Pour un oui ou pour un non 🗓

Essere ammalato procura delle soddisfazioni che spesso impediscono al paziente di guarire.
Nathalie Sarraute

 

 

Possono le parole non dette o pronunciate in maniera equivoca all’altro provocare rotture tra rapporti d’amicizia datati nel tempo?

Il titolo è un modo di dire francese che semplica quanto un nonnulla può inficiare un rapporto, ma in realtà dietro a questo nonnulla si nasconde un male maggiore, spesso dato da un’insoddisfazione di vivere e un bisogno di compiacere o sentirsi superiori.

Un’occasione imperdibile quella che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia offre ai suoi abbonati per il cartellone “Prosa”.

In scena al Politeama Rossetti dal venerdi 5 a domenica 8 maggio 2022, due tra i Maestri sacri del nostro Teatro: Umberto Orsini e Franco Branciaroli.

La regia di Pier Luigi Pizzi vede una scenografia molto lussuosa nella sua linearità. Gli oggetti belli, quelli dati da un arredamento scelto, seppur posti in salone dove i libri creano arredamento, donano l’idea del piacere della cultura. Cultura vista artisticamente come apprezzamento del bello e della ricerca. Questa la casa di uno dei due protagonisti, che si evince essere in antitesi fin dal primo colpo d’occhio con l’altra parte di se stesso, il suo amico, ben più posato, distinto e regolare. Entrambi vestiti di nero, ma uno dei due, l’ospite, veste sempre un cappotto, l’altro invece risulta esser più disinvolto; simili nel total  look, ma evidentemente diversi . Il cappotto nell0inciso,  pone anch’esso una distanza, seppur minima ma presente.

La storia, ben narrata è quella del testo di “Pour un oui ou pour un non”, nella traduzione  “Per un si o per un no”. Una commedia di Nathalie Serraute, nata Natal’ja Il’inična Černjak scrittrice francese di origine russa, che poco offre come visione positivistica di commedia, ma che porta la riflessione pressante sul tema dell’amicizia, della diversità, dell’impossibilità di godere appieno della vita e sul bisogno di trovare sempre qualcosa che non ci faccia star bene. Un testo molto introspettivo che nonostante affronti la difficoltà di relazione negli anni con un’altro essere umano, che seppur amiamo anche detestiamo in quanto diverso da noi, ci porta spesso a confrontarci con i nostri sentimenti. Il dualismo insito in noi, e presente in moltissimi autori nel corso dei secoli, si esemplifica in questo testo attraverso un semplice termine: Degnazione.

Il sentirsi degno dell’approvazione altrui, o ancor meglio, il sentirsi inferiore causa comportamenti di degnazione da parte dell’altro, ci porta spesso all’isolamento e alla sopressione di tale comportamento.

Affrontarlo e superarlo sarebbe più costruttivo, ma sicuramente più difficoltoso.

Tutto questo e ancora di più, si può ascoltare e introiettare nella visione di questo spettacolo, dove la parola viene gestita in maniera superba da due Maestri tanto amati dal pubblico teatrale di massimo spessore.

Laura Poretti Rizman

Umberto Orsini e Franco Branciaroli in Pour un oui ou pour un non, foto fornita da Teatro Stabile del FVG

 

 

 

 

 

 

 

“Due maestri assoluti del teatro e manipolatori della parola come Umberto Orsini e Franco Branciaroli, diretti da Pier Luigi Pizzi, sono protagonisti di un testo che pone la parola e le sue incomprensioni al proprio centro: “Pour un oui ou pour un non”. La commedia di Nathalie Serraute è in scena al Politeama Rossetti dal 5 all’8 maggio per il cartellone “Prosa” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.

«Abbiamo 252 anni in tre e francamente non ci aspettavamo un successo simile (…)» scherzavano Umberto Orsini, Franco Branciaroli e Pier Luigi Pizzi, poco prima di trionfare al Piccolo Teatro di Milano a inizio anno. «In Italia gli spettacoli sulla parola reggono difficilmente» ha spiegato Umberto Orsini. «Il valore della parola è importantissimo, e dette da noi fanno intuire mondi diversi attraverso i nostri corpi che portano la nostra età e il nostro passato. È una commedia leggera basata sulle parole e sulle intonazioni, ma lentamente abbiamo capito la profondità di questo lavoro. Abbiamo capito che la commedia, scritta per due cinquantenni, fatta da noi avrebbe assunto un significato più profondo perché il rimproverarci una vecchia sciocchezza alla fine della vita, fa riflettere il pubblico».

In realtà il successo è naturale, doveroso, per artisti che – attraverso le loro vite e la loro creatività – hanno scritto pagine fondamentali della storia del teatro recente e che ora riservano al pubblico un lavoro “a tre”, raffinatissimo.

Due manipolatori della parola – Orsini e Branciaroli, di cui gli appassionati di teatro conoscono le prove ineccepibili nei classici più amati come pure in importanti sperimentazioni – e un regista, Pizzi, che è anche scenografo, costumista, capace di regalare creatività e sapiente competenza al teatro di prosa, come al cinema o al mondo della lirica internazionale.
Ad unirli ora è – oltre alla comune, inesauribile passione per il palcoscenico – un testo intrigante e misterioso di Nathalie Serraute, “Pour un oui ou pour un non”.

La commedia inscena l’incontro fra due amici che si ritrovano dopo un lungo distacco, avvenuto apparentemente senza una vera ragione. Dialogando e interrogandosi sui possibili motivi dell’allontanamento, comprendono che a dividerli sono stati un silenzio e un’intonazione, incastrati malamente all’interno di una frase…
Sono spesso ambigui i silenzi, le pause, gli accenti che vestono un dialogo: non è affatto certo che chi li pronuncia li intenda così come l’uditore li percepisce. Si ammantano facilmente di significati multipli, si deformano e variano a seconda di emozioni soggettive e situazioni non sempre prevedibili. Ecco allora chiarirsi il senso del titolo, traducibile letteralmente come “Per un sì o per un no” ma che nell’uso francese va a rappresentare l’inezia che può cambiare o rovinare tutto, l’apparente nonnulla che deflagrerà in lacerazioni imprevedibili.

Questo terreno ha sempre attratto Nathalie Serraute (1900 – 1999), una delle scrittrici francesi più importanti e premiate dell’ultimo secolo. Russa di origine, vissuta in Francia fin da bambina, esordì con brevi opere narrative (“Tropismi” il suo debutto nel 1938) ma si espresse poi attraverso romanzi (o meglio “antiromanzi” in cui poneva in discussione i canoni classici del genere) e anche attraverso la drammaturgia che le assicurava la possibilità di indagare sulle deformazioni della conversazione, e le ha permesso di occupare un posto importante fra il teatro dell’assurdo e il teatro del quotidiano.

La parola dunque è posta al centro della pièce, e vi sfodera tutta la sua potenza come pure ogni possibile insidia interpretativa: soltanto a due maestri assoluti come Umberto Orsini e Franco Branciaroli era possibile affidare il compito di rendere viva questa parola, di permetterle di attraversare la carne dei loro personaggi, di sostanziarsi davanti alla platea. Una sfida che i due hanno assunto con impegno e divertimento, forti del loro irraggiungibile talento, portando in scena un’amicizia potente e sincera che rischia di naufragare per uno sfortunato intreccio di attese mancate e taciute incomprensioni.

Lo spettacolo replica alla Sala Assicurazioni Generali alle ore 20.30 dal 5 al 7 maggio e domenica 8 maggio alle ore 16. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. L’ingresso in sala sarà consentito con mascherina Ffp2. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.

POUR UN OUI OU POUR UN NON
di Nathalie Sarraute
traduzione di Pier Luigi Pizzi
regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi
con Umberto Orsini e Franco Branciaroli
con le voci di Flavio Francucci e Chiara Degani
assistente alla regia Lorenzo Maria Mazzoletti
luci Carlo Pediani
suono Alessandro Saviozzi
produzione Compagnia Orsini e Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano

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Scheduled Arte e spettacolo Trieste

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