” della retrospettiva – “Nel cinema tutto doveva essere rovesciato: il linguaggio, i modi di produzione gerarchici, il concetto di professionalità, i premi, la ricezione e la memoria storica stessa, furono messi in discussione, totale e permanente. Un film non doveva più essere il cinguettio meraviglioso di un usignolo dentro la gabbia dorata. Ma la fine di ogni gabbia. E la possibilità per tutti di prendere una macchina da presa in mano senza chiedere permesso e scoprire altri mondi possibili”.
I film in programma:
REBELS 68. EAST: Oratorio for Prague (1968) di Jan Němec; Reconstruction (1968) di Lucian Pintilie; Agitators (1969) di Dezső Magyar; June Turmoil e Early Works (1969) di Želimir Žilnik; Sweet Movie (1974) di Dušan Makavejev; Generation ’68 (2016) di Nenad Puhovski.
REBELS 68. WEST: I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio; Blow Up (1966) di Michelangelo Antonioni; Baci rubati (1968) di François Truffaut; Sympathy for the Devil (1968) di Jean-Luc Godard; Sadismo (1970) di Donald Cammell, Nicolas Roeg; La cicatrice intérieure (1972) di Philippe Garrel; The Dreamers (2003) di Bernardo Bertolucci; Les deux amis (2015) di Louis Garrel; Blow Up di “Blow Up” (2016) di Valentina Agostinis.
Giunto alla 8. edizione, When East Meets West, evento organizzato dal Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia assieme al Trieste Film Festival, in collaborazione con EAVE, Maia workshops, Creative Europe Desk Italia, Eurimages, e con il supporto di Creative Europe – MEDIA Programme, MiBACT – Direzione Generale per il Ci- nema, CEI (Central European Initiative) e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, si conferma come l’appuntamento industry da non perdere. L’edizione 2018 avrà un nuovo doppio focus East & West, riunendo a Trieste più di 400 professionisti dell’audiovisivo provenienti da oltre 35 Paesi e, nello specifico, dai territori scelti per il focus 2018: Paesi Nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia) e Sud Est Europa (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia). L’idea, anche in questa edizione, è quella di dare vita a un appuntamento capace di creare un forte legame tra le regioni e i paesi coinvolti. Attraverso tavole rotonde, masterclass e case-study, si riuniscono a Trieste professionisti di diversi paesi, rendendo così il Friuli Venezia Giulia un punto di riferimento per i produttori dell’Est Europa che vogliono avviare collaborazioni con imprese occidentali, e viceversa. Insieme a produttori di lungometraggi e documentari saranno presenti broadcaster, distributori e rappresentanti di fondi e mercati, così da presentare l’intero panorama di possibilità produttive e distributive, nonché le risorse finanziarie disponibili.
Parecchi sono gli eventi industry per continuare ad attirare in città sempre più professionisti dell’audiovisivo dall’Europa dell’Est e dell’Ovest e per catalizzare l’attenzione dei distributori italiani, che in pochi giorni avranno l’opportunità di accedere a varie iniziative a loro dedicate, tra cui proiezioni di rough cut di lungometraggi documentari i cui progetti siano stati presentati in precedenza a piattaforme simili a WEMW (Last Stop Trieste) e per la prima volta anche a sessioni di work in progress di progetti di fiction italiani, in collaborazione con il Milano Film Network (This is IT).
Da segnalare inoltre Born in Trieste, sezione del festival – aperta quindi al pubblico – dedicata ai film che proprio al When East Meets West hanno iniziato il loro (fortunato) percorso produttivo: in programma quest’anno, oltre a due cross-over con altre sezioni (Country for Old Men, in gara al Premio Corso Salani, e Wonderful Losers, in concorso tra i documentari), l’anteprima internazionale del doc BIEGACZE (I corridori / Runners), diretto da Łukasz Borowski: tre protagonisti, 240 chilometri, 52 ore continue di lotta contro le difficoltà di una pista in montagna e le limitazioni del corpo umano. Senza mai dormire. Uno sguardo dentro le motivazioni più profonde che spingono l’uomo a conquistare l’impossibile.
