Giada Sancin

Sono stata invitata da Piero, il mio amico eclettico, musicista ed artista, all’inaugurazione di Giada, allo spazio espositivo annesso al Bar Zuf in piazzetta Barbacan a Trieste.

All’arrivo vedo un sacco di gente conosciuta, alcuni ai quali sono più legata e, nonostante la scarsa frequentazione, appartengono a frammenti importanti della mia vita. Chiediamo informazioni sul dove sia la mostra, non conoscendo il posto e ci imbattiamo direttamente in Giada, la protagonista.

Piero ci vede arrivare insieme a lei e sorride. C’è molta gente all’inaugurazione dove i suoi quadri spaziano sovrastando la festa con una nota di malinconia. Così si esprime Giada, autodidatta e silenziosa, attraverso pagliacci e geishe, dove il colore copre la tristezza di una lacrima che scende evidente o mascherata. C’è il dolore per l’oltraggio all’infanzia, alla femminilità e alla mancanza di rispetto nei confronti della natura nei suoi quadri, ma sono, nonostante questo, rivestiti da un velo di colore che lascia intravedere in maniera evidente la dissonanza tra l’essere e l’apparire.

Dico queste cose a Giada, e quasi si stupisce. Il suo volto è il volto di quei personaggi e per un attimo vorrei abbracciarla, così come abbraccerei tutti gli artisti che del loro dono decidono di farne essenza di vita. Vorrei abbracciare quelle ragazze e quei ragazzi che escono dal sistema impostoci e con coraggio intraprendono un cammino non facile ma puro e rispettoso.

Offre birra e falafel, sorrisi e musica. Mi dona la speranza di un mondo migliore.

I suoi lavori rimarranno esposti un mese circa.

Laura Poretti Rizman

 

Sabato 15 dicembre, dalle 19.00 in poi, al bar Zuf in piazza Barbacan a Trieste, le Makoto Sisters (Giada Sancin e Kosamja Niko) debuttano con Pietro Lancini alle percussioni e Leo Budinich al clarinetto, per dare un dolce benvenuto musicale agli ospiti e visitatori della mostra di pittura della bravissima Giada.
L’ingresso é libero.

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