I CONCERTI DEL CONSERVATORIO
AUTUNNO – INVERNO 2015
Mercoledì 9 dicembre – Sala Tartini, ore 20.30
Alla scoperta dell’ “europeo” Liszt: “FRANZ LISZT E L’ITALIA” titola il viaggio musicale per tre pianoforti attraverso le partiture del grande compositore ungherese. Liszt scelse la Francia come sua patria d’elezione e viaggiò intensamente per conoscere Italia, Svizzera e Germania. Ci guideranno i pianisti Mose’ Andrich, Llambi Cano, Gabriele Mastrogiovanni.
TRIESTE – Franz Liszt, come anni addietro il grande Goethe, incarna la figura del cosmopolita romantico, dell’uomo che sente di appartenere ad una grande patria chiamata Europa. Lasciate le pianure magiare che gli avevano dato i natali ed eletta la Francia a nazione adottiva, le sue peregrinazioni lo portano in Svizzera, Germania ed Italia. Alle partiture del grande compositore e ai viaggi che le ispirarono è appunto dedicato il recital pianistico “Franz Liszt e l’Italia”, in programma mercoledì 9 dicembre per il cartellone dei Concerti del Conservatorio Tartini: alle 20.30 in Sala Tartini appuntamento con Mose’ Andrich, Llambi Cano e Gabriele Mastrogiovanni. I tre pianisti ci guideranno alla scoperta dell’Italia di Liszt: il nostro Paese, con la sua plurimillenaria cultura, esercitò infatti un fascino potente sul più virtuoso strumentista del momento, protagonista raffinato della coeva ’”intellighenzia” artistica europea. Come sempre l’ingresso è libero previa prenotazione, info Conservatorio Tartini tel. 040.6724911 www.conts.it. Suggestionato dalla lettura dei Sonetti petrarcheschi e della Divina Commedia di Dante, nonché dalla contemplazione delle opere di Raffaello e di Michelangelo, Liszt dedicò ai mostri sacri del ’300 e del Rinascimento italiano pagine pianistiche memorabili, raccolte nel secondo libro degli Années de Pèlerinage (1837- 1849); nel terzo libro degli Années, pubblicato nel 1883, la meraviglia del paesaggio romano verrà immortalata in diverse composizioni che saranno proposte in ampi stralci, integrati dalle trascrizioni sul Quartetto del Rigoletto (1860), che spiccano nell’ampio repertorio di trascrizioni realizzate dall’artista a dimostrazione del suo interesse per la grande tradizione operistica italiana.