Siria ed Iran sono oggi obiettivi di un possibile attacco yankee con la cooperazione israeliana.
Ricordate “l’incidente” nel Golfo del Tonkino che nell’agosto del 1964 dette il via all’intervento USA contro il Viet Nam?
Ci raccontarono che le navi delle flotta USA che scorrazzavano davanti alle coste indocinesi (allora si diceva così) erano state proditoriamente attaccate da navi vietnamite. Oggi la stessa storiografia ufficiale ricorda che si trattò di una messa in scena per giustificare un intervento armato operante in segreto già dal 1962.
La guerra del Viet Nam nei disegni strategici di Washington aveva molti scopi. Sostituire l’imperialismo francese nel Sud est asiatico, limitare la crescente presenza della Cina di Mao e risolvere con la guerra la minaccia di una possibile crisi economica interna.
Oggi gli obiettivi son praticamente gli stessi: attenuare una crisi economica galoppante, garantire una presenza coloniale nel Vicino Oriente mettendo le mani sulla Siria ed aprendo di conseguenza le porte del Libano alle storiche mire di Tel Aviv, togliere di mezzo l’opposizione più forte esistente nelle regione, cioè l’Iran.
Questi sono gli obiettivi principali, quelli secondari sono: colpire gli approvvigionamenti petroliferi europei che nell’Iran hanno un fornitore importantissimo; colpire gli approvigionamenti energetici cinesi che hanno nell’Iran un partner importante, forse deteminante; colpire gli interessi della Russia che da sempre guarda verso meridione per intuibili sbocchi economici e strategici.
Ce n’è abbastanza, non per una, ma per un bel paio di guerre.
Naturalmente la giustificazione è sempre la stessa.
Nell’ottocento si dovevano eliminare i selvaggi indiani che minacciavano la crescente Liberty.
Ieri si dovevano eliminare i terribili comunisti.
Oggi si devono eliminare i sanguinari terroristi fondamentalisti.
Allora aggiornaimo il vecchio motto GIÙ LE MANI DAL VIET NAM e diciamo a questi signori d’oltre Atlantico ed ai loro complici in Europa:
GIÙ LE MANI DALLA SIRIA, GIÙ LE MANI DALL’IRAN.
Liberi tutti noi di giudicare come vogliamo l’operato dei governi di Siria ed Iran.
Ma non essere d’accordo è una cosa e un’ennesima guerra a sostegno dei soliti interessi coloniali È UN’ALTRA!
Cosa succede in Siria… e dintorni…
Giorgio Stern
giorgio.stern@alice.it