Don Chisciotte della Mancia è un romanzo spagnolo di Miguel de Cervantes Saavedra, pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615.
In questo spettacolo che vede la regia di Alessio Boni si affrontano i due volumi in un modo decisamente inusuale, quasi appartenessero all’inconscio di ognuno di noi.
I mostri affrontati, i deliri e le idolatrie appartengono alla razza umana da sempre e forse, solo in punto di morte, riusciamo a comprenderne la loro inutilità, ma solo chi vuole mostrare al mondo che ci si deve battere per un valore senza mai essere disposto a cedere, diviene un eroe. Don Chisciotte è colui il quale onora i principi basilari della Cavalleria e che non cede di fronte a nulla. Nella sua schematica pazzia ha una dama, perché ogni cavaliere della letteratura ha bisogno, di regola, di una dama per cui combattere, ed il suo nome è Dulcinea del Toboso. Così come di una dama, ha bisogno di un cavallo che deve portare un nome altisonante: Ronzinante.
I sogni che ci portano a lottare così tanto in fondo possono apparire nella loro cruda realtà e inutilità, ma cosa sarebbe la vita senza la passione e lo sprone a perseguire il sogno?
Ecco che anche il realista ma fidato Sancho, impersonificato da Serra Yilmaz, non abbandona il suo Don Chisciotte interpretato dallo stesso Alessio Boni, fino alla fine e oltre ancora, in uno salto tra i tempi ed i luoghi.
Quanto sarebbe più serena la nostra vita senza le lotte, ma quanto sarebbe più noiosa senza la passione ed il viaggio?
Al fianco dei protagonisti il resto della compagnia è formato da Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari ed Elena Nico.
Splendide le scenografie di Massimo Troncanetti che rendono fiabesco il racconto; un cavallo bianco meraviglioso costruito e mosso ad arte da Biagio Iacovelli uniti alle luci di Davide Scognamiglio ed ai costumi di Francesco Esposito, alle musiche di Francesco Forni con gli effetti sonori fuori campo e alla recitazione che immancabilmente ci riporta a tratti al racconto interpretato da un’altro grande del teatro e dello schermo in un film che ha fatto la storia del cinema e che raccontava le gesta del Brancaleone da Norcia, completano il successo di questo spettacolo che alla prima al Politeama Rossetti di Trieste ha avuto la presenza piena del pubblico e la magia di una calorosa acclamazione dei giovani studenti accorsi a Teatro accompagnati dai loro insegnanti grazie ad una offerta che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia riserva alle scuole cittadine.
Il “Don Chisciotte” nel nuovo adattamento di Francesco Niccolini liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes è ospite della stagione di prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal 31 gennaio e l’1 febbraio .
Laura Poretti Rizman
Dopo il grande successo ottenuto nel 2021 con “Ludwig. La musica del silenzio”, Alessio Boni ritorna il 31 gennaio e l’1 febbraio al Politeama Rossetti, nel doppio ruolo di regista e protagonista di “Don Chisciotte”, uno spettacolo liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra.
Interpreta – nel ruolo del titolo – una figura fra le più poetiche, amate e delicate della letteratura Accanto a lui una notevole compagnia: nei panni di Sancho c’è Serra Yilmaz, la bravissima attrice turca divenuta icona dei film di Ferzan Ozpetek, e poi Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico.
Anche la resa scenica di Ronzinante (Biagio Iacovelli) regalerà al pubblico ammirazione e stupore.
La messinscena è accuratissima e fantasiosa grazie all’apporto concertato e armonioso delle scene di Massimo Troncanetti, dei costumi di Francesco Esposito delle luci di Davide Scognamiglio e delle musiche di Francesco Forni.
Nell’adattamento di Francesco Niccolini, il romanzo di Cervantes funge da ispirazione per indagare ampiamente i temi che l’eroe che va “contro i mulini a vento” suggerisce.
«Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici» riflette Alessio Boni. «Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani».
«L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme» continua il regista. «Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale».
«Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”» conclude Alessio Boni. «Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte».
Lo spettacolo va in scena alla sala Assicurazioni Generali alle ore 20.30 sia il 31 gennaio che l’1 febbraio. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.
“DON CHISCIOTTE”
adattamento di Francesco Niccolini
liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra
drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
Alessio Boni – Serra Yilmaz
con
Marcello Prayer
Francesco Meoni – Pietro Faiella – Liliana Massari – Elena Nico
Biagio Iacovelli (Ronzinante)
scene Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
luci Davide Scognamiglio
musiche Francesco Forni
regia Roberto Aldorasi – Alessio Boni – Marcello Prayer
produzione Nuovo Teatro di Marco Balsamo