Movimento 1%

MOVIMENTO 1% : IL COMPARTO CULTURA NON È ANCORA STATO POSTO IN SICUREZZA. URGENTE APPELLO ALLA RIESAMINA DEL BILANCIO E ALLA RESPONSABILITÀ DELLA POLITICA VERSO IL COMPARTO CULTURALE, SETTORE CARDINE DELLA NOSTRA VITA PUBBLICA.

A pochi giorni dall’approvazione della nuova Finanziaria Regionale, il Movimento 1%  contro i tagli alla Cultura il FVG ribadisce nuovamente con forza che il finanziamento complessivo di 21 milioni ad oggi assicurato non  garantisce la “messa in sicurezza” dell’intero comparto culturale e lancia nuovamente un appello alla “responsabilità della politica” confidando nell’impegno assunto dai Presidenti dei gruppi consiliari incontratisi ieri con una rappresentanza del Movimento nella Sede della Regione Friuli Venezia Giulia.
Durante l’incontro è emerso infatti l’impegno da parte dei consiglieri regionali ad un’attenta riesamina delle voci del Bilancio regionale con l’obiettivo del recupero delle risorse ancora necessarie per non innescare l’implosione di un intero sistema culturale.
Il mondo culturale riunito dal Movimento 1% ha offerto da parte sua alla politica una proposta di grande responsabilità stilata in un nuovo documento intitolato “Documento di proposta del Movimento 1% per una Finanziaria di transizione”. In particolare, il documento chiede l’implementazione della risorse dedicate al comparto culturale di ulteriori 3,5 milioni di euro da aggiungersi ai 9 milioni resisi disponibili – così come recentemente confermato da parte dell’Assessore De Anna – così da ridurre le funzioni dei servizi culturali e dei beni culturali dai 37 milioni a circa 26 milioni.
Se non modificata in tal senso, la situazione attualmente prospettata di un finanziamento complessivo per il comparto fermo a 21 milioni di euro – se da una parte scongiura l’immediata  chiusura delle strutture primarie, non esclude altri irreparabili danni: in primis il probabile blocco di strutture culturali di medie e piccole dimensioni e comunque l’incorrere di tutte le strutture del comparto culturale  nei seguenti gravi rischi.
                    1)        Le strutture del comparto culturale regionale si vedranno costrette a far fronte alla ponderosa esiguità di risorse economiche ricorrendo a tagli di personale stagionale e a tempo indeterminato.
Si ricorda che, solo nell’ambito dei teatri di prosa, in Friuli Venezia Giulia sono impiegate  circa 1200 persone, il cui lavoro in questa prospettiva diviene fortemente a rischio.
DOCUMENTO DI PROPOSTA DEL MOVIMENTO 1%
PER UNA FINANZIARIA DI TRANSIZIONE

Questa proposta nasce da uno straordinario lavoro che trova il suo punto di partenza appena 25 giorni fa, quando il 19 novembre scorso è stato illustrato da parte dell’Assessore de Anna il Disegno di Legge finanziaria approvato dalla giunta. In tale documento si prevedeva un taglio del 67,5  % alle risorse destinate al comparto culturale: da 39ML messi a disposizione dalla Regione per l’anno 2012 a 12,7 ML impegnati per il 2013.

La reazione del mondo culturale alla presa di coscienza dell’effettiva entità del taglio, è stata di grande compostezza, ordine e soprattutto dignità: nessuna scena madre, nessun abbaiare alla luna, ma l’inizio di un movimento di aggregazione che si è saldato non certo  per un istinto di conservazione della specie, ma su un’idea di prospettiva, un progetto capace non solo di dare risposta al contingente, ma soprattutto di guardare lontano.

La stampa ha seguito con grande interesse i primi passi di questa aggregazione trasversale tra i vari comparti: Prosa, Cinema, Musica, dedicando una grande attenzione al lavoro che, da una parte avrebbe sostenuto l’impegno che l’Assessore De Anna aveva preso con il mondo cultura per reperire maggiori fondi, dall’altra avrebbe portato all’incontro pubblico di venerdì 30 novembre al Visionario di Udine.

In questa occasione si è verificato un primo risultato, eccezionale per la nostra regione: la presentazione di un documento programmatico “una nuova pagina per lo sviluppo culturale del FVG” condiviso da tutti i promotori, e a cui hanno aderito decine di organismi pubblici e privati, grandi e piccoli, contenente principi generali,  proposte, impegni da prefiggersi nei prossimi anni.
Ma soprattutto si è trattato della prima occasione in cui si è sperimentato nel concreto il salto di qualità che si verifica quando si ha il coraggio di privilegiare una visione di sistema al perimetro particolare di ogni singolo organismo.

