Cronache del bambino anatra

Pordenone, 19/10/2016 – Teatro Comunale Giuseppe Verdi – Stagione 2016/2017 – CRONACHE DEL BAMBINO ANATRA – progetto Gli imPERFETTI – prima nazionale – di Sonia Antinori – regia di Gigi Dall’Aglio -con Maria Ariis, Carla Manzon – coproduzione Associazione Malte e Teatro Verdi Pordenone – Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency © 2016

E’ in scena in questi giorni alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti, uno degli spettacoli sociali di maggior interesse tra il pubblico. Si tratta di uno spettacolo che affronta il tema della dislessia, disfunzione nota da poco nel mondo scientifico, che ha procurato molta sofferenza nel percorso di crescita dei bambini e di quanti li sostenevano con la conoscenza, a volte limitata, di questa difficoltà oggettiva.
Ad oggi molti passi sono stati fatti, ma rimane una grande difficoltà nell’affrontare la vita alla velocità comune alla media. L’inclusione nella stessa società non risulta facile se non aiutata da figure competenti, e la sofferenza derivata dall’isolamento spesso si fa sentire attraverso la ribellione.
Il tema è stato trattato con estrema competenza e per chi lo conosce bene in quanto ne è stato attraversato, coglie molte sfumature che sono ripetute in maniera addirittura logorroica a volte per sfuggire alle difficoltà, e risulta estremamente chiaro e doloroso.
Una forma di teatro sociale che può soltanto far bene, in quanto conoscere aiuta a non isolare ed a comprendere meglio.
Molto capaci le attrici Maria Ariis e Carla Manzon che hanno saputo esternare paure e capricci, ignoranze e intuizioni, affetti e rifiuti. Lo spettacolo è stato integrato da un pomeriggio di approffondimento con Erica Sirotich, presidente della sezione triestina dell’Associazione Italiana Dislessia e con Isabella Lonciari psicologo dirigente presso la Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile IRCCS Burlo Garofolo.

Su una lavagna enorme il tempo scorreva mantenendo la medesima calligrafia e con essa le medesime difficoltà.

In una società dove si predilige la regola, la diversità viene naturalmente rifiutata senza rendersi conto che nell’individuare la personalità l’imperfezione immediatamente cade.

In questa nostra società manca il tempo per affrontare i ritmi diversi, e con esso scorre via la possibilità di stare al passo nell’affrontare le varie situazioni quotidiane. Per chi soffre di dislessia, e per chi vive con loro, diventa tutto una continua lotta.

Nel testo teatrale il legame con la madre è forte, il padre è assente completamente. La donna rimane sola ad affrontare  la vita sua e del figlio portandone tutto il carico delle difficoltà. Siamo negli anni sessanta, suona la musica dei Beatles, le Favole Sonore, il primo Rock. Viviamo il tempo del Duplex telefonico ed ogni passo è una difficoltà, ad ogni difficoltà il dislessico adotta una soluzione alternativa che denota una grande intelligenza. Vediamo così l’attuarsi di strategie che vanno dal fingere di aver fame, al rifugiarsi nel gioco, dal fare i capricci, al richiedere attenzione e coccole, dall’imparare a memoria testi anche lunghissimi per rifuggere la lettura, dal temperare in maniera ossessiva un lapis per prendere tempo, dal richiedere uno spazio per la pipì, dall’istigare punizioni, quasi a volersi mortificare cercando in quella sberla tanto provocata e richiesta, la soluzione ai suoi problemi.

La concentrazione richiesta così come la postura diritta, risultano essere inadempiute. L’ossessione dei “perchè ” tanto ripetuti altro non sono che una forma di richiesta di attenzione e quindi di affetto.

Inaspettatamente poi arrivano delle dimostrazioni di genialità superiore alla media, e non dovrebbero neppure stupire tanto visto l’allenamento continuo con tutte le difficoltà affrontate. Ecco l’eccellenza dunque in determinate materie, dove si ascolta o si osserva visivamente, soprattutto. Storia oppure arte, fisica piuttosto che matematica.

L’incantamento di fronte ad un disco di un tempo non  si differenzia molto da un incantamento di fronte ad un monitor di oggi di qualsiasi forma sia, così come gli stratagemmi per non far comprendere agli altri la propria difficoltà non muta con il mutare negli anni: cambia soltanto il fatto che ora la difficoltà ha un nome, viene catalogata e di conseguenza seguita.

Non sempre però viene compresa. Ad oggi non viene neppure integrata.

Il senso di solitudine rimane forte in chi ne soffre. L’esclusione da parte del gruppo, che in maniera più o meno elegante, non accoglie, porta dolore. Il bullismo si perpetua negli anni, ed arriva indisturbato fino ai giorni nostri dove tutti sono disabili e in pochi lo ammettono. L’offesa rivolta  ferisce profondamente ancora così come il dolore di una madre nell’impossibilità di aiutare completamente il figlio, o la figlia.

In quei lacci così difficili da fare, si comprende tutto un percorso che vede nel trovare una risoluzione, un cammino diverso e degno di lode, ma il terrore in quella frase, lascerà per sempre un vuoto in chi vorrebbe accompagnare per sempre e sa di non poterlo fare : Mamma, ma tu non muori vero?

 

Laura Poretti Rizman

 

 

 

 

 

Giovedì 22 marzo alle 17.30 alla Sala Bartoli si parla di dislessia con Erica Sirotich, presidente della sezione triestina dell’Associazione Italiana Dislessia e con Isabella Lonciari psicologo dirigente presso la Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile IRCCS Burlo Garofolo e naturalmente con Maria Ariis e Carla Manzon protagoniste dello spettacolo “Cronache del bambino anatra” in scena fino a domenica 25 marzo.

