Quest’anno al teatro Miela la rassegna ON/OFF, di prosa curiosa, proporrà una veloce e intensa panoramica tra le più vitali produzioni della scena italiana (in cartellone il vincitore del “Premio Ubu” per il miglior attore 2018 Gianfranco Berardi e la finalista Paola Tintinelli). Compagnie instabili di solidissimo talento, giovani autori, pièce e monologhi nati in teatri di periferia ma giunti al grande pubblico per la loro forza dirompente. Insomma, tutti i sapori di una prosa curiosa per un pubblico curioso.
Il primo appuntamento 31 gennaio e 1e 2 febbraio con Come Diventare Africani In Una Notte con Mohamed Ba e Alessandro Mizzi e la regia Sabrina Morena.(Prod. Bonawentura 2018) Lo spettacolo ha conquistato il pubblico nella scorsa stagione con la sua semplicità e mette lo spettatore nella disposizione giusta per ascoltare e conoscere tradizioni lontane
Un italiano e un togolese si trovano gioco forza a condividere un appartamento quando accade un fatto inaspettato che costringe tutti a cambiare punto di vista. Il testo è scritto a sei mani insieme alla regista: un’operazione già a monte di grande valenza interculturale. Un momento creativo e umano dove la cultura europea e quella africana si incontrano e dialogano apertamente. Uno spettacolo ricco di spunti di riflessione che farà sorridere, ma anche riflettere invitando gli spettatori a mettersi nei panni dell’altro. Alla fine di una notte ci si scopre più uguali che diversi.
Il secondo spettacolo 14 e 15 febbraio l’attesissimo Amleto take away di e con Gianfranco Berardi e Gabriella una produzione Compagnia Berardi Casolari / Teatro dell’Elfo. E’ un affresco tragicomico che gioca sui paradossi e le contraddizioni del nostro tempo che, da sempre, sono fonte d’ispirazione per il nostro teatro ‘contro temporaneo’. Punto di partenza sono, ancora una volta, le parole, diventate simbolo più che significato, etichette più che spiegazioni, in un mondo dove «tutto è rovesciato, capovolto, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva».
È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa. Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine. Ma l’Amleto di Amleto take away procede anche lui alla rovescia: è un Amleto che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono. È consapevole ma perdente, un numero nove ma con la maglia dell’Inter e di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità, dalla virtualità e dalla pornografia di questa realtà.
Amleto è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro. Ci spiegano Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari :- «To be o FB, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentro sè e accettarsi per quello che si è, isolandosi da comunity virtuali per guardare da vicino e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridenti, grazie all’app di photoshop?
Dimostrare ad ogni costo di essere felici mettendo dei ‘mi piaci’ sui profili degli amici.
Pubblicare dei tramonti un bel piatto di spaghetti o gli effetti della pioggia tropicale, sempre tesi anche al mare con un cocktail farsi un selfie perché il mondo sappia, dove sono, con chi sono, e come sto. Apparire, apparire, apparire, bello, figo, number one e sentirsi finalmente invidiato. To be or fb, this is the question».
Trovata una sega! Racconto su Livorno, Modigliani e “lo scherzo del secolo” dell’estate 1984 , di e con Antonello Taurino sarà in scena il 14 e 15 marzo.