DISSOLUZIONE DELLO SGUARDO
A TRIESTE, NELLA SALA TARTINI DEL CONSERVATORIO, GIOVEDÌ 15 FEBBRAIO È DI SCENA L’EVENTO INAUGURALE DI TEATRI DEL SUONO / ON THE EDGE, FESTIVAL DI MUSICA E CULTURE CONTEMPORANEE. UN CONCERTO A CURA DELLA SCUOLA DI MUSICA E NUOVE TECNOLOGIE DEL CONSERVATORIO TARTINI, ESPERIENZE DI COMPOSIZIONE AUDIOVISIVA INTEGRATA CHE CI PROIETTERANNO NELLE SUGGESTIONI DELLA GRAFICA GENERATIVA, FRA RELITTI VISIVI E AUDIO-SINTESI FRUTTO DI MODELLI FISICI. SIPARIO ALLE 20.30.
TRIESTE – “Dissoluzione dello sguardo”, una produzione che incrocia musica e immagini nel segno di visioni e tecnologie innovative, per restituire l’esperienza della composizione audiovisiva integrata e le suggestioni della grafica generativa, fra relitti visivi e un’audio-sintesi filtrata dai modelli fisici. Questo l’affascinante microcosmo in cui sui muove il Concerto in programma giovedì 15 febbraio, alle 20.30 nella Sala Tartini del Conservatorio di Trieste (via Ghega 12), evento inaugurale di Teatri del Suono / On the Edge, Festival di Musica e Culture contemporanee. Una proposta della Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio Tartini e del cartellone dei Concerti del Tartini 2024, in collaborazione con Teatri del Suono e cantierezero. L’ingresso al concerto è gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili, con prenotazione consigliata tel 040 6724911. In programma partiture di Dana Bagioli (Un pesce fuor d’acqua), Fabrizio Cecuta (Studi per Dissoluzione dello Sguardo), Amedeo Pinni (Cohere), Christopher Scherlich (Fragments), Carlo Siega (SURFACES & TEXTURES #2.0_earthy), Paolo Pachini (Sottoforma). Il festival Teatri del suono / On the edge proseguirà dal 16 al 18 febbraio alla Sala Luttazzi /Magazzino 26 e al Museo Sartorio con concerti, performances, talk, installazioni, letture che coinvolgeranno anche alcuni studenti del Conservatorio Tartini.
Il concerto “Dissoluzione dello sguardo” ci proietta in un labirinto di schegge visive, e come ne L’invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares la sensazione sarà di ripetere all’infinito gli stessi gesti sospesi in un etereo diaframma spazio temporale. Il nostro sguardo sembrerà così vagare “allucinato”, rimbalzando nostro malgrado come un’ape impazzita tra un seducente fiore visivo e l’altro, come succubi di un frenetico cortocircuito. I lavori audiovisivi presentati nel concerto cercano di riprodurre l’ossessione e l’andirivieni dello nostro sguardo nella foresta delle immagini artificiali: distorcendole, frammentandole, collegandole in modi inattesi. Lo sguardo si consuma in un brillio malato, rendendo mostruosa la sua natura di strumento del desiderio, di edificatore di una “realtà” che oramai si confonde col suo modello. Se nella partitura di Dana Bagioli, Un pesce fuor d’acqua, si trasmette un esperienza immersiva e avvolgente, che richiama il continuo mutare e fluire del’ acqua, nel brano Per Dissoluzione dello Sguardo di Fabrizio Cecuta, concept principale del concerto, suoni già esistenti vengono campionati e selezionati, dalla massa della corrente al fruscio della puntina del giradischi a vuoto, e poi scomposti, manipolati e riassemblati in una nuova forma che va a distorcere e a sua volta dissolvere quella che era la realtà sonora precedente. Amedeo Pinni, con Cohere, intreccia attraverso video e musica un percorso che riflette la relazione tra l’osservatore e la natura, l’oggetto e lo sguardo. Christopher Scherlich, con Fragments, parla dei frammenti di vita che vengono caricati ogni giorno dagli utenti di tutto il mondo sui social media e Carlo Siega, attraverso la composizione video-musicale SURFACES & TEXTURES #2.0_earthy, indaga il rapporto tra il reale e la sua rappresentazione nel digitale, a partire dal concetto materico di superficie e della sua controparte ‘sintetica’: la texture. Infine Paolo Pachini, con Sottoforma, propone un lavoro che è nel suo insieme una sorta di pastiche, satirico e tragicomico, per rappresentare l’effetto dissociativo e alienante della tempesta mediatica in cui siamo immersi e a cui contribuiamo attivamente tramite internet e i social media. Paolo Pachini, attivo come compositore dal 1990 e come videoartista dal 2000, dal 2001 è docente di Composizione Elettroacustica e Composizione Audiovisiva Integrata presso la Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste. Nelle vesti di compositore ha realizzato opere strumentali e vocali, anche con live electronics accanto a lavori esclusivamente acusmatici, eseguite in contesti in Italia e all’estero quali Wien Modern Festival, Festival Archipel di Ginevra, Festival Ars Musica di Bruxelles, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Carlo Felice di Genova, Rai Radiotelevisione Italiana, Bologna Festival. Nel 1996 ha vinto il premio CEMAT “Quarant’anni nel Duemila”. Come videoartista ha creato complesse opere video-musicali di sua ideazione, collaborando con compositori quali Fausto Romitelli, Stefano Gervasoni, Raphael Cendo, Martin Matalon, Michael Jarrell, Mauro Lanza e Roberto Doati, avendo tra i suoi produttori Biennale di Venezia, Fondation Royaumont, GRAME di Lione, Südwestrundfunk di Stoccarda, Wien Modern, PHACE, IRCAM. Queste opere sono state eseguite in contesti internazionali quali Biennale Musica di Venezia, Barbican Centre di Londra, Conservatorio di Mosca, Museo delle Belle Arti di Taipei, Wiener Konzerthaus, Biennale Musiques en Scène di Lione, Festival MaerzMusik di Berlino, Festival Milano Musica, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Opera di Lille, Opera di Madrid, Filarmonica di Stoccarda, Centre Pompidou di Parigi.
Info: conts.it teatridelsuonofestival.eu