Dopo il Silenzio

Muoiono di mafia non solo le vittime della delinquenza organizzata, ma tutti coloro che si rassegnano a vivere nell’illegalità e nell’ingiustizia: chi chiude gli occhi di fronte ai reati, chi fa affari eludendo la legge, chi cerca i favori dei potenti.

Pietro Grasso, Liberi tutti.

Un pianoforte annuncia con la sua sonata, l’inizio dello spettacolo. Immagini registrate ci riportano ai giorni degli attentati di mafia.

Pietro Grasso, capo della Direzione nazionale antimafia e autore del libro dal quale è tratto lo spettacolo riadattato da Francesco Niccolini e Margherita Rubino, e sua moglie cercano di dialogare con un ragazzo di mafia, scardinando tutte le motivazioni della condizione che dalla Sicilia si è propagata nel resto del mondo.

Affrontano la storia della mafia da Dalla Chiesa  a Borsellino, passando per Falcone.

Lo raccontano in maniera straziante, lucida, riflessiva. Il compito di una maestra, nel suo ruolo di educatrice e il compito di un procuratore nazionale antimafia, che per tutta la vita lottano contro questo mostro che sporca la loro terra, uccidendo i suoi figli.

Proprio con un figlio ne parlano, raccontando i riti di appartenenza a Cosa Nostra, i comandamenti ai quali bisogna attenersi. Raccontano di cosa offre questo patto e cosa chiede in cambio. Tutto il dolore di una terra attraverso l’interpretazione magistrale di questi grandi attori: Sebastiano Lo Monaco, Mariangela D’Abbraccio e Turi Morricca in un bellissimo gioco scenico di ombre che aumentano la dimensione del corpo a seconda del momento del racconto per questa splendida regia di Alessio Pizzech.

Alle loro spalle a tratti scorrono dei video che documentano i fatti di quegli anni, mentre la maestra si ritrova a riflettere sul fatto che anche se riuscisse a salvar un solo ragazzo dall’ingresso nella mafia, sarebbe salvarlo dalla morte, e questo sarebbe sufficiente.

Una maestra che non smette di asserire che la vita è ancora bella e che non smette di insegnare una cosa fondamentale come non aver mai paura.

Di grande impatto il passo del ricordo da parte di Sebastiano Lo Monaco, di  Rita Atria, una ragazzina di soli diciasette anni che ebbe fiducia in Paolo Borsellino e che inizio a raccontare tutti i fatti di mafia. Una settimana dopo la strage di via d’Amelio, dove morì Paolo Borsellino e la sua scorta, Rita Atria si uccise a Roma, dove viveva in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia, 23. La madre la disconobbe, dissacrandone la tomba. La mafia siamo noi! Questa frase suona fortissima dentro l’animo di chi ascolta, perchè è vero: la mafia non esisterebbe senza i nostri comportamenti e a volte siamo così sordi che abbiamo bisogno di grida di altri uomini a ricordarcelo, o donne, come Serafina Battaglia, la prima donna che nel 1962 dichiarò guerra alla mafia, e papa Karol Wojtila, con il suo anatema contro la mafia. Si ricorda Pino Puglisi, ucciso a cinquant’anni a causa del suo impegno civile.

Siamo tutti morti se ci rassegnamo! Racconti di ironiche e continue battute tra Falcone e Borsellino ed esaltazione della bellezza del silenzio, quando ad esso segue la speranza di una vita migliore, una vita dopo la rivolta morale creata dal no detto da migliaia di giovani studenti.

Lo spettacolo chiude con la descrizione della splendida magnolia piantata davanti alla casa di Giovanni Falcone, simbolo di speranza.

Uno spettacolo di fortissimo impatto e di grande educazione. Uno spettacolo che sarebbe dovuto esser visto da tutti gli allievi delle scuole cittadine per insegnare loro l’educazione civica e il rispetto storico, ma allo stesso tempo avrebbe avuto il compito di ricordare a quanti insegnano che la loro missione principale è quella di contribuire alla crescita di una società equilibrata, sana e consapevole.

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Rivedere sul palcoscenico Sebastiano Lo Monaco è sempre una grande emozione. Quando nel 2012 venne a Trieste, al debutto dello spettacolo Per non morire di mafia, che coincideva anche con il nostro anniversario di matrimonio, io e mio marito volemmo andare in camerino a complimentarsi con lui. In questi anni della nostra vita abbiamo avuto modo di vederlo recitare molte volte e spesso, insegnare anche al pubblico il comportamento e l’educazione.

Due anni fa fummo noi a raccontargli del nostro eroe cittadino, Eddie Kosina, agente scelto e volontario nella scorta di Paolo Borsellino, morto con lui nell’attentato di via Amelio. Sentire il suo omaggio, oggi a teatro, mi ha commosso e mi sono vergognata nel sentire così pochi applausi all’annunciare il nome di un concittadino non ricordato e morto per un’ideale di libertà.

