Scandalo nella valle di San Floriano

Grande affluenza di pubblico per l’inaugurazione della stagione teatrale del Teatro Stabile Sloveno di Trieste, iniziata quest’anno con uno spettacolo che porta un testo fondamentale per la letteratura slovena, SCANDALO NELLA VALLE DI SAN FLORIANO di Ivan Cankar, nel centenario della sua nascita. Lo spettacolo è stato portato in scena dalla compagnia del Teatro nazionale di Maribor sotto la regia di Janusz Kica.

La scena si apre in una stanza di bagno pubblico: a destra le porte riservate alle donne, alla sinistra i vespasiani a vista per gli uomini, mentre di fronte al pubblico degli specchi sovrastano i lavandini dove ci si può lavare le mani. Tutto è dipinto di un greve color grigio scuro, ma dall’alto scende un quadrato contornato da una luce che diverrà di volta in volta, lampadario, ring, trono, box, protezione e distanza.

Tutto il testo di Cankar è pieno di doppi sensi, e nella trama della stessa storia si possono leggere diversi livelli interpretativi.

Il racconto inizia con un tango, che vede l’alternarsi e l’allacciarsi dei rapporti tra i personaggi sulla scena; quando la musica cessa, improvvisamente appare il diavolo che veste degli abiti diversi. Dapprima è un’artista, poi un bandito, poi un ossequioso invitato.

Nella pacifica e reverente Valle di San Floriano, la macchia inizia a espandersi, ma in fondo tutti sono già intrisi di sporco.

Il timore di Dio è solo una apparente realtà, che deve rimanere tale. L’arte del resto come fa dire Cankar, è come una giacca rattoppata e piena di impurità.

Neppure questo dono di Dio in fondo, riesce a mantenersi puro, ma si vende e si prostituisce, così l’artista si ritrova inevitabilmente l’anima rovinata da tempo immemore.

Cankar non salva accuse neppure alla Patria, giudicandola al pari dell’arte e accusandola di schernire chi l’ama.

Il calore del Bacio richiesto da Giacinta, al suo amato ed ai suoi sudditi, viene disatteso più volte, perchè non essendo puro non riscalda. Lei è il serpente tentatore che istilla il desiderio e nella scena finale è racchiusa dentro una teca ed i suoi movimenti sinuosi sono particolarmente avvincenti. Eva racchiude il serpente, La mela è la tentazione, così come l’arte nella sua purezza rimarrà soltanto un sogno.

Un finale silenzioso, ci riporta a Pilato, mentre lavandosi le mani lascia agli umani i loro errori, nel giudicare colpevoli gli innocenti, a favore di una tranquillità apparente,  falsa e bigotta, lascia il pubblico riflesso in quegli specchi sopra al lavandino, in una scena oramai, apparentemente vuota.

 

 

Laura Poretti Rizman

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Teatro Stabile Sloveno – Trieste
apertura della stagione 2017/ 2018

Ivan Cankar
SCANDALO NELLA VALLE DI SAN FLORIANO
regia: Janusz Kica

SNG Drama Maribor

Sala principale
sabato 14 ottobre, ore 20.30
domenica 15 ottobre, ore 16.00
(con sovratitoli in italiano)

La stagione in abbonamento del Teatro Stabile Sloveno di Trieste inizierà quest’anno con uno spettacolo ospite, un grande omaggio all’arte dello scrittore e drammaturgo sloveno di riferimento Ivan Cankar (1876-1918). Con la scelta di questo monumento della letteratura teatrale slovena e di un autore che nei suoi scritti e nella sua biografia ha legato il proprio nome alla città di Trieste, il TSS aprirà la serie di eventi che nel 2018 ricorderanno il centenario della nascita di Cankar. Le sue parole saranno oggetto di riflessione in diversi eventi fuori abbonamento della stagione del TSS, ma l’apertura avverrà nel segno della grande e premiata produzione del Teatro nazionale di Maribor Scandalo nella valle di San Floriano del regista Janusz Kica. Lo spettacolo andrà in scena sabato 14 ottobre alle 20.30 e domenica 15 ottobre alle ore 16.00 nella Sala principale del Kulturni dom di Trieste. Con questo evento si concluderà ufficialmente anche la campagna abbonamenti.
Scandalo nella valle di San Floriano (1907) viene ritenuto il testo più moderno di Cankar. Nel titolo simbolico e sarcastico l’autore nasconde la figura dell’artista, il cui arrivo sconvolge le vite tranquille dei “dignitosi” abitanti di San Floriano (nome che diventa simbolo di una nazione intera, nella quale Cankar cercava di risvegliare un pensiero politico e intellettuale non improntato a una mentalità ipocrita e servile). In questa valle, come dice il sindaco, nessuno ha intenzione di “ingrassare artisti, ladri, delinquenti e altri fannulloni”. Gli irreprensibili abitanti della valle vedono però distrutte le loro fragili certezze quando Peter risveglia i loro animi sopiti e fa ritornare a galla l’ottusità provinciale, l’ambiguità, le perversioni nascoste, i desideri frustrati.
L’opera di Ivan Cankar rappresenta uno dei fondamenti del teatro sloveno e i suoi testi teatrali hanno acquisito valore esemplare e simbolico. Il regista polacco Janusz Kica affronta per la prima volta nella sua lunga e fortunata carriera un testo di Cankar e lo fa libero da qualsiasi condizionamento nazional-social-politico. In questo testo ha visto lacuta analisi artistica di un sistema psicosociale specifico in una comunità rigida e mentalmente primitiva, fenomeno che non appartiene soltanto al passato sloveno, ma che si può manifestare ovunque, aprendo l’interrogativo del ruolo dell’arte in contesti simili. Lo spettacolo sarà sovratitolato in italiano e nella replica di domenica sarà attivo il servizio gratuito di navetta da Sistiana, Muggia e Opicina.

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FOTO: Damjan Švarc
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