Giovedì 22 marzo alle 17.30, in occasione della spettacolo “Cronache del bambino anatra” di Sonia Antinori, si terrà, presso la Sala Bartoli un incontro aperto al pubblico.

Un’opportunità per dialogare con le protagoniste Maria Ariis e Carla Manzon, e per approfondire il variegato tema della dislessia grazie all’intervento della signora Erica Sirotich, presidente della sezione triestina dell’Associazione Italiana Dislessia e della dottoressa Isabella Lonciari psicologo dirigente presso la Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile IRCCS Burlo Garofolo.

Un prezioso racconto a più voci, dove il linguaggio logico della scienza e quello creativo del teatro accompagnano lo spettatore alla visione dello spettacolo.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

 

Sonia Antinori racconta attraverso il teatro la difficoltà di essere “imperfetti”. La dislessia è infatti al centro dello spettacolo “Cronache del bambino anatra”, interpretato da Maria Ariis e Carla Manzon dirette da Gigi Dall’Aglio e ospite della stagione altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia da martedì 20 a domenica 25 marzo alla Sala Bartoli.

Un regista colto e sensibile come Gigi Dall’Aglio, due interpreti ineccepibili, che calamitano il pubblico con un efficacissimo intreccio di versatilità e intensità espressiva – le corregionali Maria Ariis e Carla Manzon – e un’autirce, Sonia Antinori, che sceglie di affrontare un argomento complesso, come quello della dislessia, o – in un orizzonte di più ampio respiro – del rapporto con l’“imperfezione”.

Su queste basi si fonda “Cronache del bambino anatra” che sarà in scena alla Sala Bartoli dal 20 al 25 marzo, per il cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Se negli anni Sessanta, quando inizia la storia narrata in “Cronache del bambino anatra”, l’ “imperfezione” di chi soffriva di disturbi dell’apprendimento non era compresa soprattutto per ignoranza, per mancanza di mezzi attraverso i quali avvicinarsi al problema, la società di oggi – che ormai possiede questi mezzi (la legge 170, ad esempio) – rischia tuttavia di mostrare verso ogni imperfezione una sorta di sordo rifiuto. Tende a isolare, ignorare ottusamente ciò che è imperfetto. E se l’”imperfetto” è un essere umano, questo atteggiamento si ammanta di pieghe davvero inquietanti.

È dunque teatro fine e necessario, quello proposto da “Cronache del bambino anatra”. Sonia Antinori ha preparato il proprio lavoro drammaturgico, anteponendogli un lungo percorso di conoscenza e studio: due anni di ricerca sul campo, durante i quali ha incontrato persone affette da disturbi dell’apprendimento, genitori, studiosi e insegnanti. Da questa esperienza nasce lo spettacolo, concepito come una favola semplice al cui centro c’è il rapporto – universalmente riconosciuto e fondamentale – fra una madre e un figlio. Il loro percorso di vita è portato in scena attraverso una serie di salti temporali che informano il pubblico sul loro passato, lo mettono in rapporto al loro presente, e – teatralmente – offrono alle attrici materia per costruire vere e proprie prove di bravura.

Una sorta di ciclo d’energia percorre la piéce e il rapporto fra i protagonisti: se all’inizio è quella madre insegnante a sostenere e aiutare il figlio dislessico, alla fine è invece lui – divenuto adulto, autonomo e consapevole – ad assicurare serenità alla madre, a propria volta “imperfetta” a causa dell’avanzare dell’età.

In questa parabola di tenerezza, c’è spazio per raccontare una molteplicità di snodi emotivi: la preoccupazione della madre davanti a quel bambino per cui ha desiderato il meglio e che invece risponde al mondo in modo così “strano”, poi la comprensione del problema e il senso di colpa per non averlo intuito prima… Ma non basta: ci sono da combattere l’ignoranza della gente, i pregiudizi, l’inadeguatezza del sistema scolastico davanti a disturbi dell’apprendimento che attualmente colpiscono poco meno di 2 milioni di persone…

L’infanzia – che per ogni figlio si vorrebbe spensierata e felice – è in realtà una battaglia per il protagonista e sua madre. E sarà naturale chiedersi, indotti dallo spettacolo, quante altre infanzie infelici sarebbero evitabili, quanti “bambini anatra” non sono stati capiti, protetti, accompagnati a diventare adulti e sereni, attraverso un percorso forse più tortuoso e faticoso, ma affrontabile e soprattutto efficace.

In occasione della spettacolo giovedì 22 marzo alle 17.30 si terrà, presso la Sala Bartoli un incontro aperto al pubblico. Un’opportunità per dialogare con le protagoniste Maria Ariis e Carla Manzon, e per approfondire il variegato tema della dislessia grazie all’intervento della signora Erica Sirotich, presidente della sezione triestina dell’Associazione Italiana Dislessia. Un prezioso racconto a più voci, dove il linguaggio logico della scienza e quello creativo del teatro accompagnano lo spettatore alla visione dello spettacolo.

“Cronache del bambino anatra” di Sonia Antinori è interpretato da Maria Ariis, Carla Manzon per la regia di Gigi Dall’Aglio. È un progetto in collaborazione con Teatro Verdi di Pordenone e Ass. Malte

“Cronache del bambino anatra” va in scena da martedì 20 a domenica 25 marzo. Martedì e venerdì le rappresentazioni iniziano alle ore 19.30 alla Sala Bartoli, gli altri giorni alle 21 e domenica si tiene l’unica pomeridiana alle ore 17.
I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.

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