Europeana. Breve storia del XX secolo 🗓

Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne sprechiamo molto.
Seneca
Lo spettacolo “Europeana. Breve storia del XX secolo” è stato un vero pugno allo stomaco.
Un pugno allo stomaco per la sua potenza che nell’espressività di Lino Guanciale ha raggiunto ogni cuore.
C’è stato un attimo in cui volevo alzarmi e gridare “Basta!!”: basta alla scarica di notizie negative che hanno contrassegnato questo secolo. Basta alla declamazione di quanta mancanza di umanità abbiamo raggiunto. Eppure sono rimasta lì inchiodata a quella sedia ad ascoltare fino alla fine questo spettacolo che è stato veramente di grande coinvolgimento.
Lino Guanciale è stato ospite della Stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che lo ha visto impegnato come regista e come protagonista; è stato accompagnato in scena dal valente fisarmonicista sloveno Marko Hatlak, con il quale ha ripetutamente scherzato.
La musica dunque ha assunto un ruolo molto importante sia per la partecipazione del celebre fisarmonicista sia per l’inserimento e la scelta delle musiche che sono appartenute a questo secolo.
La lettura a leggio è stata interpretata veramente con grande maestria da Lino Guanciale che in maniera vorticosa elencava tutta una serie di eventi appartenenti a questo secolo, anche se il testo non seguiva sempre un una sequenza temporale ma saltava nel tempo stesso. La bravura di questo attore nello scorrere in maniera così veloce interpretando, è stata davvero una lezione magistrale di recitazione.
L’inizio di scena è stato aperto con brani musicali di grande potenza come il singolo del gruppo musicale svedese ABBA Mamma Mia, pubblicato nel 1975 e come la canzone del gruppo musicale statunitense Van Halen Jump, pubblicata nel dicembre 1983 come singolo di lancio dell’album 1984, ed a seguire molti altri caposaldi del secolo.
L’utilizzo di alcuni oggetti a simbolo hanno riempito ulteriormente la scena che si presentava con un cumulo di abiti smessi alto come una collina; una maschera antigas  è stata un’anticipazione di come l’uomo in questo secolo abbia iniziato ad utilizzare la natura contro la sua specie, offendendo la vita. È stato narrato con una vertiginosa velocità ogni piccolo passo di questo secolo dallo sbarco in Normandia all’influenza spagnola alla seconda guerra mondiale e alla sua propaganda, all’arrivo dell’era dell’elettricità e attraverso la storia del reggiseno la lotta che continua ancora i nostri giorni per l’uguaglianza di genere. Si è parlato di un consumo esagerato di risorse, dell’umanesimo, della biotecnologia, di una inarrestabile e non conclusa corsa frenetica. Ad ogni passo Guanciale vestiva una maglietta diversa.
Ha raccontato di produttività collegandola al nazismo e alla razza ariana, ha narrato di sterilizzazioni mentre la musica della colonna sonora di Rocky anticipava un discorso sull’utilizzo della plastica. Anche le Barbie sono state raccontate nella loro storia che è stata strettamente collegata all’emancipazione femminile.
Ho sempre pensato che il 900 fosse comunque stato un bel periodo nonostante le due grandi guerre e tutte quelle piccole e lontane da noi, sicuramente perchè il benessere del consumismo mi ha dorato una pillola dannosissima. Già da parecchio tempo soffro l’ansia della distruzione del pianeta e sicuramente dopo questo spettacolo non riuscirò più a vedere con gioia neppure quei video che mostrano gli anni ottanta con nostalgia, riportando scene di motorini e audiocassette e nostalgia crescente con l’andare della musica che ricorda gioventù e tempi felici. Ovviamente la colpa non è di questo spettacolo, anzi. Ritengo che la consapevolezza passi anche e soprattutto attraverso l’arte, di cui il teatro ne è anticipatore.
Purtroppo nel nostro mondo anche la bellezza di tante piccole cose si è colorata di grigio ma si può ancora fare qualcosa.
Nel chiudere lo spettacolo il gesto del protagonista nel spogliarsi ad una ad una di tutte le magliette forse leva qualche peso e sicuramente fa stupire tutti quante ne abbia potuto indossare, ma soprattutto rimane la frase sospesa nell’aria sulla volontà di Cancellare la Memoria dopo la frenesia e la velocità esagerata di questi ultimi cento anni.

