INFORTUNI SUL LAVORO

Mi ritrovo a leggere il quotidiano della mia città e mi assale la rabbia, lo sconforto e la disperazione.

In questo periodo gli infortuni sul lavoro sono quasi all’ordine del giorno. Ne fanno le spese persone che appartengono alle categorie più disparate, dagli operai ai tecnici specializzati. Riparare i danni non è mai possibile, ma prevenirli si. Ci sono un sacco di leggi in merito, basterebbe rispettarle, ma spesso le esigenze lavorative non lo permettono. Per riuscire a mantenere in piedi un’azienda, spesso ci si ritrova a lavorare con ritmi serrati e condizioni disagevoli. Poi, c’è anche lo zampino del destino, ed a questo non possiamo sottrarci.

Dovremmo invece a mio avviso porre una maggior attenzione e sensibilità alla preziosità della vita e dei sentimenti.

Ho apprezzato Jovanotti come uomo, nel suo sapersi comportare dopo il tragico incidente avvenuto nell’allestimento del suo spettacolo, ma non ho potuto non confrontarlo con un senso enorme di fastidio con quello che è avvenuto ed è stato detto ieri alla festa tenuta nella struttura dell’Avalon, dove ricordo, un’istruttrice è ancora sotto osservazione in ospedale.

 

Riporto qui sotto le dichiarazioni che  Lorenzo Jovanotti ha lasciato su Facebook e a confronto l’articolo di oggi uscito su Il Piccolo.

Ricordo che Jovanotti ha sospeso tutte le date del suo tour.

Mi sono ritrovata a leggere Il Piccolo stamattina dove si parlava di una festa per 250 persone all’Avalon alla quale hanno partecipato molti politici cittadini, uno dei quali ha usato una frase che mi ha inorridito. «È vero, è stata una festa un po’ sciupata. Con quello che è successo il clima era sottotono, meglio dire l’euforia ne ha un po’ risentito»
Mi sono salite le lacrime agli occhi per la rabbia e per il confronto con le espressioni ed i comportamenti di Jovanotti in seguito alla tragedia che ha toccato tutti noi.
A volte il buonsenso paga di più che la paura di perdere una manciata di clienti, o una festa.

 

Laura Poretti Rizman

 

Francesco Pinna (1991- 2011) foto dalla bacheca Facebook di Lorenzo Jovanotti

 

 

Lorenzo Jovanotti Cherubini
Mi stringo alla famiglia di Francesco Pinna,in questo giorno di dolore assurdo.
E’ una disgrazia tremenda che colpisce la famiglia di uno studente lavoratore,un ragazzo di 20 anni,e non ci sono parole.
Un ragazzo di 20 anni che stava lavorando perchè io potessi fare musica e il pubblico potesse divertirsi.Tutto si ribalta,dove doveva esserci gioia c’è il dolore più assurdo.
Ciao Francesco,ti porterò per sempre nel mio cuore.

Ai feriti nel crollo della struttura mando un abbraccio.Sono con voi ragazzi, le vostre ferite e fratture mi fanno male ma so che questa è la vostra vita come è la mia.Io sto sul palco che voi costruite,mi illumino delle luci che voi accendete,canto nell’impianto che voi fate funzionare.Rimettetevi presto,vi aspetto.

Io e la mia famiglia,i musicisti e tutta la grande squadra di questo tour siamo in lutto per la tragedia che è successa a Trieste.

Francesco Pinna e’ morto lavorando al montaggio di una struttura fatta per far divertire migliaia di persone.

La sua morte è una immensa tragedia per una famiglia e per il mondo dei concerti.

Il suo era un lavoro a giornata ed era assunto con contratto regolare.

Io personalmente pretendo sempre che tutti quelli coinvolti anche indirettamente in un lavoro che riguardi la mia musica siano sempre tutelati in ogni forma e anche in questo caso era cosi.

Il mondo dei concerti e’ un settore serio dove non c’è approssimazione e improvvisazione e nei miei tour c’e totale rispetto delle leggi e delle persone.

A Trieste si stava lavorando come sempre quando prepariamo un evento.Non c’e’ giornata in cui una serie di funzionari pubblici non verifichino il corretto montaggio e non si presentino ad approvare i metodi di costruzione della struttura.

La tragedia di Trieste ha lasciato a terra feriti e un ragazzo morto,Francesco Pinna,di soli 20 anni,e noi tutti siamo sconvolti per quello che e’ successo.

I ragazzi come lui non sono in tour con la squadra itinerante (composta di tecnici specializzati) ma lavorano localmente agli allestimenti che passano nella loro città.Aspettano l’arrivo dei camion e fanno la loro parte. Si tratta di lavori di supporto alla squadra itinerante. Questi ragazzi io li incontro spesso quando arrivo al palazzetto e capita che ci si scambi due parole,che ci si scatti una foto.

Sono migliaia a fare questi lavori in Italia e spesso sono studenti che non hanno un lavoro fisso e che così si guadagnano qualche giornata.

Francesco era uno di loro e aveva tutta la vita davanti a se e questa e’ la tragedia.

Le strumentalizzazioni sono fuori luogo e mi feriscono perche’ inducono a pensare che nel mio tour ci sia del lavoro nero o sottopagato.

Io so ,e mi e’ stato confermato anche in questo caso,che in un tour come il mio (e come tutti i grandi e piccoli tour che girano l’italia) ogni lavoratore locale e’ assunto con un contratto in regola con le leggi dello Stato.Anche in questo caso era cosi.

Francesco e’ uno di quei ragazzi che lavorano a montare gli allestimenti dei concerti rock ma anche di eventi pubblici non di carattere musicale, che sono assunti dalle stesse cooperative.

Francesco e’ morto per una fatalita’ davvero difficile da prevedere. Stamattina le prime indagini degli ingegneri non sono riuscite ancora a capire le dinamiche dell’incidente.

E’ una tragedia enorme amplificata dal fatto che si stava lavorando per allestire “una festa”,un evento effimero che lascia il dolore e la morte fuori dai cancelli per una sera.E invece stavolta tutto si e’ ribaltato e ora c’e’ solo dolore sul mio palco distrutto.

Ho appena saputo che i feriti coinvolti nel crollo sono fuori pericolo. Queste persone sono con me sempre,ci vediamo tutti i giorni per mesi interi. Finito il periodo insieme vanno a lavorare con altri tour importanti.Sono un mondo popolato di poche centinaia di tecnici altamente specializzati che rendono possibile l’esistenza dei concerti e degli spettacoli che ci fanno divertire.

Siamo gente seria,appassionata,facciamo una vita e un lavoro gratificato dall’idea di accendere l’entusiasmo e l’emozione del pubblico.

Francesco Pinna è morto costruendo una festa.La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia che abbraccio con tutta la mia forza insieme a tutto il mondo dei concerti e dello spettacolo,che lui amava,come tutti noi.

Lorenzo

 

 

 

 

da IL PICCOLO 09 dicembre Scoppio all’Avalon, fatale mix di vapori

da IL PICCOLO 15 dicembre Avalon, la festa dopo lo scoppio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.