Pensaci, Giacomino! 🗓 🗺

 

Il colore di Mondrian, unito ai faccioni della gente, sulla scia della pittura di Oskar Kokoschka, dentro una scena che, pur muovendo alcuni elementi rimane immobile, accende la curiosità per la scenografia di Angela Gallaro Goracci che mescola stili e tempi, unendo la pittura degenerata al colore, i faccioni alle parrucche cotonate, inamidate e rigide dell’intaccabile buona società ai legami con il clero più viscido e repellente.

La musica, formata da canzoni d’effetto, si adattano perfettamente alla collozione della rappresentazione negli anni cinquanta, e di altri non potevano essere se non del grande Maestro Germano Mazzocchetti che al teatro ha dedicato gran parte della sua specializzazione. Anche le luci, curate da Umile Vainieri, hanno saputo aggiungere un grande effetto artistico, creando soprattutto in apertura degli effetti umorali sui volti delle faccie dipinte sul sipario. La regia di Fabio Grossi è risultata vincente, e così il grande affetto del pubblico per il protagonista Leo Gullotta.

Anche il resto della compagnia ha saputo però reggere il gioco alla perfezione. Tutti calati  nei loro personaggi, con voluta esagerazione hanno saputo rendere bene il concetto pirandelliano dell’incoerenza della società pervasa da perbenismo inutile, di quello che di fronte alle effettive difficoltà, volta la schiena ai propri figli.

Pirandello che non tramonta, perchè il mondo non muta e la società non evolve.

Pirandello attuale nel primo Novecento come  negli anni Cinquanta, come tuttora.

L’unica salvezza forse è data dal pungente umorismo che permette, a chi ha la forza di discostarsi da un pensiero errato seppur comune, di riuscire ad esprimere la proprio opinione, lanciando un seme di dubbio sulla forza del pensiero comune, contro quello del singolo buonsenso.

Molti i giovani in sala che studiando il grande drammaturgo, scrittore e poeta italiano, insignito del Premio Nobel, hanno voluto conoscerlo più a fondo attraverso una serata a teatro; molti i meno giovani in sala che amando la scrittura e la sagacia di Pirandello, hanno voluto risentirlo e rivivere le emozioni in un’opera che non è rappresentata tanto spesso. Tutti ne sono rimasti soddisfatti allo stesso modo.

Sul palco anche Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Marco Guglielmi, Valerio Santi e Sergio Mascherpa. Lo spettacolo replica fino a domenica 26 gennaio 2020.

Laura Poretti Rizman

Leo Gullotta, “Pensaci, Giacomino!” foto fornita da La Contrada

 

“PENSACI, GIACOMINO!”: UN GRANDE LEO GULLOTTA IN SCENA PER LA CONTRADA DA VENERDì 24 GENNAIO.

Trieste – Grande attesa al Teatro Bobbio di Trieste per lo spettacolo inserito nella stagione della Contrada e in programma dal 24 al 27 gennaio: “Pensaci, Giacomino!” di Luigi Pirandello che vede alla regia Fabio Grossi e al centro della scena Leo Gullotta.

E quando Luigi Pirandello incontra Leo Gullotta, celebre interprete del “Bagaglino”, 74 anni da poco compiuti, lo spettacolo è assicurato: per l’attore catanese infatti si tratta della terza prova con un testo di Luigi Pirandello dopo L’uomo, la bestia e la virtù e Il piacere dell’onestà sempre diretti da Fabio Grossi; un sodalizio che ha portato ad alcuni dei migliori successi teatrali degli ultimi anni.

Gullotta veste qui i panni del professore Agostino Toti, personaggio dall’umorismo pungente, circondato dai tipici abitanti di una piccola città della provincia siciliana, pronto a sfidare l’ipocrisia dei compaesani e una società che vive puntando il dito verso gli altri.

Insegnante di liceo sempre alle prese con la precarietà del suo lavoro un giorno, ormai prossimo alla pensione, riceve una bella eredità. E con questa nuova serenità economica, sceglie di compiere un gesto altruistico. Chiede in moglie la giovane Maddalena, figlia del bidello della scuola, rimasta incinta del fidanzato Giacomino, ex allievo del professore che non vuole prendersi le sue responsabilità. Sposandola, per sollevarla dal disonore, Toti pensa anche di poterla aiutare autorizzandola a vivere della sua pensione il giorno che lui non ci sarà più.  Toti riesce a far ottenere un posto da impiegato a Giacomino e accoglie in casa anche lui e il figlioletto Mimì che nel frattempo è venuto al mondo. Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura. Il finale pirandelliano è però pieno di amara speranza: e questo perché il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere, del suo essere uomo, del suo essere padre, e andrà via da quella casa che lo tiene prigioniero, per vivere la sua vita con il figlio e con la giovane madre.  

In Pensaci, Giacomino si ritrovano tutti i ragionamenti, i capisaldi della poetica del Premio Nobel siciliano. Il contrasto fra apparenza e verità profonda dell’individuo, la condanna di una società becera e pettegola, dove il gioco della calunnia, del dissacro e del bigottismo è sempre pronto ad esibirsi.  E si affrontano la solitudine, la condizione femminile, la famiglia, l’arrivismo dei burocrati, l’invadenza dei rappresentanti ecclesiastici, l’uomo depauperato fino al riscatto d’orgoglio.

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Scheduled Arte e spettacolo
Teatro Orazio Bobbio, 12/A, Via del Ghirlandaio, Barriera Vecchia-San Giacomo, Trieste, UTI Giuliana, Friuli Venezia Giulia, 34138, Italia Mappa

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