Una Amorosa Presenza in città, Nicola Piovani

immagine fornita da Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Io non ricordo un giorno della mia vita senza la Musica

Nicola Piovani

 

 

 

 

 

 

Un grande nome della musica mondiale, Nicola Piovani, ormai da tempo si aggira per le nostre vie.

Ha avuto modo di vivere e lavorare nella nostra città, e piano piano, sta iniziando ad apprezzarla sempre di più.

Tempo fa con il Teatro Lirico Giuseppe Verdi è riuscito a siglare un accordo di lavoro su una sua opera lirica, Amorosa Presenza.

Un lavoro nato molto tempo prima dalla collaborazione con lo scrittore Vincenzo Cerami e dalla lettura del suo libro, divenuto poi grazie al Maestro Piovani, un libretto teatrale, i cui testi in seguito, sono stati messi in metrica lirica con l’aiuto della figlia di Cerami, Aihsa . Ci sono dei cambiamenti tra i due lavori però: nel libro il finale rimane sospeso, mentre nel libretto il finale è raccontato. L’opera però è rimasta nel cassetto a lungo finchè alla domanda di un giornalista il Teatro triestino ha colto al balzo la grande possibilità di ospitarlo e ne è nata la collaborazione.

Nicola Piovani è noto al mondo per la sua capacità artistica, grazie soprattutto al premio Oscar per la musica del film La vita è bella di Roberto Benigni, ma i premi a lui assegnati sono moltissimi ed il suo percorso musicale lo ha portato a suonare vicino ai nomi più celebri del mondo artistico italiano e straniero.

Grande aspettattiva dunque per questo lavoro, che vede il Teatro tingersi di luce nuova per l’inaugurazione del Cartellone con questo debutto in anteprima mondiale, che ha visto arrivare tutto il jet set di Trieste, molte televisioni e giornalisti, e anche un nutrito gruppo di giovani allievi accompagnati dalle loro maestre.

“Amorosa presenza” è la prima opera lirica di Nicola Piovani, in scena anche nella veste di Maestro Concertatore e Direttore.

La regia è stata affidata a Chiara Muti, attrice cantante e regista e non da ultimo, figlia del direttore d’orchestra Riccardo Muti.

L’opera in due atti, narra la storia d’amore tra Orazio e Serena e l’attesa dell’inizio dello spettacolo è molto emozionante.

Il maestro Piovani entra accolto da uno scrosciante applauso e dopo un inchino, da il via all’Inno d’Italia.

Tutti in piedi nel Teatro ed alla fine dell’omaggio, l’applauso lascia il posto all’apertura del sipario e all’ incanto che avvince tutti.

Una scena a metà tra la favola e la realtà, vede una splendida scenografia che illustra una fervente metropoli dove è possibile una vita a dimensione umana. A metà tra la frenesia della città e la tranquillità del vivere in un paese, sullo sfondo il grigiore dei grattacieli, in primo piano la tranquillità di due palazzine che si pongono una di fronte all’altra ed, in mezzo a tutto questo, un grande e saggio albero.

Sia le scene che i costumi sono di Leila Fteita, e sono molto curate nei dettagli e nella loro esecuzione premiando il risultato con un grande effetto delizioso. Scenografie e costumi sono stati interamente realizzati nei laboratori del Teatro Verdi, grazie all’esperienza e alla professionalità dei lavoratori della Fondazione, e per loro il Maestro, nell’intervista concessa alla giornalista Sara del Sal per l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”, ha speso lodi e ringraziamenti.

Le coreografie di Miki Matsuse, dirigono i due ballerini, Angelo Menolascina e Clair Bosco, alter ego dei protagonisti, ed i movimenti dei simpaticissimi quattro cespugli, Giulia Bernardi, Giorgia Morosini, Marta Keller e Rouge Maudit, che interagiscono attivamente alle vicissitudini dei due amanti. Sullo sfondo anche uno stuolo di figuranti, rappresentanti i cittadini e la loro frenesia. Tutti sono vestiti in nero e ricordano fortemente gli omini di René Magritte e le donne riportano il pensiero dritto a Mary Poppins. Tutti sono legati dall’ombrello nero, sempre presente nelle grigie giornate di smog e nebbia. Questo gruppo di figuranti è così ben orchestrato da sembrare un gruppo di ballerini.

Il gioco di luci che, proiettato sullo sfondo illumina la città, l’albero e le foglie nel suo mutare di stagione e nellincessante scorrere del tempo, dona all’opera un grande tono romantico. Il lavoro è firmato da Vincent Longuemare.

Il coro, diretto dal Maestro Paolo Longo, rimane nascosto durante le sue esibizioni.

La storia narra di un amore. Un amore timido e confuso, dove si ricerca lo stratagemma della maschera per la paura della non accettazione. Un tema antico, molto noto nel mondo, e di volta in volta, presentato in maniera diversa, ma a pensarci bene, un modo di presentarsi molto attuale, quello che attraverso l’utilizzo dei filtri e delle maschere, tende a portare agli altri una visione distorta della realtà.

Lui ama lei e si traveste per avvicinarla, e così a sua volta lei, che s’innamora di lui attraverso racconti fantastici, si traveste per avvicinarlo. Non si riconoscono, si allontanano e si ritrovano. Una favola a lieto fine, accompagnata da figure immaginarie che crescono con i personaggi in questa metropoli così frenetica e così, in fondo, densa di solitudine.

Un racconto dolcissimo che viene accompagnato dalle sinfonie melodiche della musica magistrale del Maestro Piovani  e dai canti dei protagonisti, scelti tutti in giovane età sia per lo stile voluto sia per offrire possibilità a giovani artisti.

La dolcissima Serena, interpretata da Maria Rita Combattelli, e lo strepitoso Orazio, sostituito all’ultimo giorno causa positività del protagonista e che ha saputo interpretare al meglio il ruolo, Motoharu Takei; la Tata, Aloisa Aisemberg e il Tutore, William Hernandez e, non da ultimo, il cuore pulsante dell’albero, Cristian Saitta.

Dieci minuti di applausi inninterrotti, hanno sancito il successo della serata.

Durante tutte le prove e lo svolgimento del debutto, la Rai Radiotelevisione Italiana ha registrato le riprese per lo sviluppo di un documentario che racconterà l’evoluzione e la realizzazione di “Amorosa presenza”.

Lo spettacolo rimane in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Le repliche il 22 gennaio alle 20.30, il 23 gennaio alle 16, il 25 e il 27 gennaio alle 20.30 e il 29 gennaio alle 16. I biglietti sono  in vendita, alla biglietteria del teatro da martedì a sabato dalle 9 alle 16. Domenica dalle 9 alle 13:30 e online attraverso il circuito di vivaticket: www.vivaticket.com/it/acquista-biglietti/verdi-trieste.

Laura Poretti Rizman

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