Per il sesto anno torna Eastweek – Scriptwriting Workshop for New Talents, che quest’anno cambia veste: la novità è rappresentata dalla partnership con Midpoint – il programma per lo sviluppo e la scrittura di progetti cinematografici dedicato ai professionisti emergenti con sede presso la Famu di Praga – che di concerto con When East Meets West ha trasformato il progetto di sceneggiatura ‘Eastweek’ nel primo appuntamento di ‘FEATURE LAUNCH WORKSHOP’, il principale progetto annuale dedicato ai nuovi talenti nel campo cinematografico dell’Europa centro orientale, in collaborazione con il festival internazionale di Karlovy Vary e il Film Center Serbia. Quest’evoluzione è stata salutata da tutti i partner coinvolti come il coronamento e allo stesso tempo la felice continuità del quinquennale progetto di sceneggiatura già messo in atto dal Trieste Film Festival negli anni passati, e che ora vede un innalzamento della barra dal punto di vista professionale e qualitativo. Nella sua nuova veste, il primo step triestino del Feature Launch Workshop si rivolge a dei team creativi composti da sceneggiatori, registi e produttori durante la fase dello sviluppo del loro primo o secondo lungometraggio. I team potranno far parte di un workshop annuale che avrà inizio a Trieste e si concluderà nel 2019 nella sessione di follow up durante il mercato di co-produzione When East Meets West, durante il quale potranno confrontarsi e presentare i loro progetti ad una platea di potenziali produttori e partner artistici.
Tra i vari eventi collaterali di cui siamo orgogliosi sostenitori c’è il nuovo progetto dedicato alla realtà virtuale e al video immersivo a 360°, ‘TSFF goes Virtual’, in collaborazione con il PAG-Progetto Area Giovani del Comune di Trieste, già avviato lo scorso gennaio ed ampliatosi nell’arco di questi ultimi mesi, con una serie di workshop tenuti dal nostro collaboratore ed esperto Antonio Giacomin, il quale ha coordinato l’Hackaton contest, la prima maratona in Italia per la produzione video a 360°, e la ‘VR Day’ dedicata al video immersivo attraverso una serie di eventi il cui focus riguarda l’aspetto della discussione e ricerca di un comune linguaggio di espressione visiva. Professionisti del settore, creativi o semplici curiosi possono esplorare nuove strade creative ed espressive approfondendo e individuando gli strumenti di narrazione utilizzati in questo nuovo media mediante panel, workshop e una masterclass speciale tenuta dal ‘transmedia author’ Michel Reilhac.
I Paesi della 29. edizione
Albania – Austria – Belgio – Brasile – Bulgaria – Canada – Cipro – Croazia – Estonia – Finlandia – Francia – Georgia – Germania – Grecia – Iraq – Irlanda – Italia – Lettonia – Lituania – Norvegia – Paesi Bassi – Polonia – Qatar – Regno Unito – Repubblica Ceca – Romania – Russia – Serbia – Slovacchia – Slovenia – Spagna – Stati Uniti d’America – Svezia – Svizzera – Turchia – Ucraina – Ungheria
Teatro Miela (Piazza Duca degli Abruzzi, 3)
Politeama Rossetti (Largo Giorgio Gaber, 1)
Il 29. Trieste Film Festival è stato realizzato con il patrocinio di Comune di Trieste,
Direzione Generale per il Cinema – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Università degli Studi di Trieste, Ordine degli Avvocati di Trieste; con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Generale per il Cinema – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Trieste, CEI – Central European Initiative; con il sostegno di Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, Fondazione CRTrieste, Promoturismo FVG, Istituto Polacco di Roma, Studio Boscolo&Partners Trieste, Parlamento europeo / Lux Prize; con la collaborazione di Fondo Audiovisivo FVG, Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, La Cineteca del Friuli, La Cappella Underground, FVG Film Commission, Associazione Casa del Cinema di Trieste, Associazione Corso Salani, Milano Film Network, MIDPOINT International Script Development Program, SIEDAS – Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo
Media partner: MYmovies, Quinlan.it, Longtake
Web Media Partner: cinematographe.it, geomovies.it, lafolla.it, momentosera.com, oubliettemagazine.com
Media coverage by Sky Arte HD
Technical partners: B&B Hotel Trieste, Grand Hotel Duchi D’Aosta, Victoria Hotel Letterario, Urban Homy Trieste, Hotel Continentale, NH Hotel Trieste, Hotel Coppe, Savoia Excelsior Palace, Urban Hotel Design, Tipografia Menini, Cafè Rossetti, Antico Caffè San Marco, Parovel, Ristorante Pepenero Pepebianco, RossoPomodoro Trieste, Ristorante Mimì e Cocotte, Immaginario Scientifico, Collettivo SuperAbile, Ideando Pubblicità, Spin.it, Eventival
Trieste Film Festival aderisce a: AFIC Associazione Festival Italiani Cinema.
