La Cameriera di Puccini 🗓

“La Cameriera di Puccini”: un noir lirico sul Maestro e i suoi segreti

testo e regia di Nicola Zavagli

con Beatrice Visibelli e Francois Meshreki

soprano Angela Romeo, al pianoforte Magdalena Jones

produzione Compagnia Teatri D’Imbarco

Dal 28 al 30 marzo, alle ore 20:30, il Teatro dei Fabbri di Trieste ospiterà, nell’ambito della rassegna di teatro contemporaneo della Contrada AiFabbri2, “La Cameriera di Puccini”, una rappresentazione che intreccia recitazione e canto lirico, atmosfere di mistero e tinte noir, ideata e diretta da Nicola Zavagli, con le interpretazioni di Beatrice Visibelli e Francois Meshreki.

In occasione del recente centenario dalla scomparsa di Giacomo Puccini (29 novembre 1924).sarà possibile addentrarsi nella sua vita e nei suoi segreti.

Lo spettacolo mette in scena un giornalista che si reca a Villa Puccini per un’intervista al celebre compositore, ma viene accolto dalla cameriera di casa, la quale, attraverso i suoi racconti, lo conduce alla vicenda del caso Doria Manfredi, un vero e proprio scandalo. La rappresentazione sarà arricchita dalle suggestive apparizioni delle più celebri eroine pucciniane, evocate dalla voce di un soprano che interpreterà, con l’accompagnamento del pianoforte, cinque famose romanze.

La scena si svolge a Torre del Lago, nella dimora di Puccini, nel 1908. Un giornalista proveniente da Firenze, interpretato da Giovanni Esposito, giunge per intervistare il Maestro. Dopo un’accoglienza iniziale poco cordiale, con tanto di fucile puntato, la cameriera Marianna, impersonata da Beatrice Visibelli, con la sua vivace simpatia, offrirà all’ascoltatore e agli spettatori un ritratto intimo e inedito del musicista, segnato da malinconia, passioni e amori.

Il dialogo tra i due si trasforma rapidamente nella confessione dell’amore platonico e materno che Marianna nutre per il maestro. Il giornalista, da parte sua, si mostra particolarmente interessato all’aspetto umano di Puccini, e chi meglio di una cameriera, abituata ad assistere il suo padrone nella quotidianità, può conoscere le sue abitudini, il suo stile di vita, la sua musica e le sue passioni, soprattutto per le donne? La narrazione si fa sempre più confidenziale, fino a esplorare i risvolti del tragico mistero che avvolse la casa di Puccini: il suicidio della giovane Doria Manfredi.

Il testo trae ispirazione da un evento realmente accaduto a Torre del Lago nel 1908, quando Giacomo Puccini, impegnato nella composizione de “La Fanciulla del West”, viveva nella sua villa con la moglie Elvira e la giovane cameriera Doria Manfredi. Doria Manfredi, una ragazza di campagna di 16 anni, semplice, mite e riservata, era la figlia di un amico di Puccini, suo compagno di caccia. Dopo la morte del signor Manfredi, Puccini aveva assunto la ragazza, allora quattordicenne, per aiutare economicamente la famiglia. Doria nutriva una profonda ammirazione per Puccini e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Durante l’adolescenza di Doria, Elvira non prestò particolare attenzione a lei, ma con il passare del tempo e l’emergere della sua bellezza, iniziò a considerarla sempre meno innocente e sempre più maliziosa, arrivando a disapprovare la sua relazione con il marito.

A Torre del Lago viveva anche Giulia Manfredi, cugina di Doria, nella quale Puccini, noto dongiovanni, vide l’incarnazione di Minnie, il personaggio che stava creando, e di cui si invaghì. Giulia, alta, vivace e appassionata di equitazione e caccia, attirò l’attenzione di Puccini, che decise di utilizzare Doria come intermediaria per stabilire un contatto.

Tuttavia, Elvira, consapevole della debolezza del marito per il gentil sesso, intuì che Giacomo e Doria stavano nascondendo qualcosa e, dopo averli sorpresi più volte a confabulare in disparte, trasse le sue conclusioni, seppur errate, sospettando una relazione tra i due. La sua reazione fu immediata: cacciò Doria di casa, insultandola e aggredendola fisicamente, nonostante i tentativi di Giacomo di negare qualsiasi coinvolgimento romantico. La persecuzione di Elvira continuò per un mese, umiliando pubblicamente Doria.

Quattro giorni dopo l’ennesima aggressione, Doria tornò a casa e ingerì tre pastiglie di una sostanza corrosiva usata per la pulizia dei bagni, morendo dopo cinque giorni di agonia. L’autopsia confermò la sua verginità.

La morte di Doria suscitò l’indignazione di Torre del Lago. Elvira, per evitare il linciaggio, dovette fuggire a Milano, mentre i familiari di Doria la citarono in giudizio per diffamazione e istigazione al suicidio, reati punibili con una pesante multa e almeno un anno di reclusione. Puccini, nonostante la rabbia nei confronti della moglie, assunse degli avvocati che convinsero i Manfredi a ritirare la causa in cambio di 12.000 lire.

Puccini fu profondamente addolorato dall’accaduto, al punto da non riuscire a comporre per un lungo periodo. Abbandonò tutti i suoi progetti, incluso “La Fanciulla del West”. Scrisse all’amica Sybil di essere distrutto e di non voler più avere a che fare con Elvira, confessando di avere costantemente davanti agli occhi l’immagine della povera Doria.

Per informazioni contrada@contrada.it oppure 040947481

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