CIRCO: un insieme di virtuosismi del corpo, clownerie ed esibizioni di animali che si svolgono in una pista rotonda.
Massimo Alberini, massimo cronista italiano di circo
Jean Baptiste Thierrée stupisce fin da subito: lui con i suoi quasi ottant’anni e con le sue magie, i suoi giochi di prestigio, i suoi illusionismi e i suoi abiti allegri e ironici.
Il suo umorismo fine è ricercato, la sua ironia è sempre diretta a cercare una sintonia in tutte le sue gag.
La poesia di Victoria Chaplin assume forme sempre diverse e irreali. Lei si veste con oggetti diversi che usualemente non servono a quel scopo, ma così facendo crea poesia.
Mascherarsi per entrambi è il modo per esprimere la propria anima. L’uno in maniera ironica e l’altra in maniera poetica. L’allegria da una parte tiene per mano la poesia dall’altra.
Animali e primavera popolano il palcoscenico che sembra essere una nuvola e incanta grandi e piccini: pavoni e elefanti, giovani e vecchi, l’agilità fisica e quella mentale.
Un trasformista e le sue bolle colorate: il suo crearle e riprendersele, il suo suonare campanelli ovunque, i burattini di bricchi e i bricchi con i burattinai, l’essere e il suo contrario ma soprattutto il far vedere le cose per come solitamente non le vediamo. Una visione che cambia inevitabilmente il punto di vista, l’osservazione, e muta volente o nolente, la sensibilità e l’apertura mentale anche del pubblico, soprattutto del pubblico. Una scuola, in fondo, ecco cos’è il teatro e in particolar modo Cirque Invisible. In maniera invisibile muta la sensibilità di chi lo osserva, aumenta la sensibilità ed aumenta l’apertura mentale, l’integrazione e l’accogliemento.
E poi c’è il loro essere fuori tempo con quell’ aria assente che entrambi hanno e soprattutto la magia della creazione di personaggi fantastici.
La loro non età si evidenzia nel loro essere bruchi e farfalle allo stesso tempo.
Irreali, surreali e fantastici: lei unita a lui ma entrambi distanti da tutti e da tutto, sicuramente anche da se stessi.
La magia degli animali condisce il finale di ogni atto; dapprima un’orchestra magica viene integrata da un coro di papere poi un finale che sembra non finire mai in un continuo cambio di personaggi acclamati dal pubblico insieme ad una lenta invasione di conigli reali e finti, quasi a voler dire che ogni attimo della nostra vita possiamo essere reali o finti, possiamo vivere oppure no, possiamo pensare oppure lasciarci manovrare.
La magia del teatro, la poesia dell’espressione, la capacità di lasciare un ricordo che muta il pensiero, tutto questo e molto altro ancora è l’invisibilità di questo circo che su di un palcoscenico, posandoci un tappeto rotondo di grandi dimensioni, esprime al massimo il nome che assume.
“Le Cirque Invisibile di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin – due star di fama internazionale – è in scena al Politeama Rossetti da giovedì 28 aprile e chiude il cartellone Musical ed eventi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia nel segno della fantasia e dell’eleganza. È infatti uno spettacolo cult nel genere del teatro-circo. Repliche fino a domenica 1 maggio”.
Con Le Cirque Invisibile di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin – il “capostipite” del teatro-circo – si chiude al Politeama Rossetti dal 28 aprile all’1 maggio, il percorso che ha “contaminato” con i linguaggi del circo alcuni degli spettacoli in cartellone allo Stabile in questa stagione.
Le Cirque Invisibile di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin è considerato un raffinato e incantevole classico, sempre vitale, rinnovato, applaudito.
Quando assistiamo a Le Cirque Invisibile, bisogna innanzitutto dimenticare di vivere nel tempo degli effetti speciali, del mondo virtuale, delle veloci evoluzioni tecnologiche: l’incanto dello spettacolo, infatti, non proviene da queste. Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin contano soltanto sul loro corpo, sulle loro fantasiose capacità e su quella invenzione teatrale che non ha bisogno di nulla di psichedelico. Contano sul fatto – raro nel nostro mondo nevrotico – che per qualche ora, a teatro, ognuno possa dimenticare il resto del mondo e ritornare bambino.