I momenti più difficili sono lontani nel tempo ma, senza l’ostinazione, il sacrificio e la follia di Livio Jacob e Piera Patat, che hanno creduto fino in fondo al loro progetto e lo hanno portato avanti con passione nel corso dei decenni, la realtà attuale non esisterebbe. Quella che oggi è una delle cinque maggiori cineteche italiane nacque con le proiezioni itineranti che Livio e Piera organizzarono con l’aiuto di altri amici fin dall’estate del 1976 nelle tendopoli sorte a Gemona e nei paesi vicini colpiti dal terremoto del 6 maggio di quell’anno. Fu durante quegli spettacoli che nacque l’idea di costituire un cineclub con una sede stabile a Gemona. Qualche anno dopo, nacquero le Giornate del Cinema Muto, fondate con Cinemazero nel 1982 e diventate un appuntamento di rilievo internazionale.
TSFF DEI PICCOLI
LA NUOVA LEGGE DEL CINEMA
ART&SOUND
ZILNIK E PUHOVSKI: REBELS ‘68
L’EASTERN STAR AWARD A RADE ŠERBEDZIJA
SABATO 20 GENNAIO
Molto ricco il programma di Sabato 20 gennaio al Teatro Miela.
Si comincia alle 11:00 in sala grande con un dibattito: il mondo della cinematografia e dell’audiovisivo italiano è stato recentemente interessato dalla L. 220/2016 che ha apportato rilevanti modifiche a questo settore. La conferenza “La nuova legge del cinema: tutele, innovazioni, prospettive” affronterà gli aspetti maggiormente rilevanti della normativa nazionale sul diritto d’autore. L’evento è ad ingresso libero.
Nel pomeriggio, la sezione Art&Sound presenta tre bei documentari: alle 14:30 è la volta di HANSA STUDIOS: DA BOWIE AGLI U2. La Musica ai Tempi del Muro di Mike Christie. David Bowie, Iggy Pop, Depeche Mode, Nick Cave, U2, Einstürzende Neubauten, Nina Hagen: al mondo esistono pochi studi di registrazione che hanno ospitato una lista di musicisti così eccezionale come gli Hansa Studios di Berlino. Qui, artisti di fama internazionale hanno prodotto hit dopo hit all’interno di un complesso di studi unico nel suo genere, che spiccava, quasi solitario, nella desolazione di Potsdamer Platz, a Ovest della città, a pochi metri dal famigerato muro di Berlino. L’autore sarà presente in sala.
Alle 21:00 viene presentato invece SOVIET HIPPIES di Terje Toomistu, un viaggio inatteso, pop e colorato, sulle orme del movimento hippie sovietico per scoprire che anche in quella parte d’ Europa negli anni ‘70 esisteva un mondo underground e psichedelico. Appassionati di musica rock, dediti al culto di ‘peace & love’, i giovani freak desiderosi di libertà riuscirono a creare un loro sistema alternativo anche attraverso raduni in stile Woodstock nonostante il rigido regime dell’Unione Sovietica. L’autrice sarà presente in sala.
Infine alle 22:30JA GAGARIN di Olga Darfy in cui la regista ricorda Mosca, la sua gioventù e la sua vita a vent’anni all’inizio degli anni ‘90, al momento del crollo dell’Unione Sovietica. Alcuni DJ si buttarono sulla musica techno e iniziarono a usare Lsd. Il ritmo di Mosca iniziò a cambiare. L’autrice sarà presente in sala.
