Qui e Ora

QUI E ORA

CON PAOLO CALABRESI E VALERIO APREA

AL TEATRO BOBBIO DA VENERDì 23 A LUNEDì 26 MARZO  

Mattia Torre – autore di punta di cinema e tv, già sceneggiatore della serie televisiva “Boris” e “Dov’è Mario” –  porta in scena al Teatro Orazio Bobbio di Trieste per la Contrada, venerdì 23 marzo alle 20.30, in “Qui e Ora” due volti noti del cinema italiano, due tra gli attori più interessanti e poliedrici del momento: Paolo Calabresi e Valerio Aprea.
La comicità dell’autore nasce da situazioni eccezionali che fanno emergere la disarmonia, la violenza e il conflitto presenti nella nostra società.  Sullo sfondo, l’Italia del 2 giugno, con in cielo le Frecce Tricolore e in terra l’inferno (non quello delle lamiere fumanti sul palcoscenico, ma quello umano. In “Qui e Ora” i due protagonisti si trovano coinvolti in un incidente stradale in una sperduta periferia romana. Il prolungato ritardo nei soccorsi genera un dialogo forzato tra i due uomini che non hanno nulla in comune e che inizialmente sembrano avere ruoli ben definiti, l’uno vittima e l’altro carnefice.
Tra Aurelio, star radiofonica dell’ennesimo programma di cucina, e Claudio, disoccupato vittima di una madre iper apprensiva, non c’è possibilità di solidarietà. L’uno narciso e autoreferenziale, l’altro rassegnato e represso, aspetteranno l’autoambulanza invano vomitandosi addosso le rispettive frustrazioni. A lungo andare, forse a causa delle provocazioni e della cattiveria gratuita che uno riversa sull’altro o a causa di un’aggressività latente generalizzata scaturita dal cinismo e dal senso di lotta dell’Italia di oggi, i ruoli si invertono, lasciando gli spettatori senza una soluzione manichea della realtà. Entrambi i protagonisti sono “vittime della ferocia dei nostri tempi”, fa notare il regista. Frustrazione, senso di inadeguatezza, solitudine e mancanza di empatia generano ferocia. Homo homini lupus. La bravura di Paolo Calabresi nei monologhi tutti d’un fiato in cui inventa ricette per un surreale programma di cucina radiofonico pian piano lasciano spazio nello spettatore all’incredulità nel vedere un finale di cruda sopraffazione. “Qui e Ora” è un atto unico di un’ora e dieci che fotografa una realtà che troppo spesso ci vediamo di fronte, agli incroci, sui social, in fila alle Poste. E Mattia Torre sa descriverla con ironia provocando una risata, seppur amara, sui i risvolti più cinici e animaleschi della nostra società.

 

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