I MARI DELL’UOMO
Fotografie di Folco Quilici
I mari dell’uomo. Fotografie di Folco Quilici
AIM – Alinari Image Museum
Bastione Fiorito del Castello di San Giusto
Piazza della Cattedrale 3 Trieste
A Trieste dal 10 febbraio al 21 aprile 2019, AIM – Alinari Image Museum presenta la mostra fotografica I mari dell’uomo. Fotografie di Folco Quilici, promossa da Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia, a cura di Emanuela Sesti.
Nella sala temporanea di AIM – Alinari Image Museum al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto,
Catalogo: Edizione Alinari, Euro 30,00, in mostra Euro 20,00.
Nell’anno che ricorda i 180 anni dall’invenzione della fotografia (1839), e in occasione del primo anniversario dalla scomparsa dell’Autore, all’inaugurazione saranno presentati, a cura di Italo Zannier, il catalogo della mostra (Alinari) e il libro fotografico dedicato a Folco Quilici “Italia Paesaggio Costiero” di Luca Tamagnini (Photocontest)
Folco Quilici ha da sempre con l’avventura un rapporto privilegiato. Il suo nome si associa automaticamente alla conoscenza del rapporto tra uomo e mare; grande documentarista italiano, ha avuto un rapporto particolare con il mare, da sempre suo territorio di scoperta e compagno fedele della sua grande avventura professionale e personale.
Quilici si dedica alla fotografia dal 1949 ed ha oggi accumulato un archivio di oltre un milione d’immagini a colori e in bianco e nero. Nel 1998 è stato dichiarato “Great Master for creative excellence” dall’ International PhotoContest di quell’anno.
Mezzo secolo di riprese subacquee e non solo; ha continuato a comunicare con immagini, libri e documentari regalando ad intere generazioni i sogni di un linguaggio senza confini le cui basi sono e saranno sempre quelle di una profonda cultura.
Folco Quilici, in lunghi e ripetuti itinerari nei mari del mondo, ha portato avanti per anni una caccia all’immagine, all’inedito, all’insolito che offre allo spettatore la suggestione di viaggiare, navigare e contemplare quegli stessi mari; con le sue foto offre l’emozione di scoprire spiagge e scogliere immacolate, approdi in cale isolate, nonché di immersioni in sconosciuti fondali.
L’esposizione che qui presentiamo offre un ampio e variegato percorso fotografico costituito da stampe fotografiche tratte dai negativi e dai fotocolors originali dell’archivio personale di Folco Quilici oggi conservato presso le Collezioni Alinari. La mostra offre la possibilità di proiettare lo spettatore in un’empatica contemplazione di questo affascinante elemento naturale, il mare.
Le immagini saranno inoltre accompagnate in mostra da un filmato che raccoglie spezzoni dei suoi film e da documenti e libri, frutto del suo lavoro scientifico e geografico ed opere editoriali che hanno segnato la storia delle pubblicazioni illustrate di grande diffusione in Italia dagli anni Cinquanta ad oggi.
Orario invernale: da martedì a domenica, ore 10.00 – 13.00; 15.00 – 17.00 (ultimo ingresso 16.30)
Orario estivo: da martedì a domenica, ore 10.00 – 13.00; 16.00 – 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Biglietto AIM: intero 5€ + ingresso al Castello ridotto: 4€ + ingresso al Castello
Informazioni e visite guidate: info@imagemuseum.eu / +39 040 631978 – 040 305133
www.imagemuseum.eu
Mostra promossa da:
Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia
AIM – Alinari Image Museum
Folco Quilici (1930-2018) è nato a Ferrara da Nello Quilici, storico e giornalista e Mimì Buzzacchi, pittrice.
Nel 1951 Folco Quilici si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia e nell’anno successivo inizia il suo lavoro per il film Sesto Continente, presentato alla Mostra del Cinema a Venezia. Nel 1955, da un testo di Ennio Flaiano e Emilio Cecchi, dirige Ultimo Paradiso vincitore al Festival di Berlino nel 1957, e distribuito nel mondo dalla United Artists. Nel 1958 dirige Dagli Appennini alle Ande, premiato al Festival Internazionale di San Sebastiano. Nel 1961 dirige Ti-koyo e il suo pescecane da un testo scritto con Italo Calvino; Premio UNESCO per la Cultura, distribuito nel mondo dalla Metro Goldwin Mayer. Nel 1970 realizza Oceano, Premio Speciale al Festival di Taormina. Nel 1972, ispirato al primo rapporto sui problemi ambientali del pianeta curato da Aurelio Peccei e dal “Club di Roma”, realizza Il Dio sotto la pelle, in collaborazione con Carlo Alberto Pinelli.
