ANALOGIE TRA L’OCEANIA E IL CARSO
DALLO STUDIO DELLE PIETRE NUOVE POSSIBILI PROSPETTIVE
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Nonostante la grande distanza tra l’Oceania e il Carso, attraverso l’elemento della pietra protagonista di rituali e portatrice di importanti poteri curativi o propiziatori si scopre come due civiltà si assomigliassero tanto nella considerazione di natura e cultura. Lo ha sottolineato la prof. Katja Hrobat Virloget dialogando con la prof. Emanuela Borgnino, durante la partecipata conferenza »La vita sociale delle pietre« organizzata nell’ambito del porgetto CAVE dal Comune di Duino Aurisina – Devin Nabrežina, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Servizio geologico per la promozione del patrimonio geologico e della geodiversità (L.R. 15/2016) e la collaborazione dell’Associazione CASA C.A.V.E.
La proposta di questa possibile vicinanza nasce dagli studi effettuati dalle due eminenti studiose, introdotte e moderate dall’antropologa culturale Jasna Simoneta del comitato scientifico di Kamen: Katja Hrobat Virloget è vicepreside alla ricerca e direttrice del Dipartimento di antropologia e studi culturali, nonché professoressa associata presso la Facoltà di studi umanistici dell’Università del Litorale di Capodistria, specializzata in etnologia del patrimonio immateriale e delle migrazioni; Emanuela Borgnino, professoressa di Antropologia della Natura presso l’Università degli Studi di Torino, Visiting Scientist presso l’Okinawa Institute of Science and Technology e Visiting Scholar alla University of Hawaii di Mānoa, esperta di antropologia dell’Oceania.
La prof.ssa Emanuela Borgnino, in particolare, attraverso i suoi studi sulle culture native del Pacifico e il rapporto dell’essere umano con la pietra e con tutto ciò che lo circonda, ha rilevato che la »loro cultura è caratterizzata da una visione unitaria della natura viva e morta, tanto che neppure le pietre vengono considerate completamente inerti e perciò alcune vengono trattate con particolare riguardo«. La prof. Katja Hrobat Virloget ha illustrato le sue esperienze maturate durante le ricerche sul Carso, riportando analogie rilevate nei Balcani e altrove in Europa. »A volte la pietra accoglie le anime come una dimora, come accade con le lapidi degli stećki del Velebit. Oppure spesso, sotto forma di importanti monoliti, prende il nome di Baba, diventando anche un toponimo molto diffuso.«
Nel suo saluto inziale, l’Assessore alla Cultura del Comune di Duino Aurisina – Devin Nabrežina, Marjanka Ban, ha sottolineato il grandissimo successo del progetto CAVE che, alla sua seconda edizione, si conferma inostituibile strumento per la creazione di legami molto forti fra la comunità italiana e slovena, nonché per l’enorme impatto storico e sociale generato sul territorio.