L’amore che ti lascia affamato come un lupo d’inverno
Quando al primo lamento trovo intorno il deserto
L’amore che ti accende il fuoco
Il fuoco dentro
E senza nemmeno un addio
Qui vola basso anche Dio
Un’atmosfera felliniana accoglie gli spettatori a teatro. La scena è aperta e un suono di pioggia accoglie l’ingresso dei protagonisti che, ad uno ad uno, entrano in scena. Parlano con accento romano, e vestono in maniera discinta, quasi fossero a casa loro, appena svegliati. Iniziano a prepararsi allo spettacolo, riscaldandosi i muscoli, esercitandosi con la tromba; due di loro amoreggiano danzando, tutti a turno, si esibiscono come giocolieri, cantanti, acrobati, attori di strada o fenomeni da circo. Una tromba e un tamburo intonano la famosa canzone di Ettore Petrolini, Tanto per cantà.
La loro casa è il Padiglione delle Meraviglie, dove gli artisti si esibiscono creando un mondo di magia attraverso la finzione. Ma in questo mondo si alternano sentimenti umani e contrastanti, come la dolcezza della poesia e la cattiveria della gelosia.
Un presentatore con i tacchi annuncia il divertimento grande per una spesa minima, incitando con la famosa frase: Venghino Signori!
All’interno del Padiglione si annuncia lo spettacolo della Donna Magnetica e della Donna Sirena, entrambe finzioni che catturano però la speranza della magia di poter vivere una favola, in un cerchio dove non esiste ragione ma vale la pena entrare.
Quando però, le luci si abbassano, l’allegria lascia il posto all’amarezza in un alternarsi di emozioni, dove l’animo umano esce man mano allo scoperto, rivelando incertezze, debolezze, gelosie e ricerca d’amore nei cuori sbagliati.
Il richiamo allo stile felliniano è grande in questa scelta registica. Perfetta la scelta anche degli attori, dei costumi, delle scene e della musica che porta all’ascolto più attento una canzone forse dimenticata di Loredana Bertè, affiancata a quella forse più famosa di Gastone, a render omaggio a Ettore Petrolini, autore del testo
©Laura Poretti Rizman

“Manuela Kustermann e Massimo Verdastro portano in scena al Politeama Rossetti Il padiglione delle meraviglie di Ettore Petrolini dal 28 febbraio al 2 marzo. Lo spettacolo in programma nel cartellone Prosa e rappresenta una delle opere più crude e amare del grande comico e drammaturgo romano”.
Debutta venerdì 28 febbraio e replica fino a domenica 2 marzo Il padiglione delle meraviglie di Ettore Petrolini, per la regia di Massimo Verdastro e riporta al Politeama Rossetti un’opera dell’autore romano dopo una lunghissima assenza (solo due testi petroliniani figurano negli annali dello Stabile regionale, l’ultima rappresentata negli anni Ottanta).
«La scelta di portare in scena un testo di Petrolini non è casuale» scrive nelle sue note a Il padiglione delle meraviglie, il regista Massimo Verdastro, reduce – con la stessa compagnia da una messinscena del Satyricon. «Potremmo dire – prosegue – che Petrolini è un discendente di Petronio, che nell’opera dell’enigmatico autore latino vi sia già in nuce l’anima di Petrolini, o ancora meglio che il Satyricon contenga quell’humus che a distanza di secoli ha permesso la creazione artistica del grande attore romano. E se il Satyricon è un’opera mondo, in quanto racchiude in sé l’esperienza umana, lo stesso potrebbe dirsi dell’opera di Petrolini. Lo prova il fatto che la peculiarità di entrambi sia l’incontro dei due estremi, il tragico e il comico, componenti irrinunciabili della natura umana».
Ed in effetti sono proprio questi i due estremi fra i quali si sviluppa, in modo molto affascinante, Il padiglione delle meraviglie una delle opere teatrali più amare e crudeli del grande attore e drammaturgo romano. Scritta nel 1924 la pièce trae ispirazione da esperienze reali dell’autore che, giovanissimo, si esibiva quale “donna sirena” in piazza Guglielmo Pepe a Roma. Era il luogo dei baracconi e delle fiere dove Petrolini visse i primi approcci al mondo dello spettacolo fra guitti e ciarlatani.
Sono questi, infatti i protagonisti de Il padiglione delle meraviglie: Lalli gestisce un carrozzone con la moglie Zenaide, esibendovi Amalù il selvaggio, Elvira la sirena e i lottatori Tigre e Calligola. Tiberio, l’imbonitore era il compagno di Elvira che però gli ha da poco preferito il Tigre. Il clou dello spettacolo – quando Lalli invita il pubblico a sfidare l’imbattibile lottatore – ispira a Tiberio una risoluzione disperata: si offre quale sfidante pur di riconquistare la donna. Lo spettacolo si tinge così dei colori drammatici e grotteschi della vita.
A portare in scena la piéce, accanto allo stesso Verdastro sarà la compagnia del Teatro Vascello capeggiata da Manuela Kustermann, una primadonna dell’avanguardia negli anni Sessanta e Settanta, che ha saputo conciliare poi gli impegni di interprete a quelli di organizzatrice teatrale e di direttrice del Vascello, tuttora fra i punti di riferimento nel panorama del teatro di ricerca italiano e internazionale.
«Il padiglione delle meraviglie è il trionfo della parola e del corpo, di sfide reali o simulate, di serragli di uomini e donne ‘mostruosi’ che si offrono al famelico bisogno di stupore e spaesamento del pubblico» commenta ancora il regista. «Le creature di Petrolini costituiscono una comunità eterogenea di imbonitori, lottatori, maghi, trasformisti che vive una condizione costante di nomadismo, di precarietà e di emarginazione sociale (…) Nel Padiglione i sentimenti primari dei personaggi prendono il sopravvento sopra ogni convenzione sociale, le azioni che essi compiono al di fuori e dentro la finzione teatrale, rivelano una animalità che non conosce mediazioni».
Il padiglione delle meraviglie di Ettore Petrolini viene messo in scena nella drammaturgia di Elio Pecora e Massimo Verdastro e per la regia di quest’ultimo. Le scene ed i costumi sono di Stefania Battaglia, il disegno luci è una creazione di Valerio Geroldi, firma il sound design Mauro Lupone.
Lo spettacolo è prodotto da TSI La fabbrica dell’attore – Teatro Vascello in collaborazione con la Compagnia Massimo Verdastro.
In locandina Manuela Kustermann (Sirena, Titina), Massimo Verdastro (Tiberio), Emanuele Carucci Viterbi (Lalli), Gloria Liberati (Zenaide, Donna), Giuseppe Sangiorgi (Amalù, Spettatore), Luigi Pisani (Tigre, Arturo), Chiara Lucisano (Evelina).
Lo spettacolo va in scena dal 28 al 2 marzo al Politeama Rossetti per la stagione Prosa dello Stabile regionale. Lo spettacolo va in scena alle 20.30 venerdì e sabato mentre domenica inizia alle ore 16. Biglietti ancora disponibili presso i punti vendita e i circuiti consueti dello Stabile regionale e connettendosi al sito del Teatro www.ilrossetti.it.