Con il film Fratello mare, nel 1974, vince il Festival Internazionale di Cartaghena.
Dal 1988 al 1992 lavora a Cacciatori di Navi, coprodotto nel 1991 con la CBS, che vince il Premio Umbria Fiction. Nel 2006 inizia in Cina la preparazione del film Drago Bianco.
Tra i suoi film culturali di particolare impegno, Paul Gauguin (1957), L’angelo e la Sirena (1980) presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, sono poi da ricordare Siena, un giorno, i secoli (1972), da un testo di Fernand Braudel ed i tre film Firenze 1000 giorni, sull’opera di salvezza del patrimonio culturale della città ferita dall’alluvione del 1967. Folco Quilici ebbe la nomination all’Oscar nel 1971 per Toscana, uno dei quattordici film de L’Italia dal Cielo alla quale hanno collaborato nomi di prestigio della letteratura italiana del Novecento, come Berto, Calvino, Comisso, Piovene, Praz, Sciascia, Silone.
Nel 2000, per la rete franco-tedesca Arté, ha diretto i lungometraggi Kolossal (2002) e Il Mondo di Pinocchio (2003). I suoi film sull’archeologia subacquea sono stati tra i primi al mondo in questo campo. Tra i più interessanti, Mare Museo, Il mare dei Fenici, con Sabatino Moscati e I Greci d’Occidente, con George Vallet. Nel 2004 L’Impero di Marmo è premiato al Festival Internazionale del Cinema archeologico Agon, Grecia. Nel 2008 lavora ad un film sull’area di Hierapolis, in Frigia, con l’archeologo Francesco D’Andria.
L’attività di Folco Quilici nel campo del cinema culturale ha trovato ampio spazio in programmi televisivi, in Italia e all’estero. Tra i tanti, Alla scoperta dell’Africa (1966), Alla scoperta dell’India (1968), Islam (1970), L’alba dell’uomo (1974), Civiltà del Mediterraneo (1976), I mari dell’uomo (1977), L’uomo europeo (1979/1980) Festa barocca (1982), La Grande Époque (1985), Il rischio e l’obbedienza (1992), Archivi del tempo (1992), L’avventura e la scoperta (1992), Viaggi nella Storia (1988/1992), Arcipelaghi (1995), Italia infinita (1999/2002), Le Alpi (1998/2001), Di isola in isola (2004/2005).
Dal 2002 collabora con importanti serie televisive a Sky (Marco Polo); trasmissioni che gli hanno valso la nomina a “personaggio dell’anno” nel 2006. Ha ricevuto il Premio della Critica Televisiva Francese per Mediterranéé, il Primo Premio Giornalismo Radiotelevisivo per Alla scoperta dell’India (1966), il Premio Nazionale della Critica Televisiva per L’Alba dell’Uomo (1975) e il Premio della Critica Italiana per Festa barocca (1983). Nel 1976 è premiato al Festival dei Popoli per il suo lavoro sul mondo primitivo.
Parallelamente al suo impegno come autore cinematografico, numerose sue opere di saggistica sono pubblicate in Italia e all’estero: Avventura nel Sesto Continente (1954), Mala Kebir (1955), I mille fuochi (1964), Gli ultimi primitivi (1972), Magia (1977), Il riflesso dell’Islam (1983), L’uomo europeo (1983), L’India (1990), I mari del sud (1991), Il mio Mediterraneo (1992), Le Americhe (1993), L’Africa (1994), Tobruk 1940 (2004), I miei mari (2007), Terre d’avventura (2009).
Tra il 1976 e il 1978 ha diretto La Grande Enciclopedia del Mare. Per Fernand Braudel, ha illustrato con sue fotografie i due volumi di Méditerranée (1974/1975) e Venezia: un’immagine di una città (1984).
Numerosi suoi libri sono editi in Italia e all’estero. Tra i più recenti Cacciatori di Navi tradotto negli Stati Uniti (Danger Adrift) e Cielo Verde in Spagna.
Nel 1999 con il romanzo Alta Profondità inizia un sequel narrativo sull’archeologia sottomarina da L’abisso di Hatutu (2001), Mare Rosso (2002), I Serpenti di Melqart (2003), La Fenice del Bajkal (2005); tra i suoi ultimi romanzi Libeccio (2008), La dogana del vento (2011).
Nel 1955 il suo Avventura nel Sesto Continente ha vinto il Premio Marzotto di Letteratura. Folco Quilici ha poi ricevuto il Premio Malta per Mediterraneo nel 1981; il Premio Fregene nel 1985 per Cacciatori di Navi, il Premio Estense nel 1993 per L’Africa, il Premio Scanno di Letteratura per Mare Rosso nel 2003 e il Premio Hemingway nel 2007 per I miei mari.
