Il Piccolo Principe

Quanti bimbi a teatro per questo Piccolo, delizioso, Principe.

Un teatro pieno di rumore, con le maschere che a un minuto dall’inizio non sapevano chi accompagnare talmente tanti erano i bimbi fuori posto. Un brusio che assordava ma portava il sorriso, un vociare allegro che faceva presumere un ascolto poco attento, e invece, a luci spente, non volava una mosca. Solo gli applausi si sentivano, e quella cadenza di mani non chiamata, ma così spontanea, che accompagnava il passo.

Uno spettacolo fedele al testo anche nella riproduzione di abiti, oggetti e disegni; scarna scenograficamente, ma forse era proprio così che si voleva rappresentare il deserto.

Eccezionale il piccolo attore, Pietro Santoro, così ben calato nel personaggio da sembrarne essenza. Lodevole anche l’interpretazione di Alessia Bandini e di Emilio Magni.

“Mah, i grandi non capiscono mai niente da soli ed è una gran fatica per i bambini dover spiegare sempre tutte le cose”.

Con gran fatica dunque questo Piccolo Principe affronta il suo viaggio cercando di raccontare del suo piacere nel condividere la vita e nell’accudire la sua rosa.

Da me avevo un fiore e parlava sempre per primo.

Un testo quello di Antoine de Saint-Exupéry, tradotto in centoquindici lingue, conosciuto in tutto il mondo è talmente pregno di significati da poterci accompagnare nel corso degli anni. Un libro non soltanto per bambini dunque, ma soprattutto rivolto agli adulti. Gran aviatore e scrittore soprattutto di testi sull’aviazione, Antoine de Saint-Exupéry morì in volo durante una missione in circostanze ancora non chiarite.

Sul racconto della sua vita si sono cimentati registi, scrittori e fumettisti.

Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatre volte!…. Sai …. quando si è molto tristi si amano i tramonti

Non ho mai pensato alla tristezza mentre osservavo un tramonto. Ho sempre pensato di struggermi nella bellezza del momento, aspettandone il prossimo, allietata dalla luna e dalle stelle che facevano da cornice all’attesa, ma a ben pensarci il tramonto è davvero una fine.

“Il giorno delle quarantatré volte eri tanto triste?”
Ma il piccolo principe non rispose.

Degna di nota la partecipazione allo spettacolo di Irene Grandi con la registrazione della Canzone della Rosa.

“Le spine a che cosa servono?”  
Il piccolo principe non rinunciava mai a una domanda che aveva fatta.  
Ero irritato per il mio bullone e risposi a casaccio:  
“Le spine non servono a niente, e’ pura cattiveria da parte dei fiori”.  
“Oh!”   Ma dopo un silenzio mi getto’ in viso con una specie di rancore:  
“Non ti credo! I fiori sono deboli. Sono ingenui.   Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine…”

foto dal web

Arrossi’, poi riprese:  
“Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda.  
E lui si dice: <Il mio fiore  e’ la’ in qualche luogo>   
Ma se la pecora mangia il fiore,  e’ come se per lui tutto a un tratto, tutte le stelle si spegnessero!  
E non e’ importante questo!”  
Non pote’ proseguire. Scoppio’ bruscamente in singhiozzi.  

Era caduta la notte.  
Avevo abbandonato i miei utensili.  
Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone, della sete e della morte.  
Su di una stella, un pianeta, il mio, la Terra, c’era un piccolo principe da consolare!  
Lo presi in braccio. Lo cullai. Gli dicevo:  
“Il fiore che tu ami non e’ in pericolo … Disegnero’ una museruola per la tua pecora… e una corazza per il tuo fiore… Io… “  

Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.  
Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo…  
Il paese delle lacrime e’ cosi’ misterioso.  


Laura Poretti Rizman

 

 

 

foto ILROSSETTI

 

“Va in scena giovedì 29 marzo alle 20.30 e replica fino a sabato 31 Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, che diviene spettacolo nell’adattamento e nella regia di Italo Dall’Orto. Uno spettacolo che nasce da una favola ma che non è solo per bambini. Da oltre un secolo affascina i lettori di ogni età e di ogni paese del mondo.”

«Non si vede bene che col cuore; l’essenziale è invisibile agli occhi» dice la volpe al Piccolo Principe, sceso sulla Terra dal suo asteroide, dove vive tutto solo accanto a una splendida e capricciosa rosa, che pretende da lui attenzioni e cure… Il viaggio del Piccolo Principe nell’Universo è un itinerario di conoscenza, punteggiato d’incontri curiosi da cui il bambino ricava preziosissimi insegnamenti. Metafora della vita, della crescita, della scoperta di sé e del mondo, il racconto inventato da Antoine de Saint-Exupéry è una delle favole più celebri del Novecento, amate dai bambini ma anche – e forse soprattutto – da «quegli adulti che un giorno furono ragazzi», parafrasando lo stesso autore.

