Biedermeier: lo spirito di un’epoca. Vetri boemi 1820 -1895 🗓

foto fornita da Isabella Franco

Grado, inaugurata la mostra “Biedermeier: lo spirito di un’epoca. Vetri boemi 1820-1895”

Anteprima della rassegna “Grado 130”, l’esposizione valorizza l’importanza di Grado quale meta di piacevole incontro di nazionalità e culture differenti. Gli Asburgo decretarono la sua vocazione termale e, a tutt’oggi, è considerata un luogo speciale, dove si incontra il benessere a 360 gradi.
“Da 130 anni, Grado non è solo l’Isola del Sole, delle spiagge dorate e del mare, ma è anche un luogo dove si cura il benessere in tutte le sue componenti, compresa quella culturale”.
Lo ha sottolineato il presidente del Consorzio Grado Turismo Thomas Soyer questa mattina nell’inaugurare la mostra “Biedermeier: lo spirito di un’epoca. Vetri boemi 1820-1895” aperta da oggi e fino al 15 maggio negli spazi espositivi del Cinema Cristallo a Grado. L’appuntamento espositivo è l’anteprima della rassegna “Grado130”, più di cinquanta iniziative e manifestazioni che i svolgeranno nei prossimi mesi per celebrare i 130 anni da quando l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe proclamò Grado come Stazione di cura e soggiorno, avviando una storia di successi che dura ancora oggi. La rassegna, anche attraverso questa mostra, vuole valorizzare l’importanza di Grado quale meta di piacevole incontro di nazionalità e culture differenti: grazie alla sua storia e alle svariate personalità di valenza mitteleuropea che qui soggiornarono e si stabilirono – i coniugi Auchentaller, ad esempio – l’isola divenne infatti una meta molto popolare tra austriaci, ungheresi, boemi, cechi e tedeschi.
Tra le istituzioni locali presenti all’inaugurazione, il vicesindaco e assessore al turismo di Grado Roberto Borsatti, l’assessore alla cultura Raffaella Marin e il neoeletto presidente della GIT Roberto Marin, hanno voluto evidenziare l’importanza della rassegna Grado 130 proprio perché l’Isola del Sole ha raggiunto un traguardo che poche località turistiche possono vantare, traguardo che fa parte di una storia millenaria.
La mostra è curata da Antonio Voltolina, appassionato collezionista dei preziosi oggetti. In esposizione i vetri più belli della sua collezione, che rappresenta una puntuale ricerca di oggetti artistici in vetro boemo di stile Biedermeier provenienti da diversi paesi dell’Europa dell’est. “Una passione – ha detto Voltolina all’inaugurazione – frutto di oltre quarant’anni di ricerche e viaggi alla scoperta del mondo boemo”.
Il pezzo più prezioso in esposizione al Cinema Cristallo proviene da Vienna, reca la data 1841 e è stato creato da un incisore della prestigiosa scuola Pfeiffer. La mostra è una vera esclusiva nel panorama espositivo italiano poiché le ultime rassegne dedicate all’arte Biedermeier risalgono a parecchi decenni fa. Ancora più significativo che sia collocata a Grado, proprio per suggellare l’incontro tra la spiaggia imperiale e il mondo austro-ungarico che verrà enfatizzato nelle numerose iniziative in programma per i prossimi mesi per la rassegna “Grado 130”.

LA MOSTRA E LO STILE BIEDERMEIER

La mostra è curata da Antonio Voltolina, che ha prestato i vetri più belli della sua collezione erappresenta una puntuale ricerca di oggetti artistici in vetro boemo di stile biedermeier provenienti da diversi paesi dell’Europa dell’est.
Il periodo fra il 1815 e il 1850 prende il nome di Biedermeier da un personaggio creato dalla vena satirica di Ludwig Eichrodt. Il termine è formato dall’aggettivo “bieder” (semplice) e dal cognome tedesco molto comune “Meier”, e con questo appellativo si designa il cittadino borghese colto, di buona famiglia, vagamente sentimentale, ligio alle leggi e al potere. In breve tempo questo nome entra a far parte del lessico comune e assume anche un significato filosofico e definisce, oltre che un periodo storico, anche una maniera di vivere che esalta l’aspetto familiare, intimo, quotidiano e, di riflesso, dà alla casa e agli arredi un significato e un valore maggiore. I vetri Biedermeier, prodotti nei laboratori boemi e austriaci durante la prima metà del XIX secolo, presentano una gamma di colori vividi e brillanti come mai prima di allora si era visto nella storia del vetro, oltre a forme eleganti e finiture raffinate. La tecnica del vetro policromo prevede l’aggiunta al composto di cristallo ancora da lavorare e di differenti ossidi metallici al fine di ottenere diverse tonalità di colore. I risultati sono colori di alta qualità: il rosso rubino, il rame oppure l’oro, il blu cobalto, il verde al rame o al cromo, una grande varietà di gialli, dall’oro all’ambra, al miele e i verdi fluorescenti all’uranio inventati dal tedesco Joseph Riedel fra il 1830 e il 1848.
I maggiori centri di lavorazione del vetro si trovano nella Slesia (Warmbrunn – Gutenbrunn), nella Boemia occidentale ( Karlsbad – Franzesbad), nella Boemia meridionale , ma soprattutto nella Boemia settentrionale a Steinschoenhau e ad Haida. Nel 1803 si contano 66 vetrerie in attività, nel 1843 diventano 99, mentre le officine sono triplicate. Ormai si lavora per una richiesta di esportazione di massa. Intorno al 1840, interi carichi di vetro boemo colorato partono per New York e Boston.

La mostra è organizzata dal Consorzio in collaborazione con Comune, PromoTurismoFVG e GIT. È aperta tutti i giorni dal 23 aprile al 15 maggio dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30. Ingresso libero.

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