Contestualmente un secondo risultato, annunciato sempre il 30 novembre dall’Assessore e riguardante un primo passo nel reperimento di nuove risorse che di fatto hanno portato i fondi destinati alla cultura da 39ML a 21 ML.

Ma la forbice è ancora troppo divaricata: siamo ancora quasi al 50%.

In questo scenario, quindi abbiamo deciso di intraprendere un secondo passo, ancora più difficile del precedente, e che consiste nel dimostrare che questo movimento sia capace non solo di autoaffermarsi, ma anche di formulare proposte concrete, consapevoli della complessità del momento,  delle problematiche e delle contraddizioni che sono presenti anche all’interno dello stesso mondo culturale, e ciò soprattutto per la mancanza che questo comparto ha subito nella gestione del suo sviluppo.

L’obiettivo che ci si prefigge con questa proposta è quello di traghettare l’intero comparto culturale al 2013, cercando di rendere ciò possibile attraverso una visione d’insieme, un enorme sforzo congiunto, una accettazione della necessità determinata dalla situazione generale di una compressione – massima possibile – delle risorse.

La politica ci ha chiesto una proposta.
Eccola, questa è la nostra risposta che riteniamo abbia anche la capacità di riscattare la dignità del nostro mondo. E’ finito il tempo delle questue, delle tirate per le  giacchette, è iniziato il tempo della concertazione, di sedersi intorno ad un tavolo ed essere riconosciuti nella rappresentatività di ambiti: non una corporazione, non una lobby, ma un tavolo dove la politica e il mondo della cultura si siedono difronte per stabilire strategie congiunte, criteri chiari e trasparenti.

Aggiungo: tutti noi siamo consapevoli delle problematiche connesse alla nostra galassia, ma non possiamo accettare di sostituirci per assolvere ai compiti che riguardano la politica: Il  “chi sì e chi no” non è di nostra competenza.
Invece quello che certamente possiamo fare, e non ci sottraiamo a questo assumendocene tutte le responsabilità, è proporre criteri il più possibile chiari e trasparenti.

Il documento è stato presentato all’Assessore De Anna, al Presidente della VI Commissione Camber, al Presidenti dei Gruppi Consiliari, ai consiglieri della VI commissione e a molti consiglieri che hanno a cuore la cultura.

Il ragionamento che  riguarda FUNZIONE 5.2 SERVIZI CULTURALI e  LA FUNZIONE 5.3 BENI CULTURALI,  poggia su due elementi:

Un criterio condiviso, chiaro e trasparente da cui  declinare il piano di investimento delle risorse a disposizione; l’importanza di ciò è direttamente proporzionale all’aumentare della scarsità delle risorse: bisogna evitare il più possibile dispersioni, incoerenze, iniquità.
l’implementazione delle risorse dedicate al comparto culturale di circa 3,5ML (da aggiungersi ai 9 ML resisi disponibili così come recentemente confermato da parte dell’Assessore De Anna), così da ridurre le disponibilità alle suddette funzioni da 39 ML circa a 25ML, portando il livello del  massimo taglio sopportabile alla finanziaria di 36 punti percentuali.

Siamo convinti che seguendo quanto sopra sia possibile temporaneamente evitare l’implosione di tutto il comparto culturale, contando però su un significativo assestamento 2013 e su un ulteriore lavoro di riorganizzazione dell’intero comparto culturale.

Riguardo al primo punto, vogliamo quindi esplicitare i seguenti concetti:

Salvaguardare gli organismi che operano continuativamente e professionalmente  durante tutto l’anno, dotati di strutture e personale stabile. Questi enti – pubblici e privati – appartenenti alla Prosa, alla Musica, al Cinema, hanno operato in questi anni tutte le manovre possibili per utilizzare al meglio le risorse, e si trovano oggi  in una condizione tale per cui potrebbero assorbire al massimo una riduzione pari al 10% del contributo regionale complessivo ottenuto nel 2012. Ulteriori riduzioni ne comprometterebbero il funzionamento con effetti domino su altre fonti di risorse (non raggiungimento di parametri ministeriali, fermo compagnie, riduzione incassi….), generando in questo modo un collasso del sistema delle strutture stabili. Ad oggi questi organismi risultano avere un taglio compreso tra il 20% e il 40% secondo criteri non chiari.

2)     Assicurare alle iniziative di interesse primario e agli organismi presenti a capitolo di finanziaria già riconosciuti nelle tabelle, un contributo pari al 75% dell’anno precedente. Tale ammontare, potrebbe rappresentare in quest’emergenza un’accettabile riduzione del budget, così come anche dichiarato pubblicamente dagli stessi enti organizzatori.
Al momento alle iniziative di interesse primario è riservato un taglio tra il 25% e il 50% secondo un criterio non riconoscibile, mentre gli organismi presenti a capitolo di finanziaria già riconosciuti nelle tabelle, presentano un taglio orizzontale del 50%.