La retrospettiva REBELS 68 east’n’west revolution propone nel pomeriggio un’indagine sul ’68 così come è stato vissuto in Yugoslavia attraverso il recente film di Nenad Puhovski GENERACIJA ’68 alle 16:00, seguito da due film del ’69, entrambi firmati da Zelimir Zilnik, LIPANJSKA GIBAJNA (June Turmoil) alle 17:30 e a seguire RANI RADOVI (Early Works).
Alle 19:00 Nenad Puhovski e Zelimir Zilnik incontreranno il pubblico in un incontro coordinato dal critico Ivan Velisavljević.
Alle 20:15 si terrà la cerimonia di consegna del premio Eastern Star, che segnala una personalità del mondo del cinema che con il suo lavoro ha contribuito a gettare un ponte tra l’Europa dell’est e dell’ovest: in quest’edizione il Premio viene assegnato all’attore, drammaturgo, poeta e musicista croato Rade Šerbedžija, volto tra i più popolari e versatili nell’ex Jugoslavia e a livello internazionale. Un interprete che ha dimostrato di sentirsi perfettamente a proprio agio nelle cinematografie di ogni latitudine: dalla ex Jugoslavia (un titolo su tutti: Prima della pioggia di Milcho Manchevski, Leone d’oro alla Mostra di Venezia) all’Italia (La tregua di Francesco Rosi, Il dolce rumore della vita di Giuseppe Bertolucci, Io sono Li di Andrea Segre), senza contare la lunga avventura nel cinema USA con maestri con Stanley Kubrick (Eyes Wide Shut), John Woo (Mission: Impossible II) e Clint Eastwood (Space Cowboys)”. Ma il premio – continuano Romeo e Grosoli – “vuol essere un riconoscimento, oltre che alla carriera artistica, anche all’impegno civile di una persona che si è sempre distinta per le posizioni apertamente e coraggiosamente antibelliche e per non essere mai scesa a compromessi”.
Sabato è anche la prima delle due giornate del TSFF dei Piccoli: il ridottino del Teatro Miela ospiterà alle 11:00 il Cine-Collage: Laboratorio per Piccoli Registi, che aiuterà a produrre ai partecipanti il loro piccolo film, a cura del Collettivo SuperAbile; alle 16:00 si terrà invece #PAPERrevolution a cura di Annalisa Metus, laboratorio di libri pop-up.
Per la partecipare a entrambi gli eventi scrivere a aac@alpeadriacinema.it.
Ricordiamo infine alle 18:00 al Ridottino del Teatro Miela la presentazione di Camera di Specchi, progetto contenitore dedicato allo sviluppo di professionalità in ambito cinematografico e a percorsi di integrazione, inclusione e promozione sociale. Il focus di questa edizione, Camera di Specchi SOUND, era rivolto a giovani musicisti, producer musicali e compositori del Friuli-Venezia Giulia e paesi limitrofi.Sotto la guida di Teho Teardo (compositore dei film di Garrone, Sorrentino, tra gli altri) i partecipanti hanno prodotto la colonna sonora per il cortometraggio documentario Ferro, realizzato per l’occasione da Giovanni Ortolani.
Mentre dalle 18:00 alle 21:00 presso Cavò in via San Rocco 1 si terrà la performance Babatwoosh Veggente Digitale. Babatwoosh, la veggente digitale di origine islandese, per la prima volta porta a Trieste nello spazio del Cavò la sua presenza carismatica e il suo tocco fisico/digitale, in una sorta di nuova esplorazione del Darshan, in sanscrito l’incontro con il maestro. Ogni volta differente, il rito del Darshan consentirà alle persone di guardare il maestro, di essere toccate dalla vibrazione sonica del Tecno-Mantra, di ricevere l’abbraccio di trasformazione che potrà cambiare per sempre la loro consapevolezza nel doppio mondo. Entrata libera con iscrizione obbligatoria scrivendo a info@cizerouno.it
I biglietti per la giornata e le singole proiezioni sono acquistabili direttamente alla cassa del Teatro Miela mezz’ora prima della prima proiezione
Il programma con il calendario e tutte le iniziative è scaricabile dal sito www.triestefilmfestival.it.
