Contatti e territori, doppio appuntamento all’Actis 🗓

SI CONCLUDE LA XIX EDIZIONE DEL DANCEPROJECT FESTIVAL- PRESSO LA SEDE DELL’ACTIS, ORGANIZZATORE DELLA MANIFESTAZIONE, IN SCENA DAŠA GRGIČ CON “PLENIR” E LA PROIEZIONE DEL VIDEO DI ZEROGRAMMI “ELEGIA DELLE COSE PERDUTE”
SI INAUGURA IN SEDE ANCHE LA MOSTRA “COLLAGE DI CONFINE”

Daša Grgič foto by Lara Perentin, fornita da ufficio stampa

Il Danceproject Festival conclude la sua XIX edizione dedicata a “Contatti e territori” con un doppio appuntamento il 29 ottobre alle 20.30 presso la sede dell’Actis – l’associazione organizzatrice della manifestazione – in via Corti 3/a a Trieste.

Ospite della prima parte della serata sarà “Plenir”, uno spettacolo di danza contemporanea ricco di memorie e ricordi che sono ancora presenti nella coscienza collettiva degli abitanti del Carso triestino.
Plenir è il nome della preziosa cesta che le coraggiose donne trasportavano sulla testa per recarsi a Trieste e vendere i prodotti agricoli. Si alzavano presto la mattina, quando era ancora buio, e mettevano i vasi pieni di latte sui carretti, le uova nel plenir appoggiato sulla testa e si incamminavano per i sentieri. Le lattaie del Carso, pancogole di Servola, saurine dell’Istria, con la loro attività hanno indubbiamente contribuito alla sopravvivenza nei difficili tempi passati e oggi rappresentano una parte insostituibile del patrimonio culturale sloveno.
Le loro storie e i loro ricordi hanno ispirato il progetto di Daša Grgič che si intreccia tra movimento, voce e musica.
Il progetto “Plenir” è stato sviluppato con il supporto del Ministero della cultura della Repubblica Slovenia nell’ambito del progetto d’autore di Mojca Majcen in collaborazione con il Balkan Dance Project.

Danzatrice e coreografa, Daša Grgič si diploma nel metodo Nikolais-Louis Technique (NLTTCP) a Firenze, riconosciuto dalla Nikolais Foundation for Dance of New York’ e approfondisce i suoi studi a Parigi sotto la guida della coreografa Carolyn Carlson, la cui visione della danza l’ha fortemente influenzata. Insegna nelle diverse scuole pubbliche private a Trieste e Slovenia ed èstata ospite insegnante di workshop internazionali (Lisbona, Canada, Buenos Aires, Slovenia, Belgrado). Collabora spesso con attori, musicisti, registi, video-artist e ricerca un rapporto personale con la danza.

Nella seconda parte della serata verrà invece proiettato il video “Elegìa delle cose perdute”, tratto dall’omonimo spettacolo della Compagnia torinese Zerogrammi.

Lo spettacolo è una riscrittura in danza dal romanzo “I Poveri“ dello scrittore e storico portoghese Raul Brandao. Il paesaggio evocato da questo riferimento letterario, in bilico tra crudo, aspro, onirico e illusorio, ha la forma dell’esilio, della nostalgia, della tedesca Sehnsucht, della memoria come materia che determina la traccia delle nostre radici e identità e, al contempo, la separazione da esse e il sentimento di esilio morale che ne scaturisce: sogno di ritorni impossibili, rabbia di fronte al tempo che annienta, commiato da ciò che è perduto e che ha scandito la mappa del nostro viaggio interiore.
Il video è stato girato in Sardegna ed ha recentemente vinto il premio “Best long” del Portland Dance Festival.

Negli spazi dell’Actis, sempre sabato 29 ottobre, verrà poi inaugurata la mostra/progetto “Collage di confine” del fotografo Gabriele Gelsi. “La nostra identità è la somma di tutto quello che abbiamo incontrato sul nostro cammino, e di quello che c’era prima di noi. L’identità non è quindi qualcosa di fisso e immutabile, ma qualcosa che si adatta e cambia nel tempo. Ciò è forse ancora più vero per chi abita nelle zone di confine, dove diverse storie si intrecciano e diverse tradizioni convivono o si scontrano.
È questo l’assunto iniziale che mi ha spinto a creare questa serie: sei personaggi “presi in
prestito” diventano un mezzo per raccontare la complessità e la disomogeneità di quello cheviene definito territorio di confine. Il confine come luogo della mente ancora prima che fisico: un’idea così ben sintetizzata da quello pseudonimo che si è voluto dare il più celebre tra gli scrittori triestini, Italo Svevo. Ecco allora che i sei ritratti raccontano il variegato mondo del confine orientale: terra di guerra di trincea e terra simbolo dell’Europa unita, di eccellenze gastronomiche ed imprenditoriali, di scrittori e musicisti. La scelta del collage diventa quindi una scelta obbligata per restituire almeno in parte questa complessità”.

Info e prenotazioni a actistrieste@gmail.com

I ticket degli spettacoli saranno acquistabili IN LOCO (Via Corti 3/a a Trieste) – interi 7 euro/ ridotti 5 euro per entrambi.

I partners di questa XIX edizione di Danceproject sono Teatro Stabile La Contrada, Teatro Stabile Sloveno, Compagnia Arearea, Compagnia Cie Twain, Compagnia Zerogrammi, Balletto Civile, Bellanda, AIAS Trieste, START, Studio 4I associati, Econtemporary, Istituto comprensivo Dante Alighieri di Trieste.

Scheduled Arte e spettacolo Trieste

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.