Uno spettacolo che avvince, strappandoti molti sorrisi che sfociano in risate piene, fin troppo sincere, di quelle che lasciano l’amaro del dubbio.
Dentro la storia ci siamo tutti noi, la società del benessere e del troppo, che mossa dalla paura crede di dover pagare a breve per i mali dei loro padri che troppo spesso hanno lasciato traccia di immoralità e di cattiveria brutale, coperta dalla menzogna e da un senso di unione che non distingue il buono dal cattivo.
Un testo che porta ad immedesimarsi in troppi cliché di frasi e pensieri, personali o sentiti intorno al nostro vivere quotidiano. Un argomento di attualità, fin troppo esaltato, che ha portato un disagio sempre crescente piuttosto che un’integrazione responsabile e partecipativa.
Inaspettata l’interpretazione che ha fatto respirare una linea recitativa che sa di fresco ma anche di grande capacità. Riuscire a passare da situazioni comiche a quelle drammatiche è una dimostrazione di professionalità, come il saper mantenere la concentrazione anche quando tutto intorno il mondo scoppia a ridere.
Una scenografia quasi assente ha esaltato queste capacità attoriali e se questa nota preoccupa chi nel settore sente il declino di un mestiere, nessuno tra il pubblico pagante in questo caso ne ha notato l’assenza grazie proprio alla bravura degli attori.
Un testo che merita un ascolto, in un Teatro fatto a misura per un’introspezione personale.
Laura Poretti Rizman

“NOI NON SIAMO BARBARI”
UNA COPRODUZIONE LA CONTRADA E SCENA NUDA
AL TEATRO DEI FABBRI DAL 4 AL 6 OTTOBRE, ORE 20.30
ANTEPRIMA NAZIONALE
Apre con l’anteprima nazionale “Noi non siamo barbari” il sipario del Teatro dei Fabbri di Trieste, in scena dal 4 al 6 ottobre alle 20.30. Il testo è di Philipp Löhle, autore contemporaneo tedesco conosciuto per i suoi lavori dal carattere acido e surreale, di grande efficacia drammatica, ed è stato tradotto in Italia da Umberto Gandini. Lo spettacolo sarà interpretato da Filippo Gessi, Saverio Tavano, Teresa Timpano e Stefania Ugomari di Blas, con la regia di Andrea Collavino ed è una coproduzione della Contrada di Trieste e dell’Associazione Scena Nuda di Reggio Calabria, in collaborazione con la Civica Accademia d’Arte “Nico Pepe” di Udine. In scena saranno affrontati temi forti e più che mai attuali attraverso un approccio anticonvenzionale: si parlerà dell’Europa, di migrazioni, dello “straniero” in un intrigo di accuse e sospetti. La storia è quella di un clandestino ospitato da una coppia di tedeschi benestanti, Mario e Barbara, immersi nella loro vita privata, nei loro problemi, finché una notte piovosa e fredda, qualcuno bussa alla porta. Mai si sarebbero immaginate le conseguenze di questo evento. Noi siamo noi, e gli altri non lo sono. E questo è il punto di partenza, il dato di fatto da cui inizia tutto. Cosa succederebbe se una notte si presentasse alla nostra porta qualcuno in cerca di aiuto? La paura si materializza nella possibile perdita di sicurezze costruite in secoli, millenni di storia, sicurezze fatte di oggetti, welfare, democrazia, giustizia, chi garantirà la sopravvivenza di tutto questo di fronte allo sconosciuto? Quando poi la padrona di casa scompare, ne nasce un giallo che diventa anche lo spietato ritratto di una classe sociale e intellettuale.