Se smetterò di amarla, per me ritornerà il caos

foto Laura Poretti Rizman

Guardatevi dalla gelosia, mio signore!
È un mostro dagli occhi verdi che si diletta
Col cibo di cui si nutre.

Ci sono molti Teatri a Trieste e non sempre chi ama quest’arte riesce a frequentarli tutti.

Quello di San Giovanni, ad esempio, a me era sconosciuto.

Non parlo del Teatro che si trova dentro al comprensorio dell’Ex OPP, ma proprio del Teatro San Giovanni, che prende nome dal Rione stesso e che è sito a destra guardando la Chiesa principale.

In realtà della sua esistenza ne ero al corrente, ma la tirannia del tempo a disposizione mi ha, fino a sabato, impedito di entrarci. Dal di fuori invece l’avevo notato più volte, ultimamente grazie proprio alla luce rossa che sprigiona e che lo rende tanto vintage.

Sabato 25 novembre, Giornata contro le Violenze sulle Donne, mi sono recata a vedere la rappresentazione a favore del Goap Centro Antiviolenza: non c’era occasione migliore per omaggiare l’arte, sostenere le donne e conoscere questo spazio.

La sala era fredda, ma questo non ha impedito al pubblico di restare. Le sedie rosse, erano quasi tutte libere, alcune però riservate alle donne uccise da violenze, come la consuetudine vuole in un mondo dove la protezione ad una richiesta d’aiuto, non viene fornita.

Morti che si potevano evitare, e quindi spazi a memoria per sensibilizzare le coscienze.

La scena aperta era formata da una sedia rossa, colore della passione e del sangue, e da una scenografia scarna ma portante un segno rosso ben visibile.

Un rosso che con l’amore non ha nulla a che fare.

Un velo lasciava intravedere un gruppo di donne che levavano un canto di dolore.

Iago, l’infido, con noncuranza leggeva un giornale o un editto che fosse, ma lo abbandonava immediatamente per esaltare il proprio ego, indifferente a quel lamento, indifferente alle morti, ai fantasmi.

Donne velate che potevano rappresentare vedove o morte e possono valere per lui, uomo, quanto quelle sedie vuote al fianco degli spettatori.

Giochi di luce annunciavano una tempesta, mentre il ritorno di Otello si scioglieva in parole d’amore esagerato, pronte a tramutarsi in rabbia feroce.

Splendida l’interpretazione femminile, che uscendo di scena, appare come uno dei tanti fantasmi che aleggiano nell’aria, vittoriosa sulla sconfitta dell’uomo.

Laura Poretti Rizman

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OTELLO
Il capolavoro di Shakespeare per lottare contro la violenza sulle donne

Il Teatro San Giovanni è felice di presentare il nuovo lavoro teatrale della compagnia Atto Quinto, una riduzione asciutta, agile e moderna del celebre Otello di William Shakespeare.
La compagnia ha scelto di reinterpretare quest’opera “classica”, così famosa e diffusa, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, per dare – attraverso il lavoro e la sensibilità teatrale – un piccolo segno, un piccolo contributo a favore di tutti coloro che nella loro quotidianità affrontano questo tipo di problemi: nel concreto, abbiamo scelto di destinare il ricavato degli spettacoli al Centro Antiviolenza GOAP, per sostenerne le attività e per dare al Centro un’occasione di visibilità a teatro. Crediamo che, se esistono storie che si ripetono da sempre, sta proprio a noi impegnarci per cambiare il finale.

“Se smetterò di amarla, per me ritornerà il caos” (Otello)
Otello sarà in scena al Teatro San Giovanni di via San Cilino 99/1 venerdì 24

novembre alle 20.30 e sabato 25 novembre alle 17.00 e alle 20.30.

Nel cast: Sara Cechet Woodcock (Desdemona), Pierluca Famularo (Iago), Raffaele Sincovich (Otello), Guido D’Ascenzo (Cassio)
Con la partecipazione del Coro Femminile Panta Rhei
Introduzione a cura dell’associazione giovanile AIESEC

In collaborazione con la Sesta Circoscrizione Regia di Raffaele Sincovich

Spettacolo di beneficenza a favore del Centro Antiviolenza GOAP Ingresso a offerta libera

Per informazioni contattare Sara Cechet Woodcock: cell. 333.4359996, email – sarawoodcock@libero.it

AIESEC tocca l’argomento della violenza di genere da un punto di vista diverso, quello del volontariato all’estero di giovani tra i 18 e i 30 anni come opportunità per sensibilizzare comunità in Colombia, Turchia e Cina su questi temi, e soprattutto per raggiungere l’uguaglianza di genere in ogni realtà globale. Una prospettiva diversa ma che ha lo stesso obiettivo di Otello e del GOAP.

Il Coro Femminile Panta Rhei, nato all’interno dell’omonima associazione socio- culturale di Trieste, è un ensemble femminile iscritto all’USCI (Unione delle Società Corali Italiane) della provincia di Trieste. Il programma proposto è ampio e ricco di brani che spaziano dalla musica leggera alla polifonia sacra e profana, passando per il repertorio popolare di ieri e di oggi. Il coro ha spesso cantato in occasione di pubbliche manifestazioni patrocinate dal Comune di Trieste.

Il complesso vocale, che negli ultimi due anni si è molto rinnovato, è diretto da Francesco Castellana, classe 1997. Per avere tutte le informazioni sulle attività e sui programmi è possibile visitare la pagina Facebook: Coro Femminile Panta Rhei.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.