TSFF DEI PICCOLI
CITY WALKS
TSFF GOES VIRTUAL
LE GIORNATE DELLA DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE
IL PREMIO CORSO SALANI
DOMENICA 21 GENNAIO
Domenica 21 gennaio è il VR Day: da gennaio 2017 il Trieste Film Festival è impegnato ad esplorare le nuove tecnologie in ambito cinematografico e per questa edizione Alpe Adria Cinema con il supporto del PAG – Progetto Area Giovani del Comune di Trieste promuove il progetto TSFF goes Virtual.
Domenica il Salone degli Incanti nella marina di Trieste ospiterà un’intera giornata di approfondimento sul tema, a cominciare dalle ore 11:00 con il PANEL VIRTUAL REALITY: STATE OF THE ART, un panel sullo stato dell’arte del video immersivo, con l’analisi di una transmedialità che implica il cinema, i videogiochi, internet ed il sound design. Parteciperanno Antonio Giacomin (VR expert), Dennison Bertram (visual artist), AIMONE BODINI (creative producer & VR specialist) e Axel Drioli (immersive audio producer).
Alle ore 14:30 si terrà il WORKSHOP WHAT IS SPECIAL ABOUT SPATIAL AUDIO?, un workshop con Axel Drioli sullo Spatial Audio, le sue caratteristiche, potenzialità e debolezze da un punto di vista creativo. Il workshop è dedicato soprattutto a registi e creativi anche senza competenze specifiche sull’utilizzo dello Spatial Audio come strumento per lo storytelling.
Infine a coronamento della giornata di studio si terrà la MASTERCLASS di MICHEL REILHAC, uno dei pionieri nelle riprese di realtà virtuale: il suo primo film VR Viens! è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2016. Reilhac è l’ideatore e co-programmatore di Venice VR, la prima competizione ufficiale di contenuti artistici VR alla Mostra del Cinema di Venezia ed è anche head of studies per la Biennale College di Venezia, oltre ad essere a capo del Cross Media College presso la Scuola Holden di Torino.
Per le altre attività della giornata segnaliamo che dal Politeama Rossetti alle 11:00 Nicola Falcinella guiderà la Passeggiata nella Trieste del Cinema, un viaggio lungo viale XX Settembre e i suoi dintorni, le strade delle sale cinematografiche oggi e delle prime proiezioni a fine ‘800, al Teatro Fenice e allo stesso Rossetti. Si va sui luoghi di Senilità e de La sconosciuta, ma anche di Giulia e Giulia, La forza del passato e della ricerca di Bobi Bazlen ne Le stade de Wimbledon. E ancora allo storico Caffè San Marco, set dei film da Svevo ma anche di Nora su James Joyce e di Paprika di Tinto Brass. Ci si iscrive scrivendo a esternogiornots@gmail.com o chiamando il +393394535962.
All’Immaginario Scientifico c’è invece il TSFF dei Piccoli: dalle 10:00 alle 18:00 nello spazio delle multivisioni Kaleido verranno proiettati cortometraggi di animazione selezionati dal Trieste Film Festival e alle ore 11:00 e alle 15:00 ci sarà il laboratorio Scienziati della Domenica zootropio: la magia del cinema. Con materiali semplici, fantasia e creatività, i bambini costruiranno il dispositivo “antenato” della proiezione cinematografica: sperimentando come la rapida successione di immagini conferisce l’illusione di movimento.
Al Ridottino del Teatro Miela invece alle 10:30 c’è il Cinema per i Piccoli: una gustosa mattinata in cui godersi sullo schermo delle animazioni selezionate dal Trieste Film Festival accompagnati da una ricca e dolce merenda preparata per voi da Mimì e Cocotte.
Alle 11:00 la sala grande del Teatro ospiterà invece Le Giornate della Distribuzione Indipendente, realizzato in collaborazione con il SNCCI, con un focus incentrato sulle crescenti interazioni tra le distribuzioni italiane e il sistema dei festival nella diffusione del cinema indipendente.