Lo spettacolo dunque è un fluire leggero di trucchi, gag, acrobazie in cui gli artisti si avvicendano apparentemente senza sforzo: si aiutano con l’attrezzeria di base del circo, oppure con astrusi marchingegni di loro invenzione che vengono montati sulla scena. Ecco allora una sorprendente costruzione di biciclette, o l’assieme di piccoli oggetti da cucina – tegami, bicchieri, coperchi – che trasformano la Chaplin in un’incredibile “donna-orchestra”.
Victoria Chaplin in scena appare silenziosa e concentrata: sembra stupirsi lei stessa di quanto accade, ma è sempre perfetta, quando si trasforma o scompare grazie a sorprendenti costumi o cavalca ippogrifi di sedie. Jean Baptiste Thierrée invece conquista da istrione un po’ bambino: gioca con gli oggetti che presenta in scena, passeggia con una marionetta, sorprende con un costume, componendo un delizioso assieme di numeri surreali, come quello delle bolle di sapone che soffia e s’impegna poi a “rompere” con un martello ottenendo un suono di campanellino!
Piccoli giochi e grandi emozioni, dunque, per questo accurato petit-cirque che per due ore cattura gli spettatori in una dimensione a sé, dove da valigie coloratissime possono uscire le creature più strane, dove gli artisti possono farsi accompagnare a passeggio da una piccola compagnia di animali domestici, che si aggirano senza alcun disagio a perlustrare il palco. E che effetto farà, trasformare – prima che se ne vada – un coniglietto del gruppo in un coniglio gigante? Basteranno poche cose: una stoffa, un’ombra, un costume ben studiato… È solo uno degli straordinari incantesimi creati dal talento e dalla poesia di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin.
Jean-Baptiste Thierrée – francese, nato nel 1937 – dopo gli inizi da giornalista, inizia a lavorare a teatro in veste di suggeritore e in qualche comparsata cinematografica, ma l’incontro con Jean-Marie Serreau e poi con Roger Planchon lo inducono a provare la carriera d’attore. Lavora soprattutto a teatro (il cinema resta per lui secondario) fino a creare una propria compagnia con cui mette in scena, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, diversi titoli, fra i quali Le Revizor di Gogol, Midi moins cinq di Jacques Sternberg, Le Chevalier au pilon flamboyant di Beaumont e Fletcher al Théâtre Grand- Guignol. Influenzato dal clima del 1968 si impegna politicamente e quasi contemporaneamente inizia a pensare al circo: nel 1970 riesce a creare una compagnia dedicata a questo genere il “Cirque Baptiste” che poi si trasforma ne “Le Cirque Imaginaire”.
Gli anni Settanta segnano poi l’incontro con Victoria Chaplin, la figlia del grande Charlot che del padre conserva e traduce in modo personalissimo la fantasia, la sensibilità artistica e il talento. I due si sposano ed uniscono anche il loro cammino nell’arte.
È in quello stesso periodo che “Le Cirque Imaginaire” si impone all’attenzione al Festival d’Avignone, dove è ospitato per volontà di Jean Vilar. Sull’onda dell’enorme successo, la compagnia si evolve – con il nome di “Cirque Bonjour” – ma il suo fondatore si rifiuta tenacemente di farne un’impresa commerciale, tenendo a mantenere la sua dignità d’artista puro: inizia piuttosto a chiedere allo stato il riconoscimento di circo “di servizio pubblico”, ma i suoi molti tentativi restano vani davanti alla rigidità del Ministero della Cultura francese. Nel 1974 chiude dunque l’esperienza del “Cirque Bonjour”. Assieme a Victoria Chaplin Jean-Baptiste Thierrée intraprende allora una serie di contatti con teatri e festival di tutto il mondo e inizia a circuitare in tutta Europa e poi nelle maggiori capitali internazionali lo spettacolo – Le Cirque Invisibile – che dà il nome anche alla compagnia e che, ottenendo uno strepitoso successo ovunque, apre la strada a un genere di teatro, il “nouveau cirque” destinato ad espandersi in tutto il mondo ramificandosi in esperienze varie e spesso imponenti fra cui l’esempio più eclatante è forse quello del Cirque du Soleil.
Le Cirque Invisibile debutta giovedì 28 aprile alle 20.30 e replica ogni giorno fino a domenica 1 maggio; giovedì 28 e venerdì 29 aprile lo spettacolo replica alle 20.30, mentre sabato 30 aprile e domenica 1 maggio vanno in scena due pomeridiane con inizio alle ore 16.
Per acquistare i posti ancora disponibili o per prenotazioni ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito
www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.