MARE DI RUGGINE E PUNTO DI FUSIONE
DUE READING SULL’ L’EX ILVA DI BAGNOLI
E LA FERRIERA DI TRIESTE
STORIA DI DUE COLOSSI INDUSTRIALI DEL ‘900
VENERDÌ 21 FEBBRAIO DALLE ORE 19:00
PRESSO HANGAR TEATRI
Teatro di narrazione: Due letture dedicate all’industria: “Mare di ruggine, la favola dell’Ilva” e “Punto di fusione”. Due narrazioni che intrecciano acciaio, memoria e cambiamento, offrendo uno spunto di riflessione sull’eredità lasciata dall’industria italiana. Venerdì 21 febbraio a partire dalle ore 19:00, presso Hangar Teatri, si discuterà di deindustrializzazione e ai cambiamenti socio-economici che essa comporta.
Ad aprire l’incontro, alle ore 19:00, avremo il piacere di ospitare il Professor Giulio Mellinato, professore associato di Storia Economica presso l’Università di Milano-Bicocca, che offrirà un intervento introduttivo volto a esplorare il processo di trasformazione economica che ha segnato l’Italia. Attraverso la sua analisi, il Professor Mellinato ci accompagnerà nella comprensione di una realtà ormai ineludibile: l’industria, così come l’abbiamo conosciuta, non tornerà. Ignorare questo cambiamento significherebbe aggravare le criticità esistenti e lasciare alle generazioni future un’eredità complessa. Tuttavia, la deindustrializzazione può rappresentare anche un’opportunità: sarà necessario immaginare nuove soluzioni e approcci creativi per affrontare le sfide attuali e generare prospettive innovative per il domani.
La serata prosegue alle ore 20:00 con il reading “Mare di ruggine, la favola dell’Ilva”. È il racconto di una lunga tradizione familiare, che affonda le radici in cinque generazioni, parallela alla storia della ex-Ilva, oggi Italsider di Bagnoli. Una narrazione che esplora l’unica possibilità di lavoro che la fabbrica ha rappresentato per molte famiglie, in particolare quelle di Napoli, Taranto, Genova e Piombino.
Il testo si inserisce come una riflessione sul diritto al lavoro, sull’identità operaia e sulle lotte di una classe che ha visto la propria esistenza trasformarsi nel tempo, nel bene e nel male, attraverso i cambiamenti sociali, politici ed economici del nostro Paese.
Mare di ruggine racconta anche il declino della fabbrica e l’abbandono che ha segnato una pagina dolorosa nella memoria collettiva. È un’opera che indaga il contrasto tra vita e morte, tra speranze e delusioni, cercando di risvegliare la coscienza collettiva attraverso la denuncia della privatizzazione e dello sfruttamento, un tema che continua a essere di grande attualità.
Sullo sfondo di una società che sembra aver dimenticato il valore delle proprie radici industriali, Mare di ruggine si fa portavoce di un impegno morale e sociale: quello di far luce su una vicenda dimenticata, quella dell’Italsider, e di ridare voce a chi ha vissuto sulle proprie spalle il peso della deindustrializzazione.
Testo vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2.0 2022, Premio Fersen, Premio Antonio Conti di Pesaro, Premio Speciale Felicetta Confessore – ritratti di territorio, Progetto finalista al Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti.
Mare di ruggine, scritto e diretto da Antimo Casertano, vede in scena un cast composto da Daniela Ioia, Ciro Esposito, Francesca De Nicolais, Luigi Credendino, Gianluca Vesce, Lucienne Perreca e lo stesso Antimo Casertano. Per la replica del 21 febbraio, la lettura di scena sarà affidata a Antimo Casertano, Francesca De Nicolais e Luigi Credendino. Le musiche originali sono di Paky Di Maio, mentre i costumi sono curati da Pina Sorrentino. Le scene sono progettate da Flaviano Barbarisi con il supporto del laboratorio scene di Giovanni Sanniola. Il direttore di scena è Antonio Chirivino, il disegno luci è firmato da Paco Summonte, e il movimento scenico è gestito da Carlotta Bruni. L’assistente alla regia è Alfonso D’Auria. Il progetto è una produzione dell’Ente Teatro Cronaca e della Solares Fondazione delle Arti, con il supporto di Casa Zen e la collaborazione della Compagnia Teatro Insania.
A chiudere questa serata incentrata sulla storia dell’industria italiana, alle 21:30, andrà in scena Punto di fusione, un reading di e con Diana Höbel e prodotto dal Teatro degli Sterpi che esplora in profondità la storia della Ferriera di Trieste, simbolo di un’intera epoca industriale, e il suo rapporto con la politica industriale italiana. Lo spettacolo traccia l’evoluzione delle decisioni economiche e politiche che hanno segnato il destino di questo stabilimento, passando attraverso gli errori e le strategie, i progressi e le distorsioni create dal clientelismo. A partire dall’IRI del dopoguerra, il racconto si snoda attraverso il piano Sinigaglia degli anni ’60, un momento cruciale per l’industria italiana, fino ad arrivare alle privatizzazioni degli anni ’90 che segnarono il declino di molti settori industriali. La vicenda della Ferriera non è solo quella di un impianto produttivo, ma anche quella del quartiere Servola, che da piccolo borgo di pescatori e agricoltori si trasforma nel cuore pulsante dell’industria triestina, diventando metafora di un’intera nazione che cerca di rispondere alle sfide della modernizzazione e della globalizzazione. La storia della Ferriera, così come quella di Servola, non è solo una cronaca locale, ma un racconto che ci invita a riflettere su un più ampio scenario globale, cercando di riscoprire le radici del nostro passato per orientarci nel futuro. Un futuro che, purtroppo, è già segnato dalle cicatrici lasciate dalla deindustrializzazione e dalle sfide del presente. Con uno sguardo attento alla memoria e alle sue lezioni, Punto di fusione si propone come un invito a riflettere sulle scelte fatte ieri, per non ripetere gli errori di domani.
Diana Höbel è un’attrice, autrice e regista diplomata alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Si perfeziona con i registi Mario Martone e Krystian Lupa. Ha lavorato come attrice per Teatri Stabili nazionali e internazionali, collaborando con registi di spicco come Massimo Castri, Luca Ronconi, Konstantin Bogomolov, e Janusz Wisniewski. Come autrice e interprete, ha creato numerosi progetti originali, tra cui monologhi di teatro civile come Pasolini: il caos contro il terrore e Carmen, e melologhi come Golem, creatura creante e Schubert, una vita da outsider. Ha anche realizzato spettacoli di teatro-scienza e biografie teatrali su figure di grande spessore come Max Fabiani, Margherita Hack e Paolo Budinich. Inoltre, ha scritto e interpretato radiodrammi per Radio Rai Uno FVG.
Biglietto intero 14€, ridotto 8€ per soci del Teatro degli Sterpi, soci CUT, over 65, under 18, studenti universitari, soci DDP. Biglietto unico 15€ per assistere a entrambi gli spettacoli. È consigliata la prenotazione a biglietteria@hangarteatri.it o al numero di telefono +39 3883980768. Biglietti acquistabili in prevendita su liveticket.it/hangarteatri.
La Stagione delle Gemme è organizzata dal Teatro degli Sterpi, grazie al sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Friuli Venezia Giulia.