Dalle 14:30 fino a sera sarà protagonista il Premio Salani. Verranno quindi proiettati Karenina & I lungometraggio di Tommaso Mottola, film del 2017 in cui l’attrice norvegese Gørild Mauseth accetta la sfida, quasi impossibile, di interpretare Anna Karenina in una lingua che non ha mai parlato e nel paese d’origine dell’autore. Inizia così un lungo viaggio fino a Vladivostok attraverso la transiberiana per imparare il russo e scoprire i veri motivi per cui Tolstoj (cameo di Liam Neeson) ha scritto il romanzo.
Alle 16:30 potremo vedere in anteprima assoluta Country For Old Men (2017), documentario di Pietro Jona e Stefano Cravero che ci porta a Cotacachi, in Ecuador tra la fine dell’American Dream e la continuazione del mito della frontiera: il paradiso di un gruppo di pensionati americani espatriati; un volontario esilio dorato caratterizzato dai rapporti quanto meno complessi con la gente del posto.
Subito dopo, alle 18:30 Uno Sguardo alla Terra (2018) di Peter Marcias ci porta in un’opera che parte dalla visione del film di un grande documentarista sardo, Fiorenzo Serra: L’ultimopugno di terra, censurato nel 1965, per arrivare a discutere del cinema documentario contemporaneo. Intervengono alcuni tra i più grandi autori del cinema del reale.
Infine, alle 21:00 viene proposto Il Cratere (2018) di Luca Bellino e Silvia Luzi, una docu-fiction ambientata in una terra tormentata, in cui un padre sfida il mondo e la sorte attraverso sua figlia e le sue corde vocali. Il successo si fa ossessione, il talento condanna. Il Cratere è una favola al contrario basata sulla vera storia di una ragazzina, cantante neomelodica, già star del web.
Tutte le proiezioni saranno accompagnate in sala dagli autori.
I biglietti per la giornata e le singole proiezioni sono acquistabili direttamente alla cassa del Teatro Miela mezz’ora prima della prima proiezione.
Tutti gli orari e le modalità di accesso alle proiezioni e al concerto sono sul sito www.triestefilmfestival.it.
AL 29. TSFF L’InCE SOSTIENE I GIOVANI SCENEGGIATORI
Quest’anno il Trieste Film Festival, in collaborazione con When East Meets West e con il il supporto di InCE, ha ufficializzato la collaborazione con Midpoint − il programma con sede a Praga per lo sviluppo di progetti cinematografici dedicato ai professionisti emergenti − per trasformare il progetto di sviluppo della sceneggiatura Eastweek nel primo appuntamento di Midpoint Feature Workshop, il principale progetto annuale dedicato ai nuovi talenti nel campo cinematografico dell’Europa centro orientale, in collaborazione con il festival internazionale di Karlovy Vary e il Centro Cinematografico Serbo. Quest’evoluzione rappresenta il coronamento e allo stesso tempo la felice continuità del quinquennale progetto di sviluppo della sceneggiatura promosso dal Trieste Film Festival. Il progetto annuale prevede due workshop incentrati sullo sviluppo di un progetto, la ricerca di finanziamenti e le opportunità di co-produzione; e ancora, una nuova piattaforma di presentazione e una sessione di follow-up. Il progetto si rivolge a gruppi creativi composti da sceneggiatori, registi e produttori nella fase di sviluppo del loro primo o secondo lungometraggio. I gruppi potranno far parte di un workshop annuale che avrà inizio proprio a Trieste e si concluderà nel 2019 durante il mercato di co-produzione When East Meets West, durante il quale potranno confrontarsi e presentare i loro progetti ad una platea di potenziali produttori e partner artistici.
Per la prima edizione di Midpoint Feature Workshop 1 – Eastweek, il comitato di selezione composto da rappresentanti di Midpoint, TriesteFF e WEMW, ha selezionato 9 progetti provenienti da Azerbaijan, Grecia, Montenegro, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Ucraina e Ungheria.