“Da “Il vetro della clessidra” di Claudio Magris con Alessio Boni e Peter Schorn al film su Svevo di Alessandro Melazzini: il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è a Francoforte in occasione della Buchmesse con lo spettacolo di produzione, i suoi autori, le sue riflessioni sulla Trieste letteraria, su cui fortemente ha puntato il direttore Paolo Valerio”.
In occasione della Buchmesse di Francoforte, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha presentato – alla Literaturhaus, il 17 ottobre, fra gli eventi promossi dalla Regione FVG, lo spettacolo “Il vetro della clessidra” di Claudio Magris con il titolo tedesco “Das Glas der Sanduhr”, messinscena a cura di Paolo Valerio con Alessio Boni protagonista assieme a Peter Schorn nell’edizione preparata proprio per la Buchmesse, che intreccia recitazione in italiano e tedesco.
Lo spettacolo che si avvale anche delle musiche dal vivo della violoncellista Chiara Trentin, arriva a Francoforte forte di una calorosissima accoglienza a Trieste, dove è stato applaudito davanti a sale sold out dal 4 al 13 ottobre scorso.
“Il vetro della clessidra” corona e completa un percorso creativo un rapporto fondamentale dello Stabile con un maestro del pensiero e della letteratura europea della statura di Claudio Magris, di cui ha prodotto tutto il corpus drammaturgico. La sua scrittura e le sue riflessioni critiche sono state fondamentali per il Teatro Stabile, nella comprensione di autori e contesti culturali, i suoi saggi sono sempre fonte d’ispirazione e soprattutto la sua drammaturgia rappresenta un momento imprescindibile di pensiero, ricerca, sollecitazione creativa.
Ma il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – radicato in un territorio ricchissimo culturalmente e in una città come Trieste, dove recentemente è nato addirittura un Museo della Letteratura LeTS- vanta altri suoi autori nell’importante cornice di Francoforte.
Ad esempio Mauro Covacich – di cui la stagione ospiterà il reading “Kafka” (dal 15 al 17 novembre) e di cui sarà portato in scena in un’unica serata da “maratoneta della letteratura” il trittico dei suoi “corpo a corpo” con i grandi della scrittura del Novecento, prodotti dallo Stabile: “Svevo – Joyce – Saba” (il prossimo 27 febbraio al Politeama Rossetti).
Poi c’è Diego Marani, dal cui racconto “La lingua virale” sta nascendo un nuovo spettacolo proprio in queste settimane: lo si applaudirà dal 23 al 25 novembre per la regia di Silvia Mercuriali ed avrà la particolarità di essere recitato in Europanto, un idioma che nasce da una fusione di tutte le lingue europee e che Marani ha ideato come provocazione verso chi guarda alle lingue con una visione “integralista”, mentre sono strumenti in continuo mutamento, senza confini netti e invalicabili.
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è in qualche modo presente anche in “Italo Svevo. Scrivere nascosto a Trieste”, un film di Alessandro Melazzini, coprodotto con Bayerischer Rundfunk, in collaborazione con ARTE e con il sostegno di FVG Film Commission FVG/PromoTurismo FVG, che verrà presentato in anteprima al Museo del Cinema di Francoforte il 18 ottobre e andrà in onda su ARTE mercoledì 23 ottobre in seconda serata. Nella produzione il direttore del Teatro Stabile Paolo Valerio riflette su Zeno alla luce anche della fortunata produzione varata lo scorso anno in occasione del centenario de “La coscienza di Zeno”, inoltre hanno preso parte al film alcuni degli attori di riferimento dello Stabile.