In primavera tutti al voto su acqua e nucleare

La Corte Costituzionale ha finalmente approvato i referendum per l’abrogazione delle norme più controverse degli ultimi due anni: quella sulla privatizzazione dell’acqua e quella sul ritorno dell’Italia all’energia nucleare.

Nello specifico hanno ricevuto il nulla osta al referendum quattro dei sei punti proposti: due dei tre quesiti accettati riguardano l’acqua e la richiesta di renderla di nuovo pubblica ovunque e senza condizioni.

Soddisfatto, naturalmente, il comitato promotore, che nel corso degli ultimi mesi è riuscito a raccogliere più di un milione e quattrocentomila firme per l’acqua pubblica, lottando per la difesa dell’ambiente come bene pubblico e accessibile a tutti. Lo stesso comitato dichiara: “Pur essendo stato bocciato uno dei tre quesiti referendari da noi proposti è stato comunque conservato il nostro impianto politico, soprattutto con l’approvazione del terzo referendum, con cui si andrà a eliminare il profitto dalla gestione del servizio idrico legato alla determinazione della tariffa in base al capitale investito”.

Sul tema del nucleare, c’è da aspettarsi che il controverso spot sull’energia atomica, promosso dal Forum Nucleare Italiano, intensificherà la sua pressione per convincere gli italiani a disertare il referendum.

Che il nucleare sia una scelta costosa e pericolosa lo dimostra l’ennesimo incidente avvenuto in Niger e di cui pochissimi hanno parlato: secondo quanto denunciato da Greenpeace, l’11 dicembre dalla miniera di uranio Somair sono fuoriusciti per “troppo pieno” 30 milioni di litri di fango radioattivo (inizialmente ne erano stati dichiarati 200 mila) coinvolgendo un’area di 20 ettari.

Adesso quindi bisogna attendere che la sentenza della Corte Costituzionale passi al presidente della Repubblica, che dovrà fissare la data per i referendum in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Nel frattempo il comitato promotore dei referendum sull’acqua fa sapere che chiederà la data del voto referendario coincidente con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera, un modo per avere una chance in più contro l’astensione e l’indifferenza.

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