Dal 1954, Quilici collabora alla stampa italiana e internazionale, con suoi servizi in Life, Epoca, Panorama, L’Europeo, e i quotidiani La Stampa e Il Corriere della Sera. Ha vinto il Premio Italia di giornalismo (1969) e il Premio Giornalistico Europeo (1990); nel 1994 ha vinto la Penna d’oro per i suoi servizi sull’America Latina. Nel 1997 gli è stato conferito il Premio Campidoglio per il giornalismo culturale.
Folco Quilici ha tenuto corsi in numerose Università.
Dal 2003 al 2006 come Presidente dell’ICRAM, Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare, ha diretto i “Quaderni Scientifici” dell’Istituto.
E’ tra i soci fondatori dell’HDS (Historical Diving Society) e dell’associazione ambientalistica Marevivo. E’ membro dal 2001 della Società Geografica Italiana.
Come fotografo opera dal 1949, accumulando un archivio d’oltre un milione d’immagini a colori e in bianco e nero, ora affidate all’Archivio Alinari. Nel 1998, è stato dichiarato “Great Master for creative excellence” dall’International Photo Contest.
Nel 1983 gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini la Medaglia d’Oro per meriti culturali.
Nel 2006, grazie ai suoi film e ai suoi libri, la Rivista Forbes ha inserito Folco Quilici tra le cento firme più influenti del mondo, in campo ambientale.
Nel settembre 2008 gli è stato consegnato dall’allora Ministro della Cultura Sandro Bondi il Premio “La Navicella d’Oro”, conferitogli dalla Società Geografica Italiana. Con la seguente motivazione: “Folco Quilici in oltre mezzo secolo di costante attività professionale in ogni luogo del pianeta ha configurato un personale modello di cineasta-viaggiatore capace di esplorare e testimoniare con persuasivo rigore e poeticità i territori più rilevanti della cultura geografica, storica e artistica della società umana del passato e del presente, pervenendo a risultati stilistico-espressivi di notevolissimo valore e di ampia valenza comunicativa”.
Uno spazio reale per contenuti virtuali. A Trieste, tra Europa e Mediterraneo. Un museo che cambia volto con l’alternarsi di mostre dedicate a grandi fotografi. Proiezioni, immagini a video, ma anche esposizioni di originali in cornice e vetrine con apparecchi fotografici e oggetti che hanno segnato la storia della fotografia. Gli Archivi Alinari accessibili da un database di 50.000 immagini digitali ne ripercorrono 160 anni, dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi nel mondo, riservando una particolare attenzione all’Europa Centrale e Orientale.
Il Museo conduce il visitatore dapprima nello spazio dedicato alla fotografia stampata, da osservare in modo tradizionale, e poi nella sezione multimediale, in cui è protagonista l’immagine. Un confronto a contrasto fra due universi, grazie a cui si fa esperienza della loro profonda differenza.
AIM in numeri
1 motore di gestione e aggiornamento dei contenuti digitali che, in locale o in remoto, gestisce 35 postazioni di visualizzazione.
1 dotazione hardware dotata di apparecchi di ultima generazione: schermi ad altissima risoluzione (4k), videoproiettori scenografici, lavagne interattive, postazioni immersive, schermi olografici e cinema 3D.
9 gli anni di concessione, da parte del Comune di Trieste, degli spazi al Castello di San Giusto.
500 mq la superficie espositiva.
50 mila le immagini ad alta risoluzione del database AIM.
Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia
Nel 1998 Fratelli Alinari ha costituito la Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia, al fine di svolgere un fondamentale ruolo di tutela, promozione e valorizzazione di tutto ciò che è riferito all’ambito della fotografia e alla sua storia, nonché alle arti figurative in genere.
Il compito della Fondazione è di promuovere e realizzare i progetti espositivi, oltre che di gestire le attività museali sia scientifiche che didattiche, del Museo Alinari della Fotografia a Firenze e dell’AIM – Alinari Image Museum, nella sede del Bastione Fiorito del Castello di San Giusto a Trieste.
Fratelli Alinari
Fondata a Firenze nel 1852, Fratelli Alinari è la più antica azienda al mondo operante nel campo della fotografia, dell’immagine e della comunicazione. La nascita della fotografia e la storia dell’Azienda sono legate da un percorso comune di evoluzione e crescita, testimoniato oggi dall’immenso patrimonio di 5.000.000 di fotografie di proprietà, raccolto negli attuali Archivi Alinari.
È un patrimonio che si va sempre più ampliando e che, grazie a una ragionata politica di nuove acquisizioni e alle nuove campagne fotografiche, spazia dai dagherrotipi alla fotografia digitale.