All’uscita mi sono fermata per dirgli grazie e Sebastiano si è ricordato ogni singolo particolare di quel nostro dialogare di quel giorno.

Il teatro non è solo recitazione: il teatro è soprattutto educazione, rispetto, cultura, conoscenza e libertà.

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©Laura Poretti Rizman

LINK alla recensione su Per non morire di mafia

 

Sebastiano Lo Monaco - Mariangela D'Abbraccio-foto di Tommaso Le Pera-Dopo Il Silenzio, foto fornita da Il Rossetti
Sebastiano Lo Monaco – Mariangela D’Abbraccio-foto di Tommaso Le Pera-Dopo Il Silenzio, foto fornita da Il Rossetti

“Sebastiano Lo Monaco propone un nuovo spettacolo ispirato a testi di Pietro Grasso, dopo il grande successo di Per non morire di mafia.  Diretto da Alessio Pizzech è in scena al Teatro Stabile il 26 e il 27 marzo Dopo il silenzio, in cui l’attore è protagonista assieme a Mariangela D’Abbraccio. Completa il cast Turi Morricca”.

«Uno spettacolo che nasce dal libro di Pietro Grasso Liberi tutti, nasce da una letteratura e da contenuti alti, importanti: è grande teatro civile. Ma grazie all’apporto di Francesco Niccolini (un autore interessante, che ha collaborato a diversi testi di Marco Paolini, fra l’altro) e a quello di Margherita Rubino che ha preso parte alla scrittura anche del precedente nostro spettacolo su Grasso, Dopo il silenzio è diventato anche un lavoro di grande drammaturgia»
Sebastiano Lo Monaco presenta con passione il lavoro che lo riporta a Trieste, nuovamente – dopo il deciso successo del monologo Per non morire di mafia – con un tema coraggioso e attuale.

Dopo il silenzio – tratto da Liberi tutti di Pietro Grasso – sarà in scena al Politeama Rossetti mercoledì 26 e giovedì 27 marzo, inserito nel cartellone Prosa del Teatro Stabile regionale.

In scena con Sebastiano Lo Monaco, apprezzeremo Mariangela D’Abbraccio e Turi Moricca, che – diretti da Alessio Pizzech – danno vita ai profili dei personaggi che popolano questo capitolo dell’epopea sulla mafia di Pietro Grasso. Lo sguardo dell’autore si concentra questa volta, molto sul “privato”: «Mariangela D’Abbarccio – spiega ancora Lo Monaco –  interpreta la moglie di Grasso, Turi Moricca, un giovane attore  siciliano, è invece un mafioso che lei e Grasso cercano in qualche modo di riscattare. E nel loro intrecciarsi c’è tutto il racconto delle vicissitudini, dei dolori, dei rischi che hanno vissuto nel corso della loro esistenza. È – in poche parole – la storia di un uomo e di una donna, di due italiani perbene, che hanno dedicato la loro vita alle istituzioni. Lui nella magistratura, lei nell’insegnamento.»

I tre interpreti dunque  divengono strumento – attraverso la parola teatrale – di indagine di una Storia collettiva, italiana, che coincide, talora si scontra, diverge, per poi trovare altri punti di contatto con quella della mafia, con i suoi addentellati politico-economici, con il suo ribaltamento di valori che, pericolosissimo, sta trovando terreno sempre più fertile e vasto in un mondo imbarbarito nei costumi e nella vita pubblica: un mondo assetato di esempi positivi, bisognoso più che mai modelli validi a cui ispirare la propria condotta ed il proprio agire.

Significativo da questo punto di vista, che lo spettacolo proponga anche un confronto generazionale, aspiri a un dialogo fra esse, espressione del dovere che Pietro Grasso si dà di parlare, far conoscere soprattutto ai giovani, il passato nonché i malati meccanismi mafiosi ancora in atto. Per questo il titolo allude a un “dopo” il silenzio: negare il silenzio, opporsi al silenzio omertoso, e “dopo”, guardare al futuro.

Dopo il Silenzio di Francesco Niccolini e Margherita Rubino è tratto dal libro di Pietro Grasso Liberi tutti e va in scena per la regia di Alessio Pizzech, con le scene di Giacomo Tringali, i costumi di Cristina Da Rold e le musiche di Dario Arcidiacono.
Le luci sono di Luigi Ascione mentre Giacomo Verde cura gli interventi video; i canti originali sono composti da Carlo Muratori e interpretati dal coro Discantus diretto dal Maestro Salvo Sampieri.
La produzione è di Sicilia Teatro, del 56°Festival dei Due Mondi di Spoleto, e del Teatro “Tina Di Lorenzo” di Noto.

Lo spettacolo è in scena alla Sala Assicurazioni Generali alle ore 20.30 sia mercoledì 26 che giovedì 27 marzo quando si replica anche di pomeriggio alle ore 16.

Biglietti ancora disponibili presso i punti vendita e i circuiti consueti dello Stabile regionale e sul sito del teatro www.ilrossetti.it.

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