Il fu Mattia Pascal

“Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavità delle esigenze sociali.”

Luigi Pirandello

Arriva a Trieste dal 18 gennaio, dopo numerose piazze in Italia, la produzione Contrada Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello. Daniele Pecci ne firma il riadattamento e interpreta sulla scena il suo Mattia, guidato dalla regia di Guglielmo Ferro, in questa versione che ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico oltre a numerosi “tutto esaurito”. 

Il testo di maggior successo di Luigi Pirandello, viene portato nei teatri italiani da Daniele Pecci e fa tappa al Teatro Orazio Bobbio di Trieste proprio in questi giorni.

La produzione Contrada ha riscosso grande successo in tutta Italia così anche nella città di Trieste. Oltre a tutto il cast, il pubblico riconosceva in particolar modo Adriano Giraldi, nei suoi molteplici cambi d’abito e di personaggio e Marzia Postogna.

La scena, formata da enormi librerie che si muovevano a creare spazi e situazioni diverse, davano un senso di ricercata cultura nella volonta della conoscenza attraverso la lettura.

La storia, dapprima pubblicata sulla rivista Nuova Antologia nel 1904, divenne poi un successo letterario, ma oltre alla pubblicazione del libro, la storia fu rappresentata a teatro, al cinema e addirittura a fumetti, prendendo il titolo L’uomo che visse due volte.

Il fatto realmente accaduto in Sicilia, molto probabilmente diede spunto a Pirandello per la scrittura di questo libro, che oltre alla curiosa beffa del destino, porta in sè molte introspezioni sull’animo umano.Avvince giovani e anziani, nonostante i toni grigi della scena.

Avvince Pirandello, uno scrittore che non passa mai di moda e avvince anche il cast e la produzione.

Daniele Pecci, classe ’70, ha cominciato la sua carriera da giovanissimo e oggi, tra cinema, teatro e tv, è uno dei volti più amati dello spettacolo.  All’attivo vanta già 29 anni di carriera teatrale divenuto famoso per le fiction “Orgoglio”, “Il bello delle donne” e “Eravamo solo Mille”, ha debuttato al cinema con il film “Fortapàsc” di Marco Risi e nel 2010 è tra i protagonisti di “Mine vaganti” di Ferzan Özpetek con Riccardo Scamarcio. Sul palco della Contrada insieme a lui Rosario Coppolino, Maria Rosaria Carli e Adriano Giraldi, Marzia Postogna, Diana Höbel, Vincenzo Volo e Giovanni Maria Briganti. Scene di Salvo Manciagli, costumi di Françoise Raybaud e musiche di Massimiliano Pace. Repliche al Teatro Bobbio fino al 23 gennaio; lo spettacolo prosegue il suo tour in regione con il circuito ERT a Maniago il 24 gennaio e a Sacile il 25.

Laura Poretti Rizman

Il fu Mattia Pascal, Foto fornita da La Contrada

A DANIELE PECCI PORTA AL TEATRO ORAZIO BOBBIO “IL FU MATTIA PASCAL”, UNA PRODUZIONE CONTRADA CHE HA RISCOSSO GRANDE SUCCESSO IN TUTTA ITALIA. IN SCENA A TRIESTE DAL 18 AL 23 GENNAIO. PROSEGUE IL SUO TOUR IN REGIONE A MANIAGO E SACILE.

Una nuova occasione per riflettere sul capolavoro pirandelliano, uno dei più grandi classici della letteratura. L’opera è stata più volte protagonista di diverse interpretazioni teatrali e cinematografiche e in questa versione, oltre che essere riadattata da Daniele Pecci è anche interpretata dallo stesso nel ruolo di Pascal, un uomo costretto a fuggire dalle costrizioni delle convenzioni sociali.  Il dramma dell’identità, la perdita di ogni appiglio sociale che possa dare un ruolo stabile all’essere umano, illuso nonostante tutto di poter sopravvivere all’anonimato e ricominciare da zero, sono i temi pirandelliani presenti ne Il fu Mattia Pascal che in questa rivisitazione indovinata rispetta  lo stile e atmosfere dell’autore e trasporta il pubblico in un dramma esistenziale fatto di chiaro-scuri, essenzialità e semplicità, che accentuano ulteriormente la partecipazione emotiva alla vicenda.

Mattia Pascal vive in un paese immaginario. Quando entra in possesso dell’eredità del padre, decide di farla amministrare a certo Batta Malagna che si rivela un disonesto. Le cose peggiorano nel momento in cui Mattia Pascal mette incinta la nipote dell’amministratore Malagna, Romilda, ed è obbligato a un matrimonio riparatore. Senza soldi a causa della cattiva gestione dell’eredità paterna, è costretto a lavorare presso una biblioteca e a vivere in casa dei suoceri, dove conduce un’esistenza d’inferno. Partito per tentare la fortuna con il gioco d’azzardo e vinta una somma ingente, nel viaggio di ritorno legge su un giornale che al suo paese è stato ritrovato un corpo in decomposizione il quale, incredibilmente, è stato identificato come il suo. Poiché tutti lo credono morto, è  l’occasione d’oro per cambiare identità e risolvere i suoi problemi …Eppure Mattia Pascal dovrà accorgersi  che la soluzione scelta non lo pone in un equilibrio praticabile.

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