Il Piccolo Principe – pubblicato il 6 aprile 1943 da Reynald & Hitchcock in inglese, e qualche giorno dopo in francese, tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato in oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo – arriva sul palcoscenico del Politeama Rossetti nell’allestimento (già ospitato con successo nel marzo 2003) firmato da Italo Dall’Orto (che ha curato anche l’adattamento), che gli eredi di Saint-Exupéry hanno definito la più poetica ed efficace messa in scena a livello internazionale.

Le repliche – affollatissime, tanto che si è reso necessario aggiungere una matinée venerdì 30 marzo alle ore 10.30 – si tengono alla Sala Assicurazioni Generali da giovedì 29 a sabato 31 marzo.

Antoine de Saint-Exupéry, francese, cresciuto in un ambiente raffinato e colto, visse fra il 1900 e il 1944 un’esistenza dominata da grandi avventure e una sottile solitudine: fu pilota civile prima e poi militare, capace di eroismi e coraggiose esperienze, la sua morte – abbattuto in volo da un aereo della Luftwaffe – rimase per anni avvolta in un alone misterioso.
La sua letteratura si articola attorno a tali esperienze: quasi sempre il volo ne è in qualche modo protagonista, ma mai in termini autocelebrativi. Anzi, attraverso il filtro della pagina, Saint-Exupéry si scopre sottile interprete dell’interiorità, delle emozioni e delle paure che increspano l’animo di uomini sempre più confusi e solitari.
È questa la condizione dell’aviatore al centro de Il Piccolo Principe bloccato nel Sahara da un’avaria al suo aereo ed anche quella del delizioso principino, che gli si avvicina con una sorprendente richiesta: «Mi disegni una pecora?»

Molto spesso ci stupiscono le richieste dei bambini, talvolta dettate dalla curiosità, dalla sete di conoscere, talaltra connesse a un pensiero logico tutto loro, ingenuo e buffo, come in questo caso. La pecora servirebbe al Principe per portarla sul suo asteroide in modo che mangi i baobab. Il bimbo infatti in una tappa del suo viaggio, ha incontrato un uomo pigro che ha lasciato crescere troppo i baobab e questi hanno soffocato tutto quanto viveva sul pianeta… Il Principe deve invece preservare da ogni pericolo la sua Rosa e raccoglie preziose informazioni per crescerla al meglio. Che delusione quando scopre che sulla Terra ci sono roseti immensi – mentre la sua Rosa gli aveva fatto credere di essere l’unica dell’Universo! Ma la volpe amica gli spiega che in effetti essa è unica, per l’amore che ha ricevuto da lui: bisogna saper leggere le cose, non con gli occhi, ma col cuore…

Il Principe e l’aviatore parlano a lungo, il bimbo regala all’uomo le gemme preziose del suo sguardo ingenuo e sorridente sul mondo e le sagge riflessioni raccolte nel suo peregrinare… finchè non decide di ritornare sul suo asteroide.

Italo dall’Orto, protagonista dello spettacolo assieme a un delizioso piccolo interprete (Emilio Magni/Pietro Santoro) e a Erika Giansanti (che interpreta La volpe, L’ubriaco, il Lampionaio, il Turco) e Virginia Gori con Arianna Baldini (che si alternano nei ruoli della Rosa e del Serpente) ripercorre la favola nella scena di Armando Mannini che restituisce le fascinazioni degli acquerelli di Saint-Exupéry, così come fanno i costumi curati da Elena Mannini. La Canzone della Rosa è cantata da Irene Grandi, le musiche originali sono di Gionni Dall’Orto ed Erika Giansanti, le coreografie sono di Margherita Pecol Guicciardini e Deanna Losi. Lo spettacolo è prodotto da ENTR’ARTe.

Il Piccolo Principe va in scena dal 29 al 31 marzo: il 29 e il 30 alle ore 20.30 e il giorno successivo in replica pomeridiana alle ore 16, ospite della programmazione dello Stabile regionale per altripercorsi. Come già segnalato la grande affluenza ha indotto lo Stabile regionale a programmare anche una replica in matinée, venerdì 30 marzo con inizio alle 10.30.

I biglietti si possono acquistare  presso i consueti punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venecia Giulia  e attraverso il sito  www.ilrossetti.it. Informazioni anche allo 040-3593511.
La Stagione 2011-2012 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste.

L’ufficio stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.