Una musica assordante e fastidiosa lascerà, nella dolcezza del finale, spazio alla danza di un lento melodioso e dolcissimo che colora di malinconia il quadro come fosse un Haiku.
L’arte salverà il finale portando i protagonisti in una spirale concettuale di bellezza.
Un grande capolavoro è approdato a Trieste al Teatro Orazio Bobbio.
Un autunno di Fuoco, la nuova produzione La Contrada di Trieste, ha esordito venerdi 9 novembre riportando un grande successo di pubblico e di apprezzamenti di critica.
I due protagonisti hanno saputo dar voce a due personaggi diversi eppur simili allo stesso tempo. Una madre anziana solo nel fisico che non ha smesso di sognare e si rifiuta di lasciarsi accompagnare dai figli in una casa di riposo, si barrica in quella che è stata la sua casa per moltissimi anni.
Una casa ricca di oggetti che ricordano una vita e per chi ama l’arte, l’antiquariato, la musica e la fotografia, hanno maggiormente il sapore di casa e di storia personale. Un passato legato al rosso che hanno il sapore di caramelle antiche. Un albero ricco di foglie rosse, magistralmente creato, è il caposaldo della scena, ma nel finale mostra con grande sorpresa la sua capacità a muoversi a seconda del bisogno.
L’albero con le foglie magiche, è un protetto dalla protagonista che per lui ha lottato ferocemente. L’albero è uno di una fila di alberi salvati che invece, nella nostra città sono stati improvvisamente una volta di più, tagliati senza che nessuno potesse far nulla, per dar spazio a posteggi per corriere o a viabilità migliori.
La storia raccontata è una storia che ci appartiene. Siamo tutti figli o madri, tutti attraversiamo il corso della vita che ci vede affettuosi, devoti, ribelli e dipendenti. Tutti siamo Alessandra e Chris.
Milena Vukotic e Maximilian Nisi sono i due attori protagonisti. Milena Vukotic è una gran donna, di un’eleganza sublime e raffinata.
Grande attrice di fama nazionale cinematografica, televisiva e teatrale, riesce a rendere lieve ogni sua interpretazione, per quanto tragica sia.
Maximilian Nisi è un attore che fin da giovane ha studiato alla Scuola del Teatro d’Europa di Milano diretta da Giorgio Strehler, per poi approdare alle scene del teatro italiano più importanti, al fianco di grandi nomi come Luca Ronconi e Glauco Mauri. In questo spettacolo ha saputo vestire i panni di un figlio perfettamente ribelle ma dolcemente poetico e amorevole.
Gli abiti, creati dal talentuoso Andrea Stanisci, presentavano una notevole ricercatezza di rifiniture e particolari, nessuno lasciato al caso.
Lo spettacolo, diretto da Marcello Cotugn, rimane in scena fino a martedi 13 novembre.
Laura Poretti Rizman
DAL 9 NOVEMBRE AL TEATRO ORAZIO BOBBIO
LA PRODUZIONE CONTRADA “UN AUTUNNO DI FUOCO” CON MILENA VUKOTIC E MAXIMILIAN NISI.

Ritorna “a casa” dopo il debutto agostano al Festival di Borgio Verezzi e dopo la tournée in varie piazze e teatri d’Italia e della nostra regione “Un autunno di fuoco”, la nuova produzione La Contrada di Trieste. La pièce scritta dal drammaturgo statunitense Eric Coble ha ricevuto in questi mesi recensioni e critiche positive ed è stato salutato da grandi applausi e standing ovation. Lo spettacolo, diretto da Marcello Cotugno e interpretato da Milena Vukotic e Maximilian Nisi andrà in scena al Teatro Orazio Bobbio di Trieste da venerdì 9 a mercoledì 14 novembre (ore 20.30, le repliche di domenica 11 e martedì 13 alle 16.30).
