Un commento un po’ fuori dal coro
6000 domande per 1500 posti, come evidenziato in questi giorni dalla stampa, ad esempio questo articolo:
http://www.vita.it/news/view/106754
Lo “stage” nelle forze armate è totalmente gratuito, quindi non ci sono per forza motivazioni economiche nello spiegare questa scelta.
Certo è che rispetto alla “naja” di una volta la durata di sole tre settimane facilita le cose e permette anche di “incastrarla” in un percorso universitario (ai miei tempi se non ti laureavi entro una certa età dovevi per forza interrompere gli studi e andare a fare il servizio militare), ma non basta a spiegare questo successo.
Mi chiedo allora in quale cultura stiamo vivendo: la patria, l’essere “eroi”, l’ “ebbrezza” di avere un fucile in mano, ecc.
È questo l’ambito culturale in cui stanno crescendo i giovani italiani?
Potrebbe essere preoccupante.
Si dice inoltre che queste tre settimane preparino al volontariato, all’aiuto verso il prossimo, peccato che si faccia tutto dentro la caserma, la realtà del volontariato e dell’associazionismo è un’altra!
Paradossalmente penso che hanno fatto di più i militari di leva nell’alluvione della Valtellina del 1987 (un’operazione da protezione civile, per capirci) che non questi ragazzi a fare solo teoria.
Un quadro tutto “nero” insomma?
Forse se guardiamo i dati del servizio civile anche no.
Leggendo dal sito www.serviziocivile.it risultano al 6 settembre 24.005 volontari per il servizio civile, ovvero quasi 5 volte quelli che hanno presentato domanda per la “mini-naja”.
Ma quello è un servizio di 12 mesi, non un mese scarso, quindi non si scherza!
Davide Bertok