Assicurare l’ammontare pari al 50%  per i capitoli  della finanziaria indirizzati alle Tabelle (cap. 5442). Questa azione, per altro già prevista dalla rimodulazione dei massimali delle tabelle promossa dall’Assessore De Anna. Chiediamo contestualmente che tali risorse siano in alcuni casi specifici  oggetto di ulteriore ragionamento riguardante la quantificazione delle singole poste, e ciò in funzione di nuovi criteri rispondenti ai principi di sostenibilità dell’assorbimento del taglio sulle singole strutture. Rinviare invece l’assegnazione delle risorse per la LR 22/2012, a.6, c. 39-42 e LR 3/98 (cap. 5704 e cap. 5393) all’assestamento, in quanto l’assegnazione di tali fondi viene (purtroppo) effettuata dopo l’estate.
Al momento il capitolo Tabelle presenta un taglio del 60%.

Assicurare al comparto Beni culturali un contributo pari al 85% dell’anno precedente, allo scopo di assicurare una continuità nell’azione di questi organismi.
Al momento, le strutture appartenenti al comparto subiscono un taglio  compreso tra il 25%  e il 30%.

Villa Manin, Fondazione Aquileia
Chiediamo che per questi due organismi sia confermato quanto presentato nella legge finanziaria approvata dalla Giunta, senza ulteriori modifiche.

La proposta confida in un impegno da parte della politica a recuperare ulteriori significative risorse in assestamento 2013.

I promotori del Movimento 1% sono
ARTS Associazione Regionale Teatri e Spettacolo del FVG (a.Artistiassociati Impresa di produzione Teatrale – Circuito Regionale Danza, C.T.A. Centro Teatro Figura e Animazione, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Ente regionale teatrale del  FVG, Il Rossetti Teatro Stabile del FVG, La Contrada Teatro Stabile di Trieste, Teatro Miela coop. Bonawentura, Teatro Stabile Sloveno, Teatro Comunale di Monfalcone)
con Teatro Verdi – Gorizia; Centro Espressioni Cinematografiche/Far East Film Festival, Cinemazero, Cineteca del Friuli, Le Giornate del Cinema Muto,
Cappella Underground/ScienceplusFictionFilm Festival, Alpe Adria Cinema/Trieste Film Festival, Maremetraggio, Premio Amidei Palazzo del cinema di Gorizia, Euritmica, Fondazione Luigi Bon, Nei Suoni nei Luoghi, Folkest

                    2)        Per le realtà che basano la propria attività su una programmazione a lungo termine (teatri, festival, enti cinematografici…) saranno probabili modifiche alla programmazione di spettacoli ed eventi già annunciati e regolarmente venduti al botteghino o in abbonamento.
Inoltre è quasi del tutto certa per molte strutture – anche le maggiori – l’impossibilità di programmare il secondo semestre del 2013. Ciò non a causa di una organizzazione “dissennata” delle rispettive attività. Teatri, festival, rassegne, hanno infatti la necessità di affacciarsi sul mercato e programmare la propria attività con congruo anticipo: per questo motivo a “sanare” la situazione risulterebbero alla fine vani – perché accertati fuori tempo utile – anche gli eventuali contributi recuperati dagli assestamenti di bilancio.
3)          I finanziamenti alla cultura ricadono in larga parte sul territorio: si pensi all’enorme numero di pernottamenti legati ai festival ed agli spettacoli teatrali ospitati, l’intero settore alberghiero risentirebbe di un contraccolpo importante, lo stesso dicasi per la ristorazione; senza nemmeno prendere in considerazione l’aspetto turistico ed eno-alimentare, più ospiti in regione significa più persone che possono promuovere il Friuli Venezia Giulia, ed i suoi luoghi, le sue città, i suoi vini (e nel caso della cultura parliamo di ospiti “opinion leader”, con una capacità aumentata di diffondere le esperienze vissute); la quantità di materiale stampato, promozionale e non, che risulta essere una tra le entrate più importanti delle tipografie regionali; service tecnici, service audio e service video, che perderebbero la fonte primaria della loro attività. Questi sono solo alcuni degli aspetti che evidenziano come l’indotto mosso dal comparto culturale in regione moltiplica il finanziamento regionale.

I tagli alla cultura approfondiscono la fase di recessione economica, che in questa regione sembra essere la più grave del Nord Italia.

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