Ricevo i complimenti per l’iniziativa ed un commento da parte della professoressa Vesna Mikolič, docente presso l’Università del Litorale di Capodistria, la quale ha partecipato all’incontro (sulle esperienze traumatiche vissute dagli sloveni durante il fascismo). Mi scrive la professoressa Vesna Mikolič: “Mentre oggi nella maggior parte delle situazioni si cerca di deturpare la verità, Trieste invece attraverso questa iniziativa si sta dimostrando una città molto aperta, una città, che non ha paura né del proprio passato, né del presente, né del proprio futuro!”
Venerdì 28 ottobre dalle ore 18.00 alle 20.00 ha avuto luogo il quarto incontro dello Sloveno con empatia, che focalizzava l’attenzione sulle esperienze traumatiche vissute dagli sloveni di Trieste e del nostro più ampio territorio durante gli anni del fascismo. Le / i partecipanti hanno espresso le loro considerazioni, le loro esperienze di vita in quel periodo o i loro punti di vista sulla questione. Tra i presenti, una signora ha detto di aver vissuto nella casa dove abitava Gaetano Colotti, il quale ha rappresentato il terrore per tutti gli sloveni della città. Un partecipante all’incontro ha detto di appartenere politicamente all’estrema destra, ha ringraziato dicendo che basta anche solo un sorriso per capirsi, tra italiani e sloveni. Non vi è bisogno di altro. Interessanti, gli interventi dello psichiatra dottor Lorenzo Toresini e dello psicologo triestino Danilo Sedmak. Entrambi hanno operato a Trieste a fianco di Franco Basaglia. Lorenzo Toresini ha lavorato tanti anni nella psichiatria in Alto Adige ed ha fatto un confronto tra i traumi subiti dagli sloveni qui da noi e quelli subiti dai tedeschi nell’Alto Adige. Sempre durante il periodo fascista. Terribile, la testimonianza dell’ingegnere dottor Giordano Zahar, vittima del terrore fascista di Trieste e delle torture effettuate dalla banda di Gaetano Collotti, che rappresentava un incubo e il terrore per la comunità slovena di Trieste. Giordano (Jordan) Zahar è autore di un libro in cui racconta le sue terribili esperienze di vita. Il libro di Giordano (Jordan) Zahar ha il titolo: “Diario di una vita all’ombra della cortina di ferro”. E’ una pubblicazione del 2016. Il libro lo si trova online. Ne ho io una copia, qualora fossi interessato a visionarlo. Raccoglie testimonianze. Oggi il dottor Giordano Zahar vive a Boršt (Sant’Antonio in Bosco) e ricorda con tanto dolore quei momenti terribili che ha vissuto.Tra i partecipanti anche il professor Samo Pahor; interessanti i suoi contributi storici. Ha parlato anche la professoressa Luisa Fazzini, donna molto impegnata negli ambiti culturali di Trieste, è stata insegnante al liceo classico triestino “Dante Alighieri”. Una giovane ragazza sarda, Francesca Sanna, ha presentato una sua esperienza di lettura di un racconto dello scrittore Boris Pahor. Tra le/ i partecipanti anche alcuni giovanissimi, alunni delle scuole superiori di Trieste, molto interessati al tema. Una ragazza del liceo scientifico Guglielmo Oberdan ha detto che purtroppo la programmazione didattico-formatica di storia, nelle scuole superiori, non prende nella giusta considerazione queste tematiche. E, dice, è un peccato, perché poi le giovanissime generazioni non conoscono i fatti accaduti nel passato.”
Elena Cerkvenič
Samo Pahor idr. v Sček, foto fornita da Elena Cervenick
Le esperienze traumatiche vissute dagli sloveni durante il fascismo, quali l’incendio del Narodni dom del 13 luglio 1920, l’italianizzazione dei nomi propri, dei cognomi e dei toponimi sloveni, la proibizione dell’uso quotidiano della lingua slovena, la soppressione di scuole, giornali, associazioni sloveni, la fucilazione dei quattro giovani antifascisti di Basovizza, i crimini e le torture della banda di Gaetano Collotti costituiranno al prossimo incontro dello Sloveno con empatia alcuni spunti che le / i partecipanti potranno elaborare per riflettere assieme ed esprimere, in un clima di serenità ed amicizia, esperienze di conoscenze, maturate o che si vorrebbero maturare.
L’incontro, avrà luogo venerdì 28 ottobre alle ore 18.00 presso la sala del Circolo per gli Studi Sociali Virgil Šček, situata al III piano di via Giacinto Gallina 5, Trieste. Si svolgerà con modalità interattiva e bilingue e sarà caratterizzato da un approccio empatico, con cui ci si propone di alimentare la curiosità e l’interesse per la lingua e la cultura slovena, nonché di rafforzare le motivazioni al dialogo inter- ed intraculturale.
L’ingresso è libero.
Per informazioni: Elena Cerkvenič Tel. 3290224074, E-mail: elenacerkvenic@gmail.com
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