
Mercoledì 4 novembre alle ore 19,30 al Caffè San Marco di Trieste il Circolo Culturale Jacques Maritain presenta lo spettacolo in triestino La Propusnica di e con Maurizio Soldà, realizzato con il contributo della Regione FVG – valorizzazione del dialetti veneti.
La Propusnica è uno spettacolo teatrale dove si descrive ironicamente un periodo in cui Trieste rappresentava uno dei confini fra il mondo “libero” e il mondo del socialismo reale. In questa estrema propaggine d’Italia però la contrapposizione fra l’Est e l’Ovest era mitigata da questo documento per residenti e frontalieri, chiamato da tutti propusniza. E ben prima della caduta dei confini, quello fra Trieste e l’Istria veniva varcato quotidianamente e abbastanza liberamente da migliaia di triestini che si recavano “di là o in zona B o in Jugo” per i motivi più disparati ed eterogenei.
Il testo racconta soprattutto alla città di Trieste aspetti e caratteristiche della cosiddetta “triestinità”: cosiddetta perché sembra indefinibile anche se è sempre più il soggetto di trame letterarie. A questo proposito è bene ricordare l’analisi su “Trieste città di carta”, che Claudio Magris fa quando descrive la copiosa letteratura su Trieste. In realtà il monologo “propusnica” è anche paradigma dei concetti di confine e di identità, in quanto in questo confine chiuso dalla guerra fredda, ed aperto dalla propusniza, documento di transito sui generis, porta a riflettere sull’utilità e l’inutilità del confine in senso lato. Stessa cosa si dice per l’identità. Il documento mai si sarebbe potuto chiamare nella parlata popolare, lasciapassare, si è usata invece la propusnica, parola dei tanto detestati slavi.
Una città che detesta la propria identità ma nel contempo la ama e la propusniza è l’esempio delle sue contraddizioni che probabilmente la rendono così affascinante a chi triestino non è.
Il Circolo Maritain ha realizzato in questi ultimi anni, sempre con il contributo della Regione FVG sulla valorizzazione dei Dialetti Veneti, alcune produzioni teatrali legate al mondo della regione “istro-giuliana”, contemplando in prima battuta con un testo dello storico triestino Roberto Spazzali, Il vertice capovolto, la vicenda dell’esodo, e successivamente con Esuli in casa, che analizza la condizione degli italiani rimasti in Istria, sotto il governo jugoslavo, nell’incontro tra un figlio di esuli e la figlia di rimasti. Il nuovo titolo corre sempre nel filone delle vicende legate alla nostra storia più recente, attorno a questo confine finalmente abbattuto.