
Grande appuntamento quello che si è tenuto ieri martedì 6 ottobre alle ore 17 nella Sala del Trono del Castello di Miramare di Trieste, nell’ambito di un educational dedicato alla stampa nazionale in collaborazione con PromoTurismoFVG, per puntare il focus sulla figura femminile ai tempi del grande cartellonista Marcello Dudovich. Il titolo dell’incontro era Dudovich e la modernità della figura femminile. A introdurre e trarre le conclusioni dell’incontro, moderato dalla giornalista de Il Piccolo di Trieste Arianna Boria, è stata la direttrice del Museo storico e il Parco del Castello di Miramare Andreina Contessa.
Si è parlato di moda, di usi e costumi del tempo, di politica e di lavoro, ma soprattutto di vivacità e di intraprendenza, di avanguardia di gran parte della popolazione femminile del periodo di varia estrazione sociale, che anticipando i tempi, ha iniziato una battaglia che purtroppo ancor oggi non si può definire conclusa.
Molto seguita ed apprezzata anche la partecipazione della giornalista Micaela Zucconi che ha parlato delle sorelle fotografe Wanda e Marion eredi della dinastia dell’atelier Wulz. Micaela Zucconi ha raccolto numerosi anneddoti e svolto ricerche storiche per raffigurare al meglio queste splendide donne, che hanno dedicato la loro vita alla passione artistica per la fotografia.

Si è parlato di ambienti artistici, di frequentazioni futuriste e di grandi nomi che hanno fatto la storia e che sono entrati in contatto con loro, prima tra tutte Anita Pittoni.
In esclusiva e con gran sorpresa del pubblico, come ospite è intervenuta Cristina Luce, l’ultima modella ritratta da Marcello Dudovich, testimone del tempo e dell’opera del maestro.
Elegante, mondana, indipendente, la donna che Marcello Dudovich ritrasse a inizio ‘900 portava in sé lo spirito del nuovo secolo che, qui a Trieste, era vissuto con molto fervore. Dudovich pone al centro delle sue opere, con tratti a volte irriverenti, signore sole, su una spiaggia o in un caffè, donne in movimento e padrone dello spazio.
Dudovich è passato nelle sue rappresentazione, ad abbracciare stili rigidi per poi ritornare a quelli più morbidi. In un periodo storico molto importante ha avuto la possibilità di vivere un dinamismo culturale di una città per eccellenza mitteleuropea, dove le donne iniziavano per prime, a spiccare il volo.

Nei primi anni del novecento, a Trieste, ventimila donne lavoravano ed alcune rivestivano ruoli di notevole prestigio. Scrittrici di grande fama, iniziavano ad ottenere successi sia con romanzi che con denunce sulle dinamiche lavorative. La maternità e il matrimonio venivano affrontati non soltanto come romantici fini di successo, ma anche come denunce di situazioni meno felici. In quegli anni un giornale sloveno diretto da sole donne, parlava esclusivamente di problematiche femminili che non erano prettamente commerciali, ma dirette ad un popolo di lavoratrici. Le stesse sorelle Wulz, pur frequentando gli ambienti più letterari del momento, hanno sostenuto per anni un ruolo che fino a quel momento nessuna donna aveva mai svolto.
Orgogliose e fiere fino alla fine dei loro giorni, hanno dimostrato una forza pari a pochi.
Nella prestigiosa cornice del più bel castello ricoperto dai toni dorati di un tramonto l’incontro è proseguito con una visita alla mostra allestita alle Scuderie del Castello a cura di Roberto Curci che è anche il curatore dell’esposizione.
Laura Poretti Rizman
L’incontro era aperto al pubblico per un numero limitato di partecipanti e realizzato in collaborazione con PromoTurismoFVG nell’ambito di un viaggio stampa dedicato ad alcuni giornalisti di importanti testate nazionali per visitare anche Trieste e alcune delle sue più importanti proposte culturali, come il Propileo di San Giusto recentemente aperto al pubblico.