Laura Poretti Rizman

Foto © 2021 Luca d’Agostino / Phocus Agency fornita da ufficio stampa Cividale del Friuli, 28-08-2021 – MITTELFEST 2021 – EREDI – Chiesa di San Francesco – Teatro – EUROPEANA. BREVE STORIA DEL XX SECOLO
LINO GUANCIALE – Di Patrik Ourednik
Copyright © 2001 Patrik Ourednik
Traduzione Andrea Libero Carbone © 2017 Quodlibet srl
Regia e con Lino Guanciale
Con Marko Hatlak (fisarmonica)
Costumi Gianluca Sbicca
Luci Carlo Pediani
Co-produzione Wrong Child Production e Mittelfest 2021
In collaborazione con Ljubljana Festival

 

Il Novecento è il vero protagonista di “Europeana” che Lino Guanciale accompagnato dal musicista Marko Hatlak porta alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti sabato 14 e domenica 15 gennaio.
Appuntamento inserito nella Stagione di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, lo spettacolo presenta il secolo come una serie di eventi alla rinfusa, alla stregua di vecchi ritagli di giornale conservati gelosamente, dove omicidi, scoperte, tragedie, progresso, guerre e politica si susseguono rivelandone tutta la complessità e contraddizione.
Eventi tragici come l’Olocausto o l’uso dei gas nelle trincee della Grande Guerra vengono accostati a invenzioni più frivole come quella del reggiseno, del frigorifero e dell’asciugacapelli, riproponendo anche sul palco quella narrazione articolata e sincopata che si ritrova nel libro “Europeana” del praghese Patrik Ourednik dal quale lo spettacolo è stato tratto.

Come fosse un cronista proveniente dal futuro venuto a raccogliere i brandelli della civiltà europea del XX secolo, Lino Guanciale, regista e unico interprete sulla scena insieme al fisarmonicista sloveno Marko Hatlak, regala al pubblico un lungo e diacronico excursus sul secolo passato, ripercorrendo la linea del tempo più volte per raccontare da diversi punti di vista eventi avvenuti contemporaneamente, o molto distanti fra loro nel tempo e nello spazio, oscillando con disinvoltura tra la tragedia e la farsa.

Nel suo adattamento teatrale Lino Guanciale è riuscito a rendere sulla scena le potenzialità drammatiche del testo di Ourednik, mantenendo la sua abilità di sintesi ed esaltando l’interpretazione del testo nel serrato dialogo fra parola e musica.
Lo spettacolo è una co-produzione Wrong Child Production e Mittelfest2021 in collaborazione con Ljubljana Festival.

I biglietti disponibili – per sabato 14 gennaio alle ore 20.30 e per domenica 15 gennaio alle 16 – sono in vendita alla Biglietteria del Politeama Rossetti, e in tutti i punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Acquisti anche on line dal sito www.ilrossetti.it.

LINO GUANCIALE

Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 2003 ottenendo il Premio Gassman come miglior allievo e inizia subito a lavorare in teatro, prima con Gigi Proietti, poi con Claudio Longhi e Franco Branciaroli, collaborando con alcuni tra i più importanti nomi del palcoscenico italiano tra i quali Luca Ronconi a Walter Le Moli, da Massimo Popolizio a Michele Placido.
Al cinema esordisce nel 2008, interpretando Mozart in “Io, Don Giovanni” di Carlos Saura. Nel 2012 è protagonista di “Happy Days Motel”, coprotagonista de “Il volto di un’altra”. Nel 2017 lo ritroviamo nel ruolo principale de “I Peggiori”, “La casa di famiglia” e in seguito in “Arrivano i prof” di Ivan Silvestrini. In tv ha interpretato diverse fiction, fra le più recenti, “La porta rossa”, “L’Allieva”, “Il Commissario Ricciardi” e “Sopravvissuti”.
In teatro, ha successo con “La resistibile ascesa di Arturo UI” di Brecht (Premio dell’Associazione Nazionale Critici Teatrali come Migliore spettacolo dell’anno), poi “II Ratto d’Europa” (Premio UBU 2013) e “Istruzioni per non morire in pace”, tutti per la regia di Claudio Longhi. Nel 2016 inaugura la stagione del Teatro Argentina con “Ragazzi di vita” di Pasolini, portato in scena da Massimo Popolizio. In seguito è il protagonista di “La classe operaia va in paradiso” per la regia di Claudio Longhi, che gli vale il Premio UBU e il Premio dell’Associazione Nazionale Critici Teatrali come miglior attore e nel 2018 lo ritroviamo in “After Miss Julie”. Nelle ultime stagioni ha portato in scena “Non svegliate lo spettatore”, “Dialoghi di profughi” di Brecht ed esordisce nella regia teatrale con “Nozze” di Elias Canetti. Nel 2015 riceve il Premio Flaiano come Personaggio rivelazione dello spettacolo italiano.

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