
TRIESTE – Martedì 28 settembre alla Torre del Lloyd Wunderkammer presenta alle 20.30 Ensaladas Y madrigal, un appuntamento incentrato sulle potenti voci del gruppo Cantoria in un programma ricco di colori e sfumature vocali, ma anche di contrasti: la gioia entusiasta delle ensaladas di Mateo Flecha di fronte alla tragica e profonda miseria dei lamenti di Claudio Monteverdi. Un programma dove il testo, le emozioni, la trama e i sentimenti sono senza dubbio i protagonisti.
Mateo Flecha “El Viejo” compose nel XVI secolo le sue famose ensaladas, un tipo di composizione molto popolare ispirato ai pezzi di Clément Janequin, un compositore e presbitero francese del Rinascimento, dove si mescolavano diversi testi con diverse metriche, oltre a varie lingue, danze e canti popolari. Le ensaladas venivano cantate abitualmente a Natale per celebrare la vita, e contenevano piccole storie a tema religioso con obiettivi moralisti, guarnite di barzellette e notizie sociali e politiche.
La sua ensalada “El Toro” è un appello di guerra per la nobiltà spagnola. Il nemico è paragonato a un toro coraggioso che deve essere combattuto con coraggio. Un coraggio necessario anche nelle guerre ottomane, come evoca il compositore nel brano che si potrà ascoltare durante il concerto, “La Justa”, dove le legioni vengono paragonate ai cavalieri in un torneo: si potranno percepire i suoni della festa, composta per celebrare il trionfo dell’Imperatore.
Dall’altro lato, con le musiche di Claudio Monteverdi, ci sarà spazio anche per la tristezza, i pianti dell’abbandono e della morte. A contrastare la gioia delle ensaladas, ci saranno infatti i tragici madrigali del suo Sesto Libro di Madrigali dove prende vita la mitologia greca: il Lamento d’Arianna che entra nella tragica resa e nella cupa tristezza di questa povera principessa cretese. Cantoría cerca di entrare nelle emozioni di questa storia da una prospettiva molto attuale, ma rispettando la pura vocalità lineare del Rinascimento: dando l’importanza alla parola ma senza farle perdere il discorso e il flusso della linea melodica.
Il concerto si completa con i funesti lamenti de “La Sestina”, su versi di Scipione Agnelli, di Monteverdi, dedicata alla memoria di una giovane cantatrice, Caterinuccia Martinelli. In questo programma Cantoría esplora, per la prima volta, i colori della musica italiana. Ognuna di queste parti evoca una prospettiva diversa del pianto e della perdita, e ci avvicina alla sofferenza del povero Glauco, l’amante, a causa della perdita di Corinna.
Mateo Flecha e Claudio Monteverdi sono stati due veri pionieri del loro tempo, dipingendo con la loro musica il significato e le emozioni della poesia e delle storie, ognuna con risorse diverse, ma con un obiettivo comune: comunicare e creare un collegamento speciale con l’ascoltatore. Con questo programma, dopo un anno di pandemia con tante perdite in tanti modi, anno tragico ma anche spunto di riflessioni profonde e di scoperte personali, Cantoría decide di non fuggire dalla sofferenza ma affrontarla attraverso la musica, celebrando la bellezza della cultura mediterranea.