Un autunno di fuoco, commedia dolce e graffiante sui delicati e spesso esplosivi rapporti tra madri e figli, inizia con una donna anziana barricata in casa e con un intruso che si infila dalla finestra. Alessandra, la protagonista, ottuagenaria, non è affatto una vecchietta indifesa, bensì un’artista alla resa dei conti con la sua famiglia per stabilire dove trascorrerà i suoi ultimi anni di vita. Con un’arguzia inaspettata in una donna dall’aspetto così gentile, una passione vulcanica e una pila di bombe Molotov, Alessandra si chiude in casa minacciando di dar fuoco a tutto piuttosto che finire in una casa di riposo.
L’intruso è Chris, il più giovane dei tre figli, quello che con la madre ha avuto il rapporto più problematico tanto da allontanarsi dalla famiglia per molti anni. Ed è sempre lui a dover convincere Alessandra a lasciare la sua casa, mentre le prime bombe emotive iniziano a detonare.
«Quando ho letto per la prima volta Un autunno di fuoco – racconta il regista – la prima suggestione che mi si è presentata alla mente è stata la bellissima poesia di Dylan Thomas “Do not go gentle into that good night”, un’acuta e emozionante esplorazione in versi sul tema della morte e del morire, come possibile gesto estremo di ribellione. Ma quello di Thomas è anche un estremo urlo di vita, un imperativo che il poeta ci rivolge per ricordarci di come, nell’impossibilità di prevedere le circostanze della ne della nostra storia, dovremmo vivere il tempo che ci è dato. La consapevolezza della morte, infatti, dovrebbe ampli care la passione e l’energia sovversiva con cui decidiamo di vivere il nostro percorso. Il testo di Coble prende spunto (inconsapevolmente?) da questa poesia, se è vero che Alexandra, la protagonista, si rifiuta caparbiamente di andarsene mite all’altro mondo: piuttosto che cedere alle richieste dei suoi figli, che vorrebbero “neutralizzare” la sua vecchiaia tra le mura di una casa di cura, preferisce barricarsi in casa e difendersi, con degli ordigni fatti in casa, dai possibili attacchi di un mondo esterno da cui si sente incompresa e tradita. Sarà il terzo figlio Chris ad accompagnarla, attraverso un percorso di riflessione condivisa che è anche un tagliente e ironico incontro-scontro generazionale, verso una nuova consapevolezza: può esserci bellezza anche nella disgregazione delle cose, in un’età in cui, anche se il corpo perde forza e memoria, si può ancora guardare avanti verso traguardi nuovi e diversi, anche se magari posti appena pochi metri fuori dalla porta. La vecchiaia si rivela come una condizione relativa, di perdita ma anche di conquista, che sta a noi investire di significato e di bellezza. Milena Vukotic, attrice straordinaria con cui sono profondamente onorato di lavorare, è l’interprete allo stesso tempo delicata e profonda che può restituire tutte le sfumature e la complessità di Alexandra: spirito libero, sguardo cinico e dissacrante, madre amorevole e donna senza radici. Maximilian Nisi, attore poliedrico e sensibile, è l’ideale controparte in grado di restituire tutta la straordinaria e dolorosa umanità di cui il personaggio di Chris è portatore. Una scena che oscilla tra realismo e simbolismo, segnata dalla presenza incombente di un albero che ci riporta, allo stesso tempo, alle stagioni della vita e a ciò che resta dopo di noi; musiche che echeggiano, a tratti remixandolo, al passato remoto; luci che, nella tradizione espressionista, rendono vivi i sentimenti e le emozioni dei due interpreti, uno spettacolo che prova a parlare con leggerezza della morte e con profondità del senso della vita.»
Per Milena Vukotic e Maximilian Nisi si tratta di un gradito ritorno sui palcoscenici regionali dove sono stati protagonisti nella stagione scorsa con “Sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi nell’adattamento di Ugo Chiti e “Mr Green” di Jeff Baron.
La produzione prosegue la tournée in regione martedì 27 novembre al Nuovo Teatro Comunale di Gradisca d’Isonzo (ore 21), per la stagione promossa dagli Artisti Associati e nei promossi mesi andrà a Roma e Torino.
Informazioni: 040.948471; contrada@contrada.it; www.contrada.it.