Non mi sarei aspettata certamente di uscire perplessa dopo l’esibizione dei tanto atteso Complexions Contemporary Ballet a Trieste.
Il titolo dello spettacolo prometteva veramente bene: “From Bach to Bowie”.
Molti gli appassionati di danza, moltissimi quelli del mito musicale dei nostri tempi, che hanno riempito il teatro fino alla seconda galleria.
Il pubblico ha dimostrato di aver apprezzato moltissimo lo spettacolo, io avevo maggiori aspettative soprattutto per quanto riguarda la parte di Bowie.
La prima parte dell’interpretazione è stata modernamente classica e molto apprezzata, ma è nella seconda parte che personalmente ho provato addirittura un senso di fastidio.
Non discuto la capacità artistica dei ballerini, ma personalmente non riuscivo a comprendere i collegamenti fatti nella scelta dei brani.
Da alcuni canti gospel, siamo passati a una dissacrante e imbarazzante Ave Maria che mimava gesti di accoppiamento, per arrivare a un finale dedicato a Bowie dove i ballerini passeggiavano per il palcoscenico mimando un canto in playblack.
Personalmente non solo non ho compreso la coreografia, ma mi sono sentita tradita nell’aspettativa.
Per me come per molte persone soprattutto della mia età, Bowie non è solo un cantante, ma un mito che ha stravolto il modo di esibirsi portando l’installazione artistica sul proprio corpo attraverso il proprio look. Lui viveva la musica come una tavolozza di colori con il quale dipingere il mondo: l’unico colore in scena per lui, probabilmente per scelta, è stata la meravigliosa tenda dorata che è apparsa per alcuni istanti.
Laura Poretti Rizman
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“Chiusura di spessore internazionale per la Stagione Danza del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che martedì 8 maggio ospita al Politeama Rossetti il Complexions Contemporary Ballet fondato da Desmond Richardson e Dwight Rhoden. “From Bach to Bowie” traccia un ponte fra passato e presente, fra classico e contemporaneo: si apre con una coreografia su musiche di Bach e si conclude con un articolato omaggio a David Bowie sulla colonna sonora dei suoi successi. Le coreografie sono di Rhoden, un incantevole assolo sarà danzato da Desmond Richardson”.
È una serata di danza di elevatissimo livello e di grande fascino quella che chiude il cartellone Danza del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il prossimo martedì 8 maggio: occasione unica di applaudire nuovamente sul palcoscenico del Politeama Rossetti gli straordinari ballerini del Complexions Contemporary Ballet.
Desmond Richardson è il primo afroamericano eletto “Principal dancer” dell’American Ballet: un ballerino e coreografo che la stampa americana definisce «una scultura in movimento, un corpo che è arte, attraversa il tempo e lo spazio con forza e grazia – ogni parte del corpo è connessa, mai fermo, ma il cuore si ferma nella bellezza» (Lara Hartley su Ballet Magazine).
Dwight Rhoden che è stato ballerino principale dell’Alvin Ailey American Dance Theater e ha danzato in molte compagnie importanti, ha intrapreso con tale successo la carriera di coreografo da essere indicato dal New York Times come «uno dei coreografi più richiesti della nostra epoca» e da avere creato per le più importanti compagnie del pianeta, dal Mariinsky di San Pietroburgo al New York City Ballet.
Singolarmente, i due sono dunque eccellenti artisti, ma è assieme che la loro creatività esplode in qualcosa di straordinario: assieme infatti, nel 1994, hanno fondato il Complexions Contemporary Ballet, che nel mondo della danza non ha eguali.
La compagnia assume come punto di partenza l’idea che la danza debba rimuovere le frontiere e non rinforzarle. Ecco dunque nascere il loro stile unico e innovativo che germoglia dalla capacità di svincolarsi dai limiti di un preciso stile, o luogo, o periodo, e che invece unisce vari metodi, modelli, ispirazioni, creando una forma di danza aperta ed in continua evoluzione, che riflette il movimento del mondo e tutte le sue culture.
Il risultato è un approccio inedito alla danza che, attraverso il tempo, si arricchisce riuscendo a “parlare” al pubblico con grande intensità. Lo testimonia la forza con cui i Complexions si sono
imposti all’attenzione delle platee e degli addetti ai lavori di tutto il mondo. In questi 24 anni sono stati applauditi nei maggiori teatri negli Stati Uniti, in tutta Europa e Canada, Australia, Nuova Zelanda, Corea, Brasile, Giappone, Egitto, Israele, Giamaica…
Gli appassionati, a Trieste, hanno avuto il privilegio di ammirarli già in due occasioni, sempre ospiti del Teatro Stabile, la più recente nel 2011: i Complexions sapranno magnetizzare il pubblico anche con questo nuovo spettacolo che traccia un ponte ideale fra passato e presente, fra classico e moderno, fra Johann Sebastian Bach e David Bowie.
“From Bach to Bowie” si apre con “Ballad Unto…” una coreografia di Rhoden su musiche di Bach in cui è impegnata l’intera compagnia: sette coppie interagiscono in un’intima astrazione sull’amore. Nel secondo atto si succedono quattro coreografie: “Gone”, per tre ballerini sul tema della fratellanza e della sopravvivenza, “Testament” una riflessione su fede e devozione espressa in un pas de deux su canti spiritual afroamericani, “Imprint/Maya” è un emozionante “solo” interpretato dal leggendario Desmond Richardson unendo linguaggio della strada e classico e infine “Ave Maria”, toccante pas de deux che esplora la spiritualità. Il terzo atto è invece completamente declinato in in tributo a David Bowie: “Star Dust” è la prima parte di un balletto che si ispira all’innovazione e alla personalità camaleontica della grande rockstar, costruito su brani straordinari come “Lazarus”, “Life on Mars”, “1984” e “Modern Love”.
I posti ancora disponibili si possono acquistare nei consueti circuiti e punti vendita dello Stabile e tramite il sito www.ilrossetti.it.