I racconti e le leggende dell’unica foresta vergine in Slovenia sono il tema della nuova coproduzione del Teatro Stabile Sloveno, in programma da venerdì 3 marzo a Trieste. La regista slovena Maruša Kink e la produttrice Mija Špiler sono le autrici di un progetto che attinge al patrimonio etnografico e letterario sloveno, utilizzandone contenuti e immagini nello spettacolo dal titolo »Racconti e leggende dei colli Gorjanci«. Oltre al Teatro Stabile Sloveno hanno aderito al progetto dell’Istituto Margareta Schwarzwald anche il Cankarjev dom e il Teatro municipale di Ptuj.
I racconti rivivono in uno spettacolo al femminile, interpretato dalle attrici Nataša Keser, Urša Kavčič e Zvezdana Novaković. Quest’ultima è anche autrice della colonna sonora originale che trova ispirazione nel canto e nella danza rituale in cerchio della tradizione popolare nella regione tra la Bela krajina e la Croazia. Le coreografie sono di Ana Pandur, le scene di Vasilija Fišer, le luci che restituiscono il senso di mistero sono state realizzate da Jaka Varmuž.
Enkrat, una volta
Indica un tempo passato indeterminato, senza più alcun riferimento al ripetersi del fatto di cui si parla: c’era una volta, inizio frequente di favole per bambini… ed è proprio questo il ritornello del racconto che porta in scena le leggende dei colli Gorjanci.
Ci sono delle chicche in giro per i teatri della città che a volte rischiano di sfuggire alla visione.
Lo spettacolo in scena al teatro Sloveno di Trieste è una di queste.
Da sempre la drammaturgia nel teatro sloveno in genere è di gran cura, ma in questo caso, il connubio tra quest’ultima e la ricerca storico, musicale, mimica e canora offre un risultato che rasenta la perfezione. Costumi, trucco, luci e tutto il contorno di costruzione artistica ha evidenza di sintonia perfetta.
Spesso noi ci avventuriamo in percorsi molto lontani dalle nostre radici. Studiamo le leggende celtiche e nordiche, oppure quelle che appartengono a popolazioni lontanissime, dimenticando la nostra terra ed i nostri confini.
Siamo tutti collegati e ogni rito ricorda un’altro che magari si svolge a distanza di miglia, ma in fondo, conoscere quanto ci è vicini io credo sia un obbligo di tutti.
I colli Gorjanci sono una catena montuosa della Slovenia sudorientale che si allunga lungo il confine con la Croazia, a sud del corso della Sava. In italiano vengono chiamati Monti degli Uscocchi mentre in serbo-croato, Žumberačka gora o Uskočke planine.
Intorno a questi monti le leggende si propagavano nei villaggi; il mito dei giganti e le spiegazioni sulle nebbie e sulle tempeste si coloravano di fiabe e folletti dispettosi come in ogni altra parte del mondo. Le paure per la potenza della natura, sia essa mascherata da acque gelide di un fiume o da pellicce confortanti di lupi, brillavano di bellezza e di pericolo.
Durante lo spettacolo mentre la leggenda si snocciolava, molti i riferimenti simbolici che collegavano questo lato di mondo al resto: l’offrire la mela e lo spezzarla, il ritmico battito dei piedi e del bastone, il cerchio, le mani alzate al cielo, i tappeti. La notte che incute paura per l’assenza della luce e il trapasso del solstizio che rende magico l’inspiegabile. La scena formata da un cielo e un tappeto di felci mescolato ad un gioco di luci ha creato una perfetta atmosfera che si adattava perfettamente a quanto succedeva intorno ad essa. Dai movimenti ricercati e sapienti, alla ricerca musicale che spaziava nei luoghi e nei tempi.
Un arpa come unico strumento, escludendo le voci ed i battiti, creano l’atmosfera che anche da un ululato fa nascere un canto. Canti che si uniscono fino ad arrivare allo zaghroutah che è una forma di suono vocale, tra il canto e l’ululato, che viene praticata dalle donne in tutto il Medio Oriente ed in vari paesi.
Un mondo vicino, quello raccontato, che in fondo non è così distante dal resto del mondo.
La bellezza scenica e la bravura delle artiste ha completato l’opera in quest’ora imperdibile.
Laura Poretti Rizman
Slovensko stalno gledališče – Zavod Margareta Schwarzwald – Cankarjev dom – Mestno gledališče Ptuj
LEGGENDE E RACCONTI DEI COLLI GORJANCI
dalla raccolta di Janez Trdina

Il testo è un lavoro collettivo sulla base dei racconti della raccolta omonima, pubblicata dallo scrittore e ricercatore Janez Trdina nel 1888. Creature misteriose e bizzarre popolano questi miti, che rappresentano temi autoctoni e archetipi oggi prevalentemente caduti nell’oblio, a differenza di tradizioni globalmente più longeve e popolari, come le saghe scandinave. Fate, licantropi, fonti miracolose, uccelli dalle penne d’oro, uomini acquatici e donne silvane hanno stimolato per secoli la fantasia degli abitanti della regione dei Gorjanci. Le creature nate dai loro racconti possono essere buone o cattive, possiedono poteri magici e grande saggezza.
Un uomo (o una donna) che nella notte del solstizio si ritrova nella natura selvaggia dei colli Gorjanci è il filo rosso che nella narrazione drammaturgica collegherà tre racconti selezionati dalla raccolta originale. Le situazioni bizzarre e inconsuete che ne derivano attingono alla mitologia ma, come sempre accade nella cultura popolare, utilizzano queste storie in senso metaforico. Esistono infatti in esse strati di significato profondi e oscuri che parlano dell’istinto animale dell’essere umano.
Maruša Kink ha scritto di questo tipo di narrazione. »Coloro che tramandano il sapere popolare mi hanno insegnato che occorre fare proprio ogni racconto, per poterlo raccontare bene. Questo significa riflettere in esso i propri valori, convinzioni, il nostro tempo. Anche Trdina lo fece. Non ho provato ad attualizzarli a forza. Ho voluto mantenere la magia del mondo che fu e che probabilmente non ci sarà più. Le fate, ad esempio, che secondo Trdina hanno abbandonato i colli Gorjanci quando i cristiani hanno iniziato ad aggredire i cristiani. Ne rimase soltanto una a custodire i loro tesori. Poi per malinconia si trasformò in neve.«
Lo spettacolo è stato realizzato in due versioni: quella per i ragazzi ha debuttato in febbraio a Ptuj e al Cankarjev dom di Ljubljana, mentre la versione per il pubblico adulto sarà in scena in prima assoluta fino al 18 marzo nella sala principale del Teatro Stabile Sloveno. Tutti gli spettacoli saranno sovratitolati in italiano.
Il giorno del debutto – venerdì 3 marzo – alle ore 19.00 nel salone di ingresso del teatro in via Petronio 4 sarà in programma la mostra rievocativa 120 anni del tram Trieste-Opicina, realizzata dall’associazione Tabor in collaborazione con l’associazione Grad di Banne, il Centro regionale di Studi di storia militare antica e moderna, l’associazione Ferstoria, l’Associazione Museo-Stazione Trieste Campo Marzio, la sezione locale dell’Associazione utenti del trasporto pubblico.
Slovensko stalno gledališče – Zavod Margareta Schwarzwald – Cankarjev dom – Mestno gledališče Ptuj
LEGGENDE E RACCONTI DEI COLLI GORJANCI
dalla raccolta di Janez Trdina
regia Maruša Kink
scene Vasilija Fišer
coreografie Ana Pandur
musiche Zvezdana Novaković
trucco Tinka Pobalinka
luci Jaka Varmuž
consulenza linguistica Simon Šerbinek
produttrice esecutiva: Mija Špiler
con: Nataša Keser, Urša Kavčič, Zvezdana Novaković
DEBUTTI
debutto al Teatro municipale di Ptuj 13 febbraio 2023
prima al Cankarjev dom 18 febbraio 2023
prima nella Sala principale del TSS 3 marzo 2023, ore 20.00 – turno A1
REPLICHE A TRIESTE
domenica, 5 marzo, ore 16.00 – turno C1
venerdì, 10 marzo, ore 20.00 – turni A2, A3
domenica, 12 marzo, ore 16.00 – turni C2, C3
sabato, 18 marzo, ore 20.00 – turni B1, B2, B3
Sala principale TSS
con sovratitoli in italiano
REPLICA IN ABBONAMENTO A GORIZIA
lunedì 22 maggio ore 20.00 – Kulturni center Lojze Bratuž