Baccanti 🗓

BACCANTI
di Euripide
regia Laura Sicignano
traduzione e adattamento Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
con (in ordine di apparizione) Manuela Ventura (Dioniso), Egle Doria, Lydia Giordano,
Silvia Napoletano (Baccanti), Alessandra Fazzino (Agave), Antonio Alveario (Tiresia), Franco Mirabella (Cadmo), Aldo Ottobrino (Penteo), Silvio Laviano (Messaggero)
musiche originali eseguite dal vivo Edmondo Romano
scene e costumi Guido Fiorato
movimenti di scena Ilenia Romano
luci Gaetano La Mela
video e suono Luca Serra
regista assistente Nicola Alberto Orofino
produzione Teatro Stabile di Catania

foto fornita da Teatro Stabile del FVG

Il tempo è breve; chi insegue l’immenso perde l’attimo presente.

Grande emozione per il ritorno del grande teatro classico al Politeama Rossetti.

“Baccanti” la famosa tragedia di Euripide è in scena nel nuovo allestimento di Laura Sicignano. Manueal Ventura interpreta un androgino Dioniso attorniata da un cast dalla potente energia, Aldo Ottobrino è Penteo.

Una scenografia molto interessante per uno spettacolo che arriva dal lontano 403 avanti Cristo, eppure così attuale e comprensibile anche ai giorni  nostri.

Le Baccanti è considerata una delle più grandi opere teatrali di tutti i tempi, ed è un monito all’adorazione dei divini dei.

„Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via.“

La storia narra di queste donne, seguaci di Dioniso e del suo culto orgiastico: indossando pelli ferine, con il tirso in pugno, correvano danzando sempre più sfrenatamente per i monti, in stato di ebbrezza e accompagnandosi con il fragore di cembali, timpani, flauti e altri strumenti. Tutto questo è narrato ma non esplicitamente dimostrato. Nello spettacolo, la danza è la protagonista, insieme al racconto e alla poesia.

Nei suoi toni, nelle scene e nelle coreografie, nelle interpretazioni teatrali e in tutto quanto compone lo spettacolo, si viene rapiti.

“Baccanti” di Euripide intreccia in modo perfetto l’aspetto immaginifico, la forza universale, all’arcaicità misteriosa del mito greco e del teatro antico. Il testo spinge a osservare l’abisso dell’irrazionale, attraverso la sfida fra divino e umano, fra ragione e folle abbandono.
Lo spettacolo – nella bella edizione di Laura Sicignano, interpretata da una notevole compagnia capeggiata da Manuela Ventura e Aldo Ottobrino – è in scena alla sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti per la stagione Prosa del  Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Replica fino a domenica 27 febbraio per la Stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Laura Poretti Rizman

Composta alla fine del periodo del grande teatro del V secolo, la tragedia fu presentata postuma nel 406 e valse all’autore la sua quinta vittoria ai giochi drammatici: ottenuta dopo la morte e grazie al figlio minore – anch’egli chiamato Euripide, e attore – che la presentò assieme all’“Ifigenia in Aulide” e all’“Alcmeone in Corinto”. Fu il segno di una fortuna che il poeta non ebbe grandemente in vita – nonostante una poetica potente, libera, innovatrice – ma che gli giunse postuma, e si tradusse nell’imitazione di molti epigoni fino al mondo latino, in elaborazioni e citazioni delle sue opere che ci giungono addirittura attraverso la decorazione pittorica di vasi, sculture e incisioni.

La tragedia di Euripide vuole che Dioniso giunga a Tebe – patria di sua madre – infuriato perché le donne della città hanno posto in dubbio la sua natura divina. Dioniso allora oscura le menti delle tebane che lasciano la città e si radunano sul monte Citerone per celebrare i misteri bacchici. Gli anziani saggi Cadmo e Tiresia onorano anch’essi il dio e solo il re Penteo invece resiste e si oppone all’irrazionalità e al caos ispirato da Dioniso. Questi allora, prendendo forma umana, convince Penteo a salire sul monte per osservare i riti orgiastici: le donne, capitanate da Agave – madre del re – nel delirio dionisiaco vedono in Penteo un leone e lo uccidono. La vendetta di Dioniso così si compie: alle donne viene restituita la ragione ed Agave comprende di aver ucciso orrendamente il proprio stesso figlio.

La regista Laura Sicignano affronta “Baccanti” nell’ambito di un percorso di ricerca dedicato al tema del femminile come elemento di eversione nella tragedia classica e ambienta lo spettacolo in un museo infestato da presenze malefiche, che forse è la traduzione spaziale della mente di Penteo, interpretato da Aldo Ottobrino.

È uno spazio geometrico e razionale, ma minacciato da muffe e infiltrazioni, inquietudini e desideri violentemente repressi. Immagini che in questo spazio prendono corpo fra sogni e inconfessabili desideri, sui ritmi ossessivi della musica elettronica e nei movimenti di un assieme di donne – capitanato dal Dioniso androgino di Manuela Ventura – che danzano o sbranano sfuggendo allo sguardo e al controllo degli uomini.

«L’autore sembra rinunciare definitivamente all’idea che vi sia una forza ordinatrice alla base del Cosmo» spiega Laura Sicignano. «“Baccanti” sembra contenere in sé gran parte del teatro futuro. Il rito arcaico che la attraversa è un rito di smembramento e rigenerazione, misterioso e profondamente radicato nella nostra cultura. In quest’opera Euripide sembra esprimere l’intuizione che nella cultura occidentale stia avvenendo una fine e un nuovo inizio».

Da giovedì 24 febbraio  a domenica 27 febbraio

Alla Sala Assicurazioni Generali lo spettacolo replica alle ore 20.30 giovedì 24, venerdì 25 e sabato 26 febbraio; domenica 27 febbraio va in scena la pomeridiana delle ore 16. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti, agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.

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