Delitti in palcoscenico 🗓

DELITTI IN PALCOSCENICO: TESTI DI GIUSEPPE ROMUALDI

LUNEDÌ 4 FEBBRAIO

ORE 19.00

HANGAR TEATRI

Intervengono il prof. Paolo Quazzolo e Gioia Battista

Ingresso gratuito


Teatro: Leggere alcuni passi dei copioni più celebri ci porterà indietro nel tempo, per scoprire cosa si nasconde dietro i delitti in palcoscenico.

Forse non tutti sanno che prima dei nostri commissari e marescialli televisivi, prima ancora delle fiction sui delitti irrisolti, addirittura prima ancora dei celebri romanzi «gialli» editi dalla Mondadori, agli albori della passione degli italiani per gli intrighi polizieschi c’erano le commedie teatrali. Veri e propri «drammi gialli», confezionati ad uso e consumo di un pubblico di massa che invadeva letteralmente le platee dei teatri, e che faceva impallidire la prosa ben più famosa di Pirandello o D’Annunzio.

Tra i commediografi che furono più prolifici nel genere vogliamo ricordare Giuseppe Romualdi e Guglielmo Giannini. Autori oggi dimenticati, che negli anni ’30 spopolavano sui palcoscenici di tutta Italia. Ma, per potersi mantenere in vita, il genere poliziesco dovette destreggiarsi tra mille divieti imposti dalla censura fascista, divieti che, come spesso accade, divennero stimolo per trovare soluzioni nuove e sorprendenti. Tutto questo spiega la scelta dell’ambientazione quasi sempre collocata fuori dal territorio italiano; la nazionalità dei personaggi, quasi sempre inglesi, americani o francesi; È chiaro, infine, che l’idea di un giallo dal finale aperto, ossia senza soluzione o, peggio ancora, senza la cattura dell’assassino, non era neppure concepibile.

Paolo Quazzolo, laureato in Storia del Teatro e dottore di ricerca in italianistica, è professore associato di Storia del Teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste. Ha al suo attivo circa 150 pubblicazioni. Si occupa del teatro tra Otto e Novecento, della nascita della regia,

delle dinamiche del teatro nella società delle masse, della drammaturgia italiana degli ultimi cinquant’anni

nonché della politica culturale dei teatri stabili. Si occupa inoltre del teatro di Carlo Goldoni.

In ambito didattico tiene presso l’Università degli Studi di Trieste e l’Università degli Studi di Udine, sin dal 1998, i corsi di Storia del Teatro, Drammaturgia, Organizzazione ed economia dello spettacolo.

Gioia Battista è scrittrice e drammaturga. Laureata in Lettere con una tesi in Drammaturgia Contemporanea, lavora da più di dieci anni in ambito teatrale come drammaturga e aiuto regista. Fino al 2017 è stata assistente di produzione e aiuto regista presso il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Vincitrice del premio Monzani (già Premio Candoni) con il testo «Il corpo che parla». Ha collaborato con il Museo Svevo e Joyce di Trieste con lo spettacolo «Una vita (da cani)» da testi di Svevo e Kafka, di cui è autrice e regista.

Ha curato l’adattamento drammaturgico del testo «Lei Dunque Capirà» di Claudio Magris, per la regia di Antonio Calenda e l’interpretazione di Daniela Giovanetti, prodotto per il Festival VeliaTeatro. Ha affiancato registi come Antonio Calenda, Furio Bordon, Serena Sinigaglia, Marko Sosic, Igor Pison e ha lavorato, tra gli altri, con i maestri Giorgio Albertazzi e Roberto Herlitzka.

Ingresso gratuito.

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