Le cose migliori avvengono quando meno te l’aspetti, e forse per questo io ritengo che questa sia stata la più bella scenografia di tutta la stagione teatrale triestina, quella presentata da Lorenzo Banci con l’ausilio delle luci di Roberto Innocenti, sotto la direzione di regia di Paolo Magelli per lo spettacolo Quai Ouest – L’approdo di ponente, presentato al Teatro Stabile Sloveno di Trieste nella collaborazione con il teatro Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Un testo non di facile comprensione quello di Bernard-Marie Koltès, che tratta il tema dell’abbandono del sentiero retto.
Ottima l’interpretazione degli attori nel contesto del luogo.
La scena inizia nel buio più totale e nonostante venga raccontato il difficile cammino su di una struttura scivolosa, non ci si accorge di cosa sia finchè le luci non lasciano vedere quasi completamente il contesto nel quale si svolge la scena. Il palcoscenico del teatro è stato completamente cosparso di fango e i muri intorno avvolti da teli enormi di nylon per impedirne che gli schizzi macchino la struttura che ospita lo spettacolo.
Gli attori, nel raccontare la storia, sguazzano nel fango, non solo simbolicamente, e, anche se non vogliono, alla fine finiscono per sporcarsi e sporcare tutto intorno.
Neppure la pioggia, che non è solo un effetto scenico, ma diviene pioggia reale e scrosciante sul palcoscenico, riesce a pulire quel mondo, che a tratti, grazie all’effetto di un faro direzionabile, arriva fino al pubblico.
Una scenografia innovativa, mai vista prima: di grandissimo effetto e resa.
Uno spettacolo di grande spessore, interpretato con maestria nonostante le difficoltà oggettive, che divenivano punto di forza nella dimostrazione dell’instabilità umana.
Laura Poretti Rizman
“Quai Ouest – L’approdo di ponente di Bernard-Marie Koltès va in scena da mercoledì 13 aprile a domenica 17 al Teatro Stabile Sloveno di Trieste, ed è uno dei regolari appuntamenti di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: prosegue così la collaborazione fra i due Stabili della città, che garantisce questa volta una ottima visione di questo suggestivo allestimento. Lo spettacolo, nella regia di Paolo Magelli, conta su un cast di grande qualità ed eleganza capitanato da Paolo Graziosi”.
«Quai Ouest ovvero L’approdo di ponente. Un approdo talmente devastato dove anche il vecchio ferry si rifiuta di attraccare. Quai Ouest il regno dell’abbandono, il quartiere deflorato, territorio dell’illegalità. A Quai Ouest, dove tutto finisce: l’etica, la moralità, la famiglia, la giustizia, la vita. I personaggi interpretati da Paolo Graziosi, Annapaola Bardeloni, Mauro Malinverno, Valentina Banci, Fabio Mascagni, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone e Francesco Cortopassi, si divertiranno a spiegarci quello che avremmo potuto essere e non siamo, quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, come avremmo dovuto vivere ma… Quai Ouest, approdo dove attracca la fine della nostra cultura». Paolo Magelli chiude con queste parole le sua note di regia per Quai Ouest – Approdo di ponente di Bernard-Marie Koltès e nel lettore risuonano le inquietudini del presente.
Questa eco risuonerà nella sala del Teatro Stabile Sloveno – da mercoledì 13 a domenica 17 aprile – quando il bell’allestimento firmato da Pietro Magelli vi sarà ospitato, ricco di suggestioni e di inquietudine: si tratta di un appuntamento in programma nel regolare abbonamento Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, ma molto valorizzato dalla cornice dello Slovensko stalno gledališče – Teatro Stabile Sloveno di via Petronio.
Per questo avviene questo “scambio di sale”, a suggellare la forte collaborazione fra i due Teatri stabili che operano nella città di Trieste.
Agli abbonati del Rossetti, si chiede dunque questa piccola “trasferta” per godere al meglio di uno spettacolo che estrinseca anche attraverso la scenografia le inquietudini dell’autore: non mancheranno infatti effetti sorprendenti, non ultima la pioggia che cadrà copiosa sul palcoscenico…
Ma è soprattutto l’attualità del messaggio portato da Quai Ouest che induce ad ammirare ancor più profondamente l’autore, che concepisce questo testo poco più che trentenne, nei primi anni Ottanta,
forse sull’onda emotiva provocatagli da un viaggio negli Stati Uniti. Morirà nel 1989 a soli quarant’anni, lasciando nelle sue opere il segno di un talento incredibilmente profondo e di uno sguardo presago, doti di un drammaturgo splendido e complesso, poetico, violento, ma anche sottilmente comico… Un autore che ha molto appassionato ma che è stato frequentato meno di quanto meriti.
È stato invece significativo e molto apprezzato l’allestimento firmato da Magelli.
Quai Ouest, ambientato in una ex zona portuale degradata e inquietante, prevede che gli attori si muovano e camminino letteralmente su un suolo fangoso, sul quale infieriscono veri scrosci di pioggia… È la melma in cui affonda l’umanità con le sue ricchezze, le sue illusioni, le sue miserie. Su questo molo giungono una sera due borghesi: Koch, un intellettuale cattolico e benestante che ha perso fede e denaro e Monique, che lo accompagna, laica e dura. Si sono persi in quella nuova giungla e Koch sa bene di trovarsi nel regno della nuova potenza suburbana: pensa che sia un luogo adatto per morire e da subito non cela questo progetto. Presto però appaiono fra i magazzini abbandonati una famiglia di immigrati sudamericani, il delinquente Fak e un misterioso uomo di colore che tutti chiamano Negro, a cui è affidata – a colpi d’arma – la conclusione della pièce.
Sono gli attori di un grande, graffiante, tragico affresco che annuncia inequivocabilmente la fine della nostra cultura e della nostra civiltà di sfruttatori e sfruttati.
«Koltès – commenta Paolo Magelli – ha il coraggio di mettere sulla carta una struttura Shakespeariana, ponendo, proprio come il grande maestro inglese, il monologo al centro della sua drammaturgia. Il risultato di questo lavoro è incredibile perché l’autore riesce a raggiungere vette di sublime poesia e, tradendo le manie della drammaturgia frammentaria a lui contemporanea e a noi ben nota, dimostra di conoscere la macchina teatrale come pochi altri».
Quai Ouest – L’approdo di ponente di Bernard-Marie Koltès va in scena nella traduzione di Saverio Vertone e nella regia di Paolo Magelli. Željka Udovičić è la dramaturg dello spettacolo, Lorenzo Banci ha creato le scene, i costumi sono di Leo Kulaš, le musiche di Arturo Annecchino e le luci di Roberto Innocenti.
Figurano nel cast dello spettacolo (in ordine di apparizione) Valentina Banci, Paolo Graziosi, Francesco Borchi, Francesco Cortopassi, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Annapaola Bardeloni, Mauro Malinverno.
Lo spettacolo è una produzione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana in collaborazione con Spoleto57 Festival dei 2Mondi.
Quai Ouest – L’approdo di ponente di Bernard-Marie Koltès va in scena a Trieste, allo SSG – Teatro Stabile Sloveno di via Petronio 4, da mercoledì 13 aprile alle 20.30 e replica tutti i giorni alla
medesima ora fino a sabato 16 aprile. Domenica 17 aprile si terrà l’unica pomeridiana con inizio alle ore 16.
Per prenotazioni e per l’acquisto dei posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Naturalmente per questo spettacolo è attiva anche la biglietteria al Teatro